Sito non più aggiornato
Il sito del nuovo organo ufficiale d'informazione d'ateneo è accessibile all'indirizzo www.unictmagazine.unict.it
Il sito del nuovo organo ufficiale d'informazione d'ateneo è accessibile all'indirizzo www.unictmagazine.unict.it
Su questi temi l’astrofisica Jocelyn Bell-Burnell ha affascinato ieri pomeriggio la folta platea presente alla Città della Scienza
Con il classico humour inglese, sempre intelligente, tagliente e talvolta anche impietoso, l’astrofisica Jocelyn Bell-Burnell ieri pomeriggio ha incantato la folta platea di docenti, ricercatori e studenti nell’auditorium di Città della Scienza dell’Università di Catania con una public lecture dal titolo “The Discovery of Pulsar”.
Ripercorrendo le principali tappe della sua carriera, tra cui la laurea in Fisica all'Università di Glasgow, la scienziata originaria dell’Irlanda del Nord, si è soffermata sul dottorato a Cambridge sotto la supervisione del radioastronomo britannico Anthony Hewish, alla costruzione di un nuovo radiotelescopio e alla rivoluzionaria scoperta delle pulsar nel 1967.
Una scoperta che meritò il Premio Nobel per la Fisica nel 1974, ma non per la sua scopritrice, ancora dottoranda, bensì a due radioastronomi britannici Anthony Hewish (suo relatore di tesi) e Martin Ryle. Nonostante il mancato conferimento del premio, che non viene assegnato ai dottorandi, la scienziata Bell-Burnell per le sue ricerche è stata insignita di numerosi premi e riconoscimenti tra cui lo Special Breakthrough Prize e il titolo di Dama Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico «per i servizi resi all’astronomia».
Una storia che ha spinto Joycelin Bell, che attualmente insegna all’Università di Oxford, a dare un forte contributo alla fondazione dell'Athena Swan programme per migliorare l'inclusione delle donne nel mondo universitario investendo il denaro dello Special Breakthrough Prize in borse di dottorato per le persone meno rappresentate in ambito accademico. «Migliorare la diversità nella fisica può portare molte cose positive» ha spiegato.
«Lo Special Breakthrough Prize nella Fisica fondamentale è stato assegnato solo quattro volte: oltre alla Bell-Burner lo hanno ricevuto Stephen Hawking, gli scienziati del Cern e quelli della collaborazione Ligo» ha spiegato in apertura la prof.ssa Alessia Tricomi, delegata alla Terza missione, evidenziando che l’astrofisica ha ricoperto anche il ruolo di presidente della Royal Astronomical Society oltre ad essere stata la prima donna a dirigere la Royal Society of Edinburgh e l'Institute of Physics del Regno Unito.
Un momento dell'intervento dell'astrofisica Jocelyn Bell-Burnell
Sull’inclusione delle donne nel mondo accademico è intervenuto il rettore Francesco Priolo che ha sottolineato come «ancora oggi le donne rappresentano attualmente solo il 33,3% del personale docente e ricercatore nonostante a livello globale le presenze femminili nei diversi cicli di formazione si attestino tra il 44% e il 55%». «Una situazione che richiede un intervento degli atenei investendo risorse economiche aggiuntive e innescando i giusti processi di innovazione culturale – ha aggiunto -. All’Università di Catania nel 2020 il 42% delle lauree UniCt nelle materie scientifiche è stato conseguito da ormai ex-studentesse, un dato superiore alla media nazionale che si attesta al 40%, confermando che la presenza femminile risulti essere in crescita a tutti i livelli della formazione».
«Resta molto ancora da fare e l’ateneo catanese a tal fine all’inizio dell’anno ha adottato il Gender Equality Plan, il Piano per l'Uguaglianza di Genere volto ad assicurare la valorizzazione delle differenze e l'effettiva attuazione dei principi di uguaglianza» ha aggiunto il rettore nel corso dell’evento organizzato nell’ambito della 11th European Summer School on Experimental Nuclear Astrophysics con il contributo di INFN-Laboratori Nazionali del Sud, Dipartimento di Fisica e Astronomia e Città della Scienza dell’Università di Catania, Centro Siciliano di Fisica Nucleare e di Struttura della Materia e Chetec-Infra.
Un momento dell’intervento dell’astrofisica Jocelyn Bell-Burnell e la folta platea presente nell'auditorium della Città della Scienza