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Afghanistan. Solidarietà e supporto per civili, sanitari, docenti e studenti

Comunicato congiunto del Collegio dei professori di Anestesia e Rianimazione (CPAR), la Società Italiana di Anestesia Rianimazione Terapia Intensiva e del Dolore (SIAARTI) e International Women in Intensive and Critical Care Network (iWIN)

1 Settembre 2021

Nella tragica situazione Afghana l’universalismo dei valori occidentali pare essere travolto lasciando spazio alla locale soppressione sistematica di diritti umani fondamentali.

In qualità di membri della comunità umana e scientifica del Collegio dei Professori di Anestesia e Rianimazione (CPAR), della Società Italiana di Anestesia Rianimazione Terapia Intensiva e del Dolore (SIAARTI) e di International Women in Intensive and Critical Care Network (iWIN), accomunati dalla volontà di essere medici e docenti, sentiamo l’urgenza, etica e professionale, di esprimere la nostra solidarietà alla comunità civile Afghana, al corpo docente, agli studenti, alle studentesse ed a tutti i componenti delle professioni sanitarie.

CPAR, SIAARTI e iWIN unite e solidali con la popolazione civile Afghana ritengono di doversi far portavoce di alcuni diritti non sacrificabili.

CPAR, SIAARTI e iWIN chiedono con forza che al popolo Afghano venga garantita e mantenuta la possibilità di accedere ai servizi sanitari e ad una formazione indiscriminata e di qualità, in grado di garantire uno sviluppo autonomo e autodeterminato dei singoli a prescindere da differenze di genere, origine, cultura e religione.

Crediamo nella necessità di focalizzare l’attenzione dei servizi di informazione (cartacei e telematici) sui nostri colleghi in Afghanistan, sui sanitari, impegnati nel lavoro sul campo a qualsiasi livello, sui docenti e sui discenti.

CPAR, SIAARTI e iWIN chiedono in particolare supporto con ogni mezzo disponibile per le colleghe, le studentesse ed aspiranti tali, discriminate in quanto donne sia nel loro ruolo professionale che nella vita privata. Nel contesto attuale, sempre più globalizzato, gli operatori sanitari e i docenti sono chiamati sia ad esercitare la loro professione che ad assolvere ad un ruolo sempre più rilevante nella difesa – chiara, netta, diretta – del diritto alle cure e all’istruzione per tutti.

Siamo qui uniti a ribadire:
 L’esigenza solidaristica di garantire a tutta la società civile Afghana la tutela della vita della dignità umana;
 la necessità di continuare a garantire la cooperazione a qualsiasi livello quale metodo per instaurare, migliorare e consolidare le relazioni tra i diversi Paesi e le diverse Comunità;
 l’importanza, in ogni ambito del nostro lavoro, di avere l’obiettivo costante di promozione di valori quali la difesa della dignità della persona, la responsabilità sociale, la consapevolezza e la partecipazione alla società civile.

Uniti richiediamo alle Istituzioni nazionali e internazionali direttamente coinvolte e a quelle di cui orgogliosamente facciamo parte (le nostre Università), di:

 farsi protagonisti della necessità di ripristinare, difendere e garantire tutti i Diritti Umani fondamentali;
 mantenere l’accesso ai servizi sanitari di base e alla protezione sociale per tutti i cittadini. Questo deve essere preservato collaborando con le Istituzioni e le Comunità locali, nella convinzione che la salute non sia un bene di consumo, ma un Diritto Umano Universale;
 garantire l’impegno (advocacy) delle istituzioni per la promozione del mantenimento della formazione universitaria, senza discriminazioni di genere, in particolare nell’ambito sanitario, finalizzata alla formazione delle risorse umane dedicate, alla ricerca e alla divulgazione scientifica;
 tutelare in ogni realtà lavorativa le donne, in quanto maggiormente soggette a discriminazioni, violenze, limitazione delle libertà individuali.

Dichiariamo il nostro impegno:

nella sensibilizzazione sui temi riguardanti la salute globale e la cooperazione sanitaria internazionale, attraverso attività di informazione (a distanza) nell’ambito della nostra professione;
 nella collaborazione tra Italia e Afghanistan per sviluppare iniziative di formazione a distanza (FAD) di personale sanitario qualificato, di supporto dei sistemi sanitari locali, di promozione e sviluppo della ricerca scientifica;
 nella creazione di una rete di colleghi/colleghe che condividono i valori della cooperazione sanitaria attraverso l’implementazione di progetti internazionali e l’avvio di nuove partnership, con attenzione verso le nuove generazioni;
 nella divulgazione di contenuti scientifici, di buone pratiche cliniche e degli articoli scientifici più interessanti, migliorando la comunicazione e la diffusione dei risultati scientifici;
• nel favorire strumenti di comunicazione innovativi, inclusivi delle proprie reti di riferimento, e creando canali comunicativi dedicati, con partner accademici, istituzionali, scientifici;
 nel miglioramento della comunicazione delle attività di ricerca già in atto e/o relative al contesto emergenziale.

Il nostro ruolo nel panorama presente e in quello a venire interpella anche noi di CPAR, SIAARTI e iWIN come membri del mondo clinico-scientifico, il nostro Paese, l’Italia, e il nostro continente, l’Europa. Al tradimento e all’abbandono che gli Afghani avvertono comprensibilmente si può rispondere solo restando al loro fianco.

Questo per CPAR, SIAARTI e iWIN si traduce in molti modi: nel sostegno a chi deciderà di non lasciare il proprio Paese, nell’accoglienza a chi non ha altra possibilità che emigrare, e nella raccolta fondi per il sostegno delle famiglie dei profughi. Perché ci sentiamo società civile di questa Europa, che è patria dei diritti umani, e che deve riconoscere di fronte agli stessi un privilegio e un dovere in più: difenderli e non tradirli.