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Il Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente coordinatore del progetto Horizon 2020
Migliorare geneticamente le varietà di broccolo, fagiolino e pomodoro con l’obiettivo di ottenere nuove linee resilienti e sostenibili della filiera dei prodotti biologici che ben si adattano agli agrosistemi orticoli sempre più sottoposti ai nuovi scenari del cambiamento climatico.
È quanto prevede il progetto Horizon 2020 “BRESOV” (Breeding for Resilient Efficient and Sustainable Organic Vegetable Production), di cui l’Università di Catania è capofila e coordinatrice con la supervisione scientifica del prof. Ferdinando Branca, associato di Orticoltura e Floricoltura del dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’ateneo catanese.
Il progetto prevede l’adozione di protocolli di produzione con l’ausilio di microrganismi, di nutrienti naturali, di prodotti naturali bioattivi, di sostanza organica da integrare o reintegrare nel terreno agrario e di avvicendamenti tra le tre colture per fornire nuove linee inbreed per un’agricoltura compatibile con l’ambiente che migliori la resilienza, l’efficienza e la sostenibilità dei processi produttivi e dei corrispondenti prodotti. Le nuove varietà ottenute dovranno essere in grado di mitigare stress idrici, termici e nutrizionali, evidenziare resistenze ad alcuni parassiti e malattie, e caratteristiche di qualità del prodotto come gusto, aspetto visivo, prestazioni post-raccolta.
La diversità genetica delle tre colture è stata ampliata grazie all’uso di diverse varietà tradizionali e specie affini progenitrici fornite dai partner per le previste attività di pre-breeding e breeding. Il progetto adotta un approccio innovativo teso a valorizzare i tratti dell’apparato radicale, quale l’architettura e l’accrescimento delle radici, che consenta una migliore interazione con il suolo e il suo microbioma.
Il lavoro – già al secondo anno di svolgimento dei quattro previsti - è sostenuto dal coinvolgimento attivo di 22 partner e decine di stakeholder tra associazioni di agricoltori e consumatori, istituti di ricerca, OGN, breeders e industrie agro-alimentari, provenienti da diversi contesti geografici e climatici in Europa (con 9 paesi coinvolti) e Paesi extra-UE (Cina, Svizzera, Sud Corea e Tunisia).
I primi risultati del progetto, già sottoposto ad una prima verifica da parte dei revisori europei, saranno illustrati prossimamente nel corso del workshop internazionale “Biocontrol Agents and Natural Compounds: important tools for organic vegetable food supply chains”. «Il workshop mira a fornire a studenti, tecnici e coltivatori i recenti risultati dei progetti di ricerca relativi agli agenti di biocontrollo (BCAs) e ai composti naturali (NCs) che potrebbero essere utili per migliorare le prestazioni delle colture e per ridurre gli input chimici nei processi di crescita e i residui chimici nei prodotti agricoli – spiega il prof. Ferdinando Branca -. I BCAs e NCs potrebbero migliorare la resilienza, l'efficienza e la sostenibilità dei sistemi coltruali orticoli, sia biologici che convenzionali e potrebbero rappresentare nuovi strumenti per supportare una nuova visione dell'agricoltura biologica in Europa».