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Intervista al sindaco Giansiracusa: “Comune e Unict mettono insieme le proprie energie”
Il capo dei ‘pionieri’ è indubbiamente lui, Michelangelo Giansiracusa, primo cittadino di Ferla, appena rieletto per il suo terzo mandato alla guida del piccolo comune siracusano, strenuo sostenitore del ‘protagonismo dei cittadini’. “Il cambiamento può avvenire a partire dalle piccole cose”, è uno dei suoi mantra, che ha praticamente tradotto in una stretta collaborazione con l’Università di Catania per realizzare un piccolo sogno: far nascere nel suo borgo, sempre più ‘green’, la prima Comunità energetica siciliana, fondata sullo scambio tra produttore e consumatore “a metro zero”. “Non più semplice immissione di energia nella rete in cambio di un incentivo – spiega -, ma la possibilità di produrre energia e di farla utilizzare dal vicino di casa con significativi risparmi di gestione. Tutto nella logica del no profit”.
Si tratta, del resto, di un obiettivo coerente con il percorso amministrativo che ha perseguito nell’ultimo decennio, votato alla ricerca della ‘sostenibilità’. Differenziata, acqua potabile, risparmio energetico e di risorse pubbliche, sono alcuni dei traguardi raggiunti e certificati. Adesso, il felice incontro con l’Ateneo catanese e, in particolare, con il progetto Trepesl, di cui è responsabile scientifica la prof.ssa Marisa Meli ordinaria di Diritto privato nel dipartimento di Giurisprudenza, e la nascita della Cer “CommOn Light - Mettiamo insieme le energie”: un matrimonio di reciproco interesse, dato che il comune di Ferla può contare su una consulenza costante ed efficace che ha già portato alla definizione di una ‘best practice’, e che i ricercatori traducono in azioni concrete, attraverso una modalità sperimentale sul campo, gli alti obiettivi della cosiddetta ‘terza missione’ di cui è investita l’istituzione universitaria, in altre parole il trasferimento dei risultati della ricerca sul territorio.
Il percorso – costantemente supportato dalla prof.ssa Meli, dall’avvocato Milena Pafumi e dal dott. Enrico Giarmanà (Master II livello in Diritto dell’Ambiente e Gestione del Territorio, Unict) – ha preso ufficialmente il via nel marzo 2021 con l’atto di indirizzo attraverso la quale il comune di Ferla dichiarava di aderire al processo di transizione energetica attraverso una serie di azioni, tra cui la costituzione di una o più comunità energetiche, e con una ‘call for interests’ permanente rivolta a cittadini e imprese, per aderire al progetto CommOn Light. Nel frattempo proseguono le campagne di animazione territoriale e di comunicazione, anche sui social, e sono stati definiti il modello giuridico, l’organizzazione e le caratteristiche della comunità energetica, tradotti poi in un atto costitutivo, in uno statuto e in regolamento. Nel novembre scorso, infine, è stato attivato il primo impianto.
Al di là dei comprensibili scetticismi iniziali, qual è l’atteggiamento dei suoi concittadini nei confronti di questa ennesima sfida?
Negli anni siamo riusciti a costruire pian piano un rapporto di fiducia con i cittadini legato alle buone pratiche in tema di sostenibilità, grazie anche all’impegno dell’assessore comunale alle politiche energetiche, Rita Lo Monaco. Abbiamo realizzato il primo ‘villaggio del compost’, elevato la quota di raccolta differenziata fino al 75%, installato dei distributori di acqua potabile e grazie ai fondi del PO FERS 2007/2013 e del POI Energia 2015/16, costruito ben sei impianti fotovoltaici in terreni e strutture comunali per una potenza di 311 kW. Questo ci ha permesso di conseguire 90 mila euro di risparmi, e di incamerare 30 mila euro nel bilancio comunale dal Gse. Insomma, avevamo già un ‘tesoretto’ di fiducia in partenza. Nel riefficientare il palazzo comunale abbiamo inoltre installato un impianto da 20 kW, che costituirà il ‘nucleo’ della comunità energetica. Non sappiamo quantificare ancora i vantaggi di questa ambiziosa operazione, ma sicuramente ne avremo: si tratta di un percorso innovativo e virtuoso, prossimità e solidarietà saranno le vere protagoniste. La consapevolezza la conquisteremo insieme.
I sindaci dei comuni vicini le stanno manifestando interesse? A suo avviso, quella di Ferla può divenire un’esperienza da esportare e condividere?
Molti colleghi mi chiamano per avere informazioni, siamo spesso presenti in convegni e seminari per raccontare il nostro progetto, l’interesse è indubbiamente crescente. E so che a Sortino, grazie ad EnelX, dovrebbe nascere presto un’altra comunità energetica. Non posso che esserne felice, sono convinto che si tratti di un processo irreversibile perché la transizione è un momento davvero epocale. E Ferla ha da tempo scelto, anche con atti ufficiali, di fondare i suoi valori sulla lotta allo spreco energetico, sulla condivisione del bene e sulla creazione di un mercato dell’energia equo e sostenibile, basato sull’economia circolare, che promuova l’innovazione tecnologica e porti al contempo benefici ambientali, sociali, sanitari ed economici.
Quali sono le prossime tappe tecnologiche previste dal processo di realizzazione della CER?
Dobbiamo certamente implementare questo sistema sperimentale che fa leva sull’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, sia per quanto riguarda la potenza di produzione, installando un altro impianto, sia per quanto riguarda i sistemi di accumulo. Dopo l’effettiva messa in esercizio, capiremo insieme come gestire i flussi informativi e lo scambio di energia che avverrà all’interno della stessa comunità. Inoltre, attendiamo i decreti attuativi della direttiva europea Red II, perché ci aiuteranno come migliorare il sistema dal punto di vista tecnologico, e cercheremo di avvalerci dell’ulteriore apporto di competenze specifiche, contando anche sulla già avviata e preziosa sinergia con l’Università di Catania.
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