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Obiettivo del progetto, realizzare e installare un osservatorio muografico sull’Etna per mappare i condotti magmatici dei crateri
Costruire e installare un osservatorio muografico sulla sommità dell'Etna per realizzare una "radiografia" della parte sommitale dei crateri e mapparne i rispettivi condotti magmatici. E’ l’obiettivo dell’accordo di ricerca internazionale sottoscritto lo scorso 9 settembre tra l’Università di Catania, la University di Tokyo (Giappone) e il Wigner Research Center of Physics (Ungheria), in occasione del simposio "Muographers 2019 - Accelerating Innovation" che si è tenuto nella sede della United Nations University di Tokyo.
Le tecniche muografiche (cioè di tracciamento dei muoni cosmici che attraversano il vulcano) previste dall’accordo saranno due: una interamente sviluppata al dipartimento di Fisica ed Astronomia "Ettore Majorana" di Catania, l’altra sviluppata al Wigner RCP di Budapest. L'Università di Tokyo si occuperà dell'impiego di intelligenza artificiale per la elaborazione online dei dati acquisiti dai tracciatori. Le attività dureranno tre anni, durante i quali le tre comunità di ricercatori condivideranno conoscenze e sforzi per il raggiungimento dell'obiettivo finale che è, oltre all'installazione e alla messa in funzione dell'Osservatorio, la mappatura dei condotti magmatici dei crateri sommitali dell'Etna.
La collaborazione Mev (Muography of Etna Volcano), guidata dal prof. Domenico Lo Presti, ricercatore di Fisica sperimentale dell’Ateneo catanese, comprende docenti e personale del Dfa, del dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali, dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, dell'Osservatorio Astrofisico di Catania e della Sezione di Catania dell'Istituto nazionale di Fisica nucleare.
L’accordo è stato firmato dal prof. Lo Presti, in qualità di delegato del direttore del Dfa e rettore eletto dell'Università di Catania Francesco Priolo, dal prof. Hiroyuki Tanaka, affiliato all'Earthquake Research Institute (Università di Tokyo) e dal dott. Dezso Varga, del Wigner Research Center for Physics-Hungarian Academy of Science.
La collaborazione Mev è già attiva da circa tre anni sulle pendici del cratere di Nord-Est. Il tracciatore, interamente progettato e realizzato al Dfa, alimentato a pannelli solari e dotato di un sistema di trasmissione dati radio (Lte) è, infatti, stato realizzato e trasportato a quota 3100 metri s.l.m. ad agosto 2017.