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I MEAs in Italia a dieci anni dalla loro introduzione

Alla Torre Biologica la XVII conferenza nazionale sulla Farmaceutica

16 Febbraio 2018

"Dieci anni di MEAs in Italia: uno strumento negoziale value-based o di puro contenimento della spesa?" Questo il titolo dela XVII conferenza nazionale sulla Farmaceutica, organizzata dal dipartimento di Scienze biomediche e biotecnologiche (Biometec) dell'Università di Catania, con il patrocinio dela Società italiana di Farmacologia (Sif), che si è svolta oggi nell'aula magna delle Torri Biologiche, nell'ambito del master di II livello in "Discipline Regolatorie del Farmaco". Aperto dagli indirizzi di saluto del rettore Francesco Basile e del promotore del'iniziativa, nonchè direttore del dipartimento e coordinatore del master, Filippo Drago, l'incontro ha visto la partecipazione del
presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi e, in collegamento video, del Presidente di Aifa Stefano Vella.

In un messaggio, la Ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha ricordato l'incremento "della popolazione anziana con il conseguente aumento della richiesta di assistenza sanitaria, connessa alle patologie legate all'invecchiamento, quali quelle cronico-degenerative, cardiovascolari e tumorali. Tutto ciò come pure l'introduzione di nuovi famarci innovativi rappresentano fenomeni che generano un aumento dei costi del sistema e rendono
più complesso garantire un'adeguata tutela del diritto alla salute di ogni cittadino. Per rispondere ai bisogni sociali occorre agire sui più fronti preoccupandosi soprattutto di contenere ogni forma di spreco. Per questo strumenti come i Managed Entry Agreements devