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Il sito del nuovo organo ufficiale d'informazione d'ateneo è accessibile all'indirizzo www.unictmagazine.unict.it
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Intervento della prof.ssa Elisabetta Nicolosi del Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente dell'Università di Catania
Il 21 marzo viene celebrata la Giornata Internazionale delle Foreste. Un evento istituito nel 2012 dall’Assemblea Generale dell’Onu a seguito dell’importante segnale di attenzione e riconoscimento del valore del patrimonio boschivo mondiale della Fao. Seppur l’interesse a livello globale è ampiamente sentito, bisogna assumere maggiore consapevolezza dell’importanza e del ruolo che le foreste hanno, non solo per la vita degli esseri umani, ma per tutta quella biodiversità animale e vegetale che nelle foreste trova la propria dimora. Tutti i Paesi sono chiamati ad organizzare eventi e attività che coinvolgono foreste e alberi. L’evento principale si svolgerà all’Expo di Dubai nel Padiglione svedese dove si discuterà di come le innovazioni basate sulle foreste, l’efficienza delle risorse, i prodotti forestali e i servizi ecosistemici possono contribuire a uno stile di vita sostenibile e accelerare la transizione verso un consumo e una produzione in linea con i 17 ‘Sustainable Development Goals’ dell’Agenda 2030.
La FAO indica le linee da cui è fondamentale partire e su cui riflettere per agire e valorizzare al meglio le risorse forestali mondiali in un’ottica di sostenibilità. L’utilizzo di prodotti legnosi e di origine forestale - provenienti da fonti legali e sostenibili, questo fa la differenza - contribuisce alla riduzione delle emissioni di CO2 da parte della società, grazie anche a tecnologie sempre più innovative e all’avanguardia che facilitano l’ottenimento di prodotti tessili, cibi, materiali da costruzione, cosmetici, bio-plastiche, dalla fonte rinnovabile bosco. Il settore forestale genera lavoro per almeno 33 milioni di persone e i prodotti che ne derivano sono utilizzati da miliardi di persone. Le foreste sono essenziali per la salute del pianeta e per il benessere umano, ma è indispensabile una gestione sostenibile per arrivare ad una economia basata su materiali rinnovabili, riutilizzabili e riciclabili. I polmoni del mondo sono una risorsa da proteggere e gestire con raziocinio. Le foreste coprono una superficie di quasi 4 miliardi di ettari, oltre il 31% delle terre emerse, ospitano l’80% della biodiversità terrestre, producono cibo e sostentamento per 1,6 miliardi di persone.
L'Europa ospita (insieme alla Russia) il 25% del patrimonio forestale mondiale, seguita da America meridionale (21%), America settentrionale e centrale (19%), Africa (16%), Asia (15%) e Oceania (5%). Le foreste forniscono una grande quantità di servizi, depurano l’aria che respiriamo, sono fonte di approvvigionamento di un elemento per noi vitale, l’acqua potabile, regolano il clima, riducono il riscaldamento globale, mitigano il rischio causato dagli eventi climatici estremi: alluvioni, desertificazione, ondate di calore. Contribuiscono in generale alla salute e al benessere dell’umanità. Ogni anno, però, nonostante tutti questi inestimabili benefici ecologici, economici, sociali e sanitari, la deforestazione e la degradazione forestale globale continua a un ritmo allarmante e, a causa degli interventi umani, scompaiono intere foreste. Mediamente, negli ultimi 50 anni, abbiamo perso 12 milioni di ettari di foresta l’anno, molti dei quali con una rara e ricca biodiversità come quelli della foresta pluviale tropicale. Nel 2019 di foreste ne sono state distrutte 26 milioni di ettari, una estensione appena inferiore a quella dell’intero territorio italiano. La superficie occupata da foreste a livello mondiale continua a diminuire: dal 1990 il mondo ha perso 178 milioni di ettari di foresta. Tuttavia, uno spiraglio si intravede osservando il periodo 1990-2020 dove il tasso di perdita netta è diminuito grazie ad una riduzione della deforestazione in alcuni Paesi associata, in altri, ad incrementi della superficie forestale dovuta ad attività di rimboschimento e al processo di espansione naturale delle foreste.
I Paesi dove si concentra maggiormente il fenomeno della deforestazione sono il Brasile, il Congo, l’Indonesia e altri Paesi della fascia tropicale. Le cause della deforestazione sono imputabili perlopiù ad attività agro-industriali su larga scala, a disboscamenti intensivi con taglio raso, a sostituzioni di foreste con piantagioni di specie esotiche a rapida crescita, ad attività estrattive. I Paesi più virtuosi, nei quali si è evidenziato il maggiore aumento netto annuo di patrimonio forestale sono Cina, Australia, India, Cile, Vietnam, Turchia, Stati Uniti d'America, Francia, Italia, Romania.
