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Dopo il Dpcm al Cus Catania attività sportive all’aperto per i tesserati

Il presidente Luigi Mazzone: “Sport fondamentale per la salute e per la psiche, nel rispetto delle regole”

30 Ottobre 2020

Il Dpcm del 24 ottobre ha comportato una stretta ulteriore a varie attività. Fra queste, anche lo sport, con la chiusura ad esempio di piscine e palestre. Il CUS Catania si è come sempre adeguato alle disposizioni e continuerà a farlo, giorno dopo giorno, seguendo ogni nuova comunicazione giunta dalle autorità competenti. Le palestre della sede di via Santa Sofia resteranno chiuse, ma le attività all’interno del CUS non si sono fermate, visto che la struttura possiede vari ed idonei spazi all’aperto che possono essere utilizzati per la pratica sportiva dei tesserati.

Per quanto riguarda le sezioni agonistiche, le rimodulazioni vengono invece affrontate secondo gli accordi stabiliti da ogni federazione. Il tutto ovviamente nel rispetto delle attuali normative di contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, del Dpcm del 24 ottobre 2020, dell’ordinanza della presidenza della Regione del 24 ottobre 2020 e delle “Linee Guida per l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere” emanate dal dipartimento per lo Sport, aggiornate al 22 ottobre 2020.

Da mercoledì, ad esempio, gli spazi all’aperto ospitano i corsi “Full Open” per i tesserati che sono stati rimodulati in un nuovo calendario che è disponibile sul sito del Cus Catania e sui canali social dell’Ente. Gli spazi all’aperto sono il campo di calcio a 5, la tensostruttura area skill, l’outdoor cycling e il campo polivalente. E’ possibile inoltre utilizzare la pista di atletica e proseguono i corsi di tennis.
Il tutto prenotabile on line.

“Il momento attuale richiede una costante e continua programmazione. Come sempre – spiega il presidente del Cus Catania Luigi Mazzone - ci siamo fatti trovare pronti, e continueremo ad adattarci ad ogni disposizione delle autorità competenti. Ai nostri tesserati possiamo fornire però idonee aree all’aperto. Dunque abbiamo riprogrammato molte attività universitarie sfruttando gli spazi esterni, sempre con il corretto distanziamento e la giusta sanificazione. Stiamo cercando di percorrere una strada alternativa per aiutare chi desidera praticare attività sportive. E qui entra in gioco anche il mio ruolo di neuropsichiatra: l’attività sportiva, infatti, aiuta a combattere lo stress e alcune tipologie di problematiche psicologiche. Da medico, sostengo che la pratica sportiva ha benefici fondamentali e dunque mi aspetto riflessioni serie in tal senso. Chi può proseguire facendo rispettare le regole, è giusto che lo faccia. Chi non può, è giusto che si fermi. La penso così ora, la pensavo così un mese e mezzo fa quando i numeri del contagio non erano quelli di adesso. Certo, bloccare lo sport rischia di essere un autogol e questo pensiero deve animare la politica, tutto ovviamente nel rispetto delle norme, della tutela della salute delle persone e della curva dei contagi”.