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I comportamenti dei consumatori e l'intervento dello Stato

Al dipartimento di Economia e Impresa la conferenza della Società italiana di Economia pubblica

22 Settembre 2017
Giuseppe Melchiorri

Nel campo dell’analisi economica negli ultimi vent’anni ha preso piede il filone dell’economia comportamentale, prevalente rispetto alla teoria classica dell'homo oeconomicus razionale: secondo questa interpretazione, le scelte dell’uomo dipendono soprattutto da sentimenti ed emozioni, non sempre rispondenti a una concezione puramente egoistica e utilitaristica dell'agire umano.

Sentimenti ed emozioni inducono quindi l'individuo a compiere azioni anche in campo economico apparentemente irrazionali o incoerenti rispetto alle reali (o prevedibili) esigenze. E lo Stato non può non tener conto di questi comportamenti da parte del cittadino/consumatore. La varietà e la complessità di comportamenti individuali e sociali esigono pertanto un rinnovato sforzo di economisti e scienziati sociali nello studio del ruolo e della giustificazione dell'azione dello Stato nell'economia, dei meccanismi e strumenti di intervento e delle conseguenze delle politiche.

Il complesso rapporto tra "Economia pubblica ed economia comportamentale" è il tema della 29esima conferenza annuale della Società italiana di economia pubblica (Siep), che si tiene fino a venerdì 22 settembre al dipartimento di Economia e Impresa (Dei) dell’Università di Catania. L’incontro è stato organizzato dai docenti Michele Bernasconi (Università Ca' Foscari), presidente della Siep, Isidoro Mazza e Romilda Rizzo (Università di Catania) e Massimo Paradiso (Università di Bari), che compongono il comitato scientifico del convegno, su impulso del prof. Giacomo Pignataro, ordinario di Scienza delle Finanze al Dei e già rettore dell'Università etnea.

Un incontro articolato in sessioni parallele e tavole rotonde nel corso delle quali numerosi economisti ed esperti hanno dibattuto su tematiche come il passaggio dalla teoria economica alle politiche pubbliche, economia comportamentale e fiscalità, infrastrutture e sviluppo economico, tassazione e debito nell’economia primaria…

"Il rapporto tra la nostra scuola di Finanza e la Siep è sempre stato molto forte - ha affermato il prof. Pignataro -. Nel nostro dipartimento diverse generazioni di studiosi hanno approfondito vari ambiti di ricerca, quali la finanza applicata al settore sanitario, alla gestione dei beni culturali, ai lavori pubblici e allo studio dei meccanismi di funzionamento delle decisioni politiche". "Per noi - ha poi sottolineato il prof. Mazza- è un grande onore la scelta di Catania per questo evento. La Siep raccoglie, infatti, alcuni dei più importanti studiosi della scuola italiana di Finanza pubblica, che è riconosciuta in tutto il mondo per la qualità dei suoi studi".

Il convegno si è aperto con la cerimonia inaugurale alla presenza del direttore del Dei Michela Cavallaro che ha ringraziato i docenti del dipartimento che si sono impegnati per l'organizzazione dell'evento, e del prof. Bernasconi. "La Siep nasce nel 1988 - ha spiegato il presidente – e per la prima volta tiene la sua conferenza nazionale a Catania. L'Università etnea ha avuto un ruolo fondamentale per la sua fondazione, non a caso il suo primo presidente è stato il prof. Emilio Giardina”. Bernasconi ha poi spiegato la motivazione del tema portante della conferenza: "Si tratta di un ramo di ricerca che recupera una tradizione già viva negli Stati Uniti secondo il quale il comportamento degli agenti economici è influenzato da fattori psicologici e affettivi. La caratteristica della finanza comportamentale è quindi l'approccio interdisciplinare, studiando in particolare il rapporto tra economia e psicologia cognitiva".

E’ seguito l’intervento del primo keynote speaker Valentino Dardanoni (Università di Palermo) su “La razionalità limitata nella scelta individuale”. Tra gli ospiti anche il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, intervenuto nel pomeriggio alla tavola rotonda “Dalla teoria economica alle politiche pubbliche” che ha parlato dei prossimi obiettivi del Governo per favorire lo sviluppo economico del Sud: "Il nostro obiettivo - ha speigato - è, nell'arco di 3-4 anni, centomila nuove iniziative imprenditoriali nel Mezzogiorno. Lo stanziamento è molto rilevante, un miliardo e trecento milioni, e anche la dotazione di capitale per i giovani che vogliono fare impresa è molto significativa: fino 50 mila euro per il singolo giovane fino a 200 mila euro per cooperative di giovani. E' un obiettivo importante. Noi stiamo investendo sulla capacità di iniziativa dei giovani meridionali".
"Il gap -ha continuato il ministro - è ancora largo perché è andato allargandosi per tre decenni e si è allargato durante la crisi del 2008-2013. Da due anni, ormai quasi tre, a questa parte su sta riducendo. Gli indicatori ci dicono che sia il Pil sia l'occupazione in percentuale crescono più al Sud che al Centro-Nord finalmente, ma questo non basta. Bisogna rafforzare e consolidare questa crescita. L'obiettivo deve essere quello di chiudere via via il gap. Teniamo conto, ripeto, che è un gap che si è approfondito per più di 30 anni". Moderati dal prof. Pignataro sono intervenuti oltre al ministro, il direttore generale agli Affari economici e finanziari della Commissione Europea Marco Buti, la docente Silvia Giannini, già vicesindaco di Bologna, il direttore generale delle Finanze Fabrizia Lapecorella, l’ex parlamentare Nicola Rossi e il prof. Alberto Zanardi (Università di Bologna e Consiglio dell'Ufficio parlamentare di bilancio).