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Ateneo in prima fila per la riqualificazione sismica ed energetica delle città

Aperta al dipartimento di Ingegneria civile e Architettura la conferenza internazionale SER4SC 2018. L’Ateneo lancia un progetto ‘pilota’ con il recupero di Palazzo Boscarino

1 Febbraio 2018
M.C.

“A Catania c’è un clima istituzionale che favorisce particolarmente la collaborazione tra soggetti diversi, questo è pertanto il momento più opportuno per avviare una decisa azione a favore della riqualificazione sismica ed energetica di edifici e strutture, partendo da quelli pubblici e scolastici. L’Ateneo mette a disposizione competenze e know how, e darà l’esempio con un progetto pilota, attraverso la riqualificazione di Palazzo Boscarino, accanto alla sede di Giurisprudenza”. Il rettore Francesco Basile ha aperto questa mattina i lavori della conferenza internazionale su "Seismic and Energy Renovation for Sustainable Cities" (SER4SC 2018) organizzata dai docenti del dipartimento di Ingegneria civile e Architettura dell'Università di Catania Giuseppe Margani e Vincenzo Sapienza, auspicando una convergenza di intenti culturale e politica sulla necessità di avere finalmente, anche in Sicilia, città più sostenibili e al tempo stesso più sicure.

“Si tratta di temi di importanza sociale che riguardano le città del presente ma anche del futuro – ha sottolineato il rettore – di cui ormai anche i semplici cittadini sono consapevoli. Sicurezza, sostenibilità, risparmio energetico sono concetti consolidati, rispetto ai quali adesso è necessaria una congrua iniziativa politica”. “Molti degli edifici nel nostro territorio non sono sicuri – ha ricordato il prof. Enrico Foti, direttore del dipartimento Dicar che da alcuni anni ha attivato un dottorato di ricerca in Mitigazione dei rischi urbani e territoriali – in quanto patiamo un ritardo storico nell’applicazione degli standard e delle pratiche costruttive antisismiche. Operare su entrambi i fronti, ossia sostenibilità energetica e sicurezza degli edifici, è inoltre un’opportunità dettata dagli incentivi sia al livello europeo che nazionale” che, come hanno ricordato Giuseppe Marano e Giorgia Ferlazzo, in rappresentanza rispettivamente dell’Ordine degli Ingegneri e della Fondazione dell’Ordine degli Ingegneri, comporta benefici a tutti i livelli: ambientali, sociali, economici, occupazionali. “Una nuova edificazione nell’area urbana non è più pensabile – ha rimarcato il presidente dell’Ance Giuseppe Piana –se non dopo una significativa demolizione di ciò che è purtroppo altamente vulnerabile; ormai è chiaro anche ai costruttori che, insieme a Università e professionisti, intendono fare pressione sui governi nazionali e regionali affinché si sostenga concretamente questo processo di rinnovamento”.

La conferenza che si è aperta questa mattina nell’aula magna Oliveri del Dicar – alla quale, fino a sabato, parteciperanno studiosi e tecnici provenienti da numerosi paesi europei - ha pertanto lo scopo di colmare il divario tra sostenibilità e sicurezza, promuovendo una sinergia intesa a risparmiare risorse umane e ambientali, come ha ricordato il prof. Vincenzo Sapienza, specie nelle aree ad elevato rischio di terremoto. Tra gli ospiti chiamati a tenere le key lectures nella mattinata di domani - venerdì 2 febbraio -  nell’auditorium De Carlo ai Benedettini ci sono Anna Pavan di Ove Arup & Partners - Build Change (sul tema “Design, Disasters, Development”), Maurizio Milan di Milan Ingegneria (“Seismic risk prevention policies”) e Martina Ruini di Mario Cucinella Architects (“Vulnerable territories of central Italy: adaptive strategies for community regeneration”), tutti esponenti di celebri studi di progettazione di livello internazionale, che presenteranno le proprie esperienze professionali nell’ambito della riqualificazione sismica ed energetica.

“Le città sono realmente sostenibili non soltanto se sono ‘green’ e poco ‘energivore’ ma anche e soprattutto se sono sicure – ha ribadito il prof. Margani -. Il nostro obiettivo è stato quello di richiamare all’Università di Catania studiosi ed esperti di tutte le discipline coinvolte, tecniche e sociali, per farli interagire in maniera virtuosa intorno alle possibili ‘renovation strategies’ di Catania, della Sicilia e dell’Italia. In primo luogo, indicando le soluzioni per scavalcare quelle barriere di natura economico-finanziaria, tecnica, organizzativa, e socio-culturale che limitano significativamente la reale possibilità di intraprendere misure di riqualificazione congiunta”.