Il nostro Paese è ricco di boschi e foreste che costituiscono un patrimonio naturalistico inestimabile. La superficie forestale in Italia è sensibilmente aumentata negli ultimi trenta anni e ormai quasi il 40% del territorio nazionale è coperto da foreste, più di 11 milioni di ettari. Circa un terzo delle foreste italiane rientra nelle aree protette dei Parchi nazionali e regionali e della Rete Natura 2000. Il dato sembrerebbe in contrapposizione al fenomeno della deforestazione, ma l’incremento annuo della superficie forestale ha interessato soprattutto aree occupate in precedenza da coltivi, pascoli e incolti, specie nelle regioni del centro e del sud Italia, a causa del progressivo abbandono delle aree rurali marginali collinari e montane che vengono colonizzate prima da comunità arbustive poi, con il progredire delle dinamiche vegetazionali, da nuovi boschi. È da sottolineare che contemporaneamente si è registrata una graduale riduzione delle utilizzazioni forestali.
Il nostro patrimonio boschivo comprende un’ampia varietà di tipologie forestali, ciascuna con una diversa composizione in specie e con particolari esigenze ecologiche e stazionali. L’elevata diversità specifica, fisionomica, strutturale e paesaggistica, è favorita dalla eterogeneità ambientale del nostro Paese. Nel complesso, le foreste italiane sono tra le più ricche a livello europeo, ospitando circa 117 specie arboree differenti e una componente floristica e faunistica estremamente ricca e variegata. I nostri paesaggi si caratterizzano per la presenza di boschi di latifoglie decidue, quali faggete, cerrete, castagneti, carpineti, boschi di farnia, di rovere, roverella e di latifoglie sempreverdi come le leccete e le sugherete. Numerose sono le formazioni di conifere che occupano le zone più alte del territorio con larici, cembri, abete rosso e bianco, pinete di pino silvestre, pino nero, mentre le zone più basse e quelle costiere ospitano le pinete mediterranee. Questa varietà di formazioni forestali e di ecosistemi rappresenta una ricchezza inestimabile che appartiene a tutti noi e che deve essere assolutamente protetta. Infatti, se alcune tipologie forestali sono in espansione, grazie all’abbandono delle aree marginali soprattutto in aree montane, altre purtroppo si riducono in estensione. Per questo, anche in un Paese come il nostro nel quale la superficie forestale complessiva aumenta, alcune foreste divenute rare e minacciate di scomparsa necessitano di maggiore e particolare attenzione e tutela.
Tutti i territori con significativa presenza di aree boscate godono di benefici derivanti proprio dalla presenza degli ecosistemi forestali che migliorano la qualità della vita delle popolazioni che vi abitano. Le foreste offrono un insieme di utilità/benefici molto importanti che se sfruttati dall’uomo si trasformano in funzioni fondamentali per contrastare eventi disastrosi sempre più frequenti. Ad esempio, di fronte a condizioni di forti precipitazioni, il bosco è in grado di rallentare il deflusso superficiale delle acque e il dilavamento del suolo; le chiome degli alberi riducono l’impatto della pioggia sul terreno, che è in grado di assorbire più facilmente l’acqua immagazzinandola nelle falde, mentre le radici trattengono il terreno impedendone l’erosione. Grazie al bosco è quindi molto meno probabile che si possano formare delle frane e che la pioggia confluisca rapidamente a valle determinando le rapide piene dei fiumi che causano le alluvioni.
Il cambiamento climatico in atto ha di molto accresciuto il valore multifunzionale delle foreste e ha valorizzato il ruolo che la selvicoltura assume per la salvaguardia del territorio mediante approcci volti a migliorare la regimazione idrica e la difesa dall’erosione superficiale dei suoli, la mitigazione dei fenomeni di dissesto idrogeologico, la protezione dei centri abitati contro frane e valanghe, la biodiversità degli ecosistemi forestali, la prevenzione dagli incendi, la salvaguardia del paesaggio, il contrasto ai processi di desertificazione. La pianificazione di interventi selvicolturali per la manutenzione dei territori boschivi diventa quindi un approccio fondamentale per far fronte ai fenomeni di dissesto che per lo più derivano dalla assenza di gestione dei territori aggravati dagli eventi climatici estremi sempre più frequenti.
Per le foreste un'altra grande sfida è rappresentata dagli incendi boschivi. Oltre a causare la perdita di vite umane e di beni, gli incendi boschivi sono uno dei principali fattori di perdita di biodiversità, habitat e servizi ecosistemici con la conseguenza anche del rilascio di enormi quantità di anidride carbonica e altri gas serra nell'atmosfera. Di recente ricordiamo tutti le immagini disastrose degli incendi che si sono verificati in Australia nel 2019 e che hanno causato la distruzione di 8,5 milioni di ettari di foresta e la morte di oltre 1 miliardo di animali.
Lo scorso febbraio è stata pubblicata la Strategia Forestale Nazionale (SFN), un documento strategico di indirizzo nazionale per la gestione sostenibile del patrimonio forestale italiano. La SFN “è uno strumento adottato a beneficio del patrimonio forestale italiano, nell’interesse collettivo. La sua missione sarà di portare il Paese ad avere foreste estese e resilienti, ricche di biodiversità, capaci di contribuire alle azioni di mitigazione e adattamento alla crisi climatica, offrendo benefici ecologici, sociali ed economici per le comunità rurali e montane, per i cittadini di oggi e per le prossime generazioni. La Strategia Forestale Nazionale incentiverà la tutela e l’uso consapevole e responsabile delle risorse naturali, con il coinvolgimento di tutti, in azioni orientate dai criteri della sostenibilità, della collaborazione e dell’unità di azione”.
In passato il bosco era simbolo di mistero e di paesaggio aspro e selvaggio, luogo di rifugio e di culto. Nell’immaginario collettivo le foreste rappresentavano un luogo con natura incontaminata, non facilmente raggiungibile. Oggi si guarda al bosco in modo diverso: non solo come risorsa, ma come sistema biologico complesso, indispensabile per la conservazione della vita sul pianeta. Il bosco può essere presente anche nelle aree peri-urbane o addirittura all’interno delle nostre città. Le foreste urbane, aree naturali più o meno estese, caratterizzate da elevata biodiversità e ricchezza floristica e faunistica, rappresentano una preziosa risorsa ambientale in grado di trasferire gran parte dei preziosi benefici e servizi, propri delle aree naturali, all'interno delle grandi e piccole città, caratterizzate da complesse e articolate problematiche di carattere ambientale, sociale e energetico. Nonostante sia stata da tempo superata la comune visione legata alla funzione puramente estetica e ricreativa delle aree verdi in città, solo recentemente è stato riconosciuto il ruolo cruciale delle foreste urbane e periurbane nella salvaguardia della qualità ambientale e del benessere psico-fisico degli abitanti.
Tra i benefici corrisposti dagli spazi verdi e dagli alberi ricordiamo quelli di carattere sociale e aggregativo, il controllo delle acque piovane, il miglioramento del microclima e della qualità dell'aria e la riduzione dei consumi di energia e quindi di emissioni. Questi benefici concorrono tutti insieme a rendere le città più vivibili e sostenibili. Non va dimenticata poi la grande valenza ecologica della vegetazione urbana, la quale, a dispetto delle limitate estensioni, può racchiudere e preservare preziosi habitat per la sopravvivenza e la riproduzione di flora e fauna, tra cui piccoli mammiferi, anfibi, uccelli e insetti.
Gli spazi verdi urbani e peri-urbani offrono la possibilità di recuperare e riqualificare aree abbandonate e degradate della città, sia dal punto di vista sociale, sia ambientale.
Vorrei infine segnalare che tra le diverse iniziative, eventi, mostre e progetti per la Giornata internazionale delle foreste 2022 esiste anche un contest europeo dedicato all’albero dell’anno, European Tree of the year, organizzato dall'Epa (Environmental Partnership Association) che dal 2011 invita a votare l’albero europeo con la storia più forte e interessante. La votazione si è conclusa lo scorso 28 febbraio e il vincitore sarà comunicato il 22 marzo. In gara ci sono 16 alberi di tutta Europa.
L'Italia quest’anno è rappresentata dall’albero più famoso del Parco dell’Etna, il Castagno dei 100 cavalli, che sorge a Sant’Alfio, alle pendici dell’Etna, vincitore lo scorso anno del concorso nazionale Tree of the year 2021, concorso che ha lo scopo di puntare l’attenzione sulle bellezze naturalistiche della penisola sottolineando l’importanza dei vecchi alberi, patrimonio naturale e culturale.
La docente Elisabetta Nicolosi