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A Catania la conferenza nazionale “Progettare insieme in Horizon 2020”

Tema principale l’interdisciplinarità e la collaborazione tra le aree di ricerca umanistica e tecnica

25 Ottobre 2017
Alfio Russo

Una “carta” in cui si condividono i concetti principali della ricerca interdisciplinare tra le Scienze socio-economiche e umanistiche e le Scienze, tecnologia, ingegneria e matematica. Sono i contenuti della “Dichiarazione di Catania” redatta nell’ambito della conferenza nazionale “Progettare insieme in Horizon 2020 - Scienze socio-economiche e umanistiche (SSH) e Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica (STEM)” organizzata al Monastero dei Benedettini dall’Area della Ricerca d'Ateneo e dal dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania in collaborazione con l’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea (Apre) e con Officine culturali.

«La dichiarazione di Catania è un documento che traccia un percorso da condividere successivamente col Miur e con la Commissione europea sui temi dell’interdisciplinarità e della collaborazione tra le diverse aree di ricerca in vista della definizione dei contenuti del 9° Programma Quadro di “Horizon 2020” che finanzia i progetti per la Ricerca e l'Innovazione in Europa nell’ultimo scorcio 2018-2020» ha spiegato il direttore Apre, Marco Falzetti. «Dobbiamo fare Scienza in modo diverso così come impone il programma Horizon 2020 e per raggiungere questo obiettivo le due distinte comunità scientifiche devono ormai lavorare insieme in ambito europeo, grazie anche a dei catalizzatori particolari» ha concluso Falzetti che ha anche la sottolineato l’importanza per l’Apre «di organizzare conferenze nazionali in nuovi territori diversi da Roma per coinvolgere maggiormente in questo percorso le imprese e gli enti siciliani».

Una scelta sposata in pieno dall’Ateneo di Catania, così come evidenziato dal prorettore Giancarlo Magnano San Lio, a testimonianza «della collaborazione stretta tra i due enti su un tema fondamentale come la progettazione europea per Horizon 2020 a cui gli atenei guardano con particolare interesse in quanto importante risorsa finanziaria per la ricerca». «Un programma che richiede un dialogo e una interazione maggiore tra le scienze umanistiche e le scienze esatte per la costruzione di progetti multidisciplinari e interdisciplinari che possano assicurare la soluzione più completa delle diverse problematiche» ha concluso il prorettore. Sulla stessa linea il direttore del dipartimento di Scienze umanistiche, la prof.ssa Maria Caterina Paino che, ringraziando la coordinatrice del settore Ricerca internazionale dell’Ateneo Teresa Caltabiano, anche nella sua qualità di componente del consiglio direttivo dell’Apre, ha evidenziato la «necessità di un potenziamento del lavoro di équipe e non più individuale da parte dei nostri ricercatori e docenti per lo sviluppo dei saperi, oltre che di una maggiore collaborazione con le altre istituzioni».

Argomentazioni riprese dalla prof.ssa Alessandra Gentile, delegato alla Ricerca dell’Università di Catania, che ha sottolineato «il lavoro svolto negli ultimi tre anni tra Ateneo, Disum e Apre nella definizione di percorsi e iniziate volte alla co-progettazione tra saperi diversi e che adesso confluiranno nella redazione della “Dichiarazione di Catania”, in grado di incidere sulla progettazione futura del IX programma quadro di Horizon del triennio 2018-2020». La prof.ssa Gentile ha anche “premiato” gli sforzi compiuti dall’Ateneo nel campo «della interdisciplinarietà e della contaminazione dei saperi anche tramite l’utilizzo delle risorse destinate ai docenti, suddiviso sulla base proprio di questi criteri». Un impegno testimoniato anche «dal progetto “Contamination Lab” ospitato per due edizioni dal nostro l’Ateneo e che guarda molto ai giovani» ha aggiunto il delegato alla Ricerca. «In questo contesto l’ateneo è impegnato nei distretti e nei cluster dei beni culturali, ci siamo dotati di un Piano triennale della ricerca per fornire ai dipartimenti e ai ricercatori linee guide ben determinate per risalire le classifiche relative alla ricerca – ha continuato la prof.ssa Gentile -. Puntiamo anche a politiche di sviluppo delle ricerche nazionali e internazionali e alla contaminazione delle imprese del territorio nel campo delle biotecnologie e nanotecnologie».

Nel corso della conferenza sono state approfondite, grazie ai numerosi relatori, le quattro tematiche oggetto della conferenza riguardanti la “Presentazione delle opportunità di finanziamento offerte dai bandi 2018-2020 di Horizon 2020 in cui la collaborazione tra scienze umane e scienze dure è necessaria”, il “Brain walking nel Monastero dei Benedettini per immaginare sinergie presenti e future per le aree di ricerca SSH e STEM”, “L’efficace collaborazione tra ricercatori STEM e SSH nei bandi Horizon 2020: testimonianze da esperienze sul campo” e le “possibili collaborazioni tra SSH e STEM, anche in vista della preparazione del 9° Programma Quadro”.