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Il documento fornisce un quadro attuale dello stato di conservazione di ben 490 habitat in 35 Paesi europei dal Circolo polare artico al mar Mediterraneo e mar Nero
Anche i docenti e i ricercatori dell’Ateneo di Catania hanno fornito un importante contributo all’elaborazione della prima Lista Rossa Europea degli Habitat.
Una valutazione complessiva degli habitat europei – la prima assoluta – che fornisce un quadro attuale dello stato di conservazione di ben 490 habitat (terrestri e marini) in 35 Paesi europei, dal Circolo polare Artico fino al mare Mediterraneo e mar Nero e che ha registrato i contributi di ben 300 esperti tra cui il responsabile scientifico dell’Orto botanico dell’Università di Catania Gian Pietro Giusso del Galdo e l’esperto del Cutgana Saverio Sciandrello.
La Lista Rossa Europea degli Habitat è stata finanziata dalla Commissione Europea ed è stata coordinata da un partenariato internazionale formato dall’istituto di ricerca ambientale olandese Wageningen Environmental Research, dall’Iucn e dal Nature Bureau.
Il prof. Giusso Del Galdo, insieme con Saverio Sciandrello, ha partecipato al team italiano coordinato da Daniela Gigante dell'Università di Perugia e composto da Alicia Acosta (Università “Roma Tre”) e Fabio Attorre (Università “La Sapienza”) occupandosi specificatamente degli “Habitat rocciosi”.
“La Lista Rossa Europea degli Habitat fornisce uno strumento completamente nuovo e onnicomprensivo per rivedere gli impegni dell'Europa per la protezione e il ripristino degli ambienti sia terrestri che marini – spiega il prof. Giusso Del Galdo -, la lista prende in considerazione una gamma molto più ampia di habitat rispetto a quelli attualmente protetti sulla base della Direttiva 92/43/CEE "Habitat" e costituisce un valido strumento per misurare i progressi nel conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 per la conservazione della biodiversità”.
“I risultati sono abbastanza desolanti – aggiunge -. Più di un terzo degli habitat terrestri sono attualmente in pericolo di scomparsa, in particolare più di tre quarti delle paludi e torbiere, più della metà degli habitat erbacei e quasi la metà di laghi, fiumi e coste. Le foreste, le brughiere e gli habitat rocciosi mostrano un livello di minaccia meno marcato, ma destano comunque grande preoccupazione. Nell'ambiente marino, i banchi di molluschi, le praterie di fanerogame marine e gli estuari sono ovunque minacciati. Nel Mar Mediterraneo, quasi un terzo di tutti gli habitat è a rischio di collasso; nell'Atlantico nord-orientale, quasi un quarto. Di grande interesse è il gran numero di habitat marini di cui sappiamo ancora troppo poco, soprattutto nel Mar Nero”.
“Gli habitat europei sono in declino sia per estensione, sia per qualità per diverse ragioni, e molte minacce stanno avendo impatti sempre più grandi – aggiunge il docente etneo -. L'agricoltura intensiva, l'abbandono del pascolo e delle tradizionali attività agro-pastorali, l'alterazione degli equilibri idrici, l'inquinamento, l'invasione di specie vegetali e animali aliene, l'urbanizzazione e lo sviluppo di infrastrutture continuano a rappresentare pericoli per gli habitat terrestri. Nell'ambiente marino sono soprattutto l'inquinamento, l'arricchimento di nutrienti, e le pratiche di pesca distruttive a risultare le cause di minaccia più impattanti. Alcuni effetti dannosi del cambiamento climatico sono già evidenti sia nei sistemi marini che in quelli terrestri e rischiano di peggiorare”.
“Questi habitat formano il ricco arazzo dei numerosi e variegati paesaggi europei – conclude -. Ospitano molte migliaia di piante e animali e ci forniscono importanti servizi ecosistemici, come ad esempio la protezione del suolo, il sequestro del carbonio, un contrasto al riscaldamento globale. Questi habitat, inoltre, contribuiscono a produrre colture di pregio, a sostenere l'allevamento e la pesca, a fornire splendide cornici per il turismo e le attività ricreative. Offrono ispirazione e gioia a tutti e sono un patrimonio prezioso e insostituibile per le generazioni future”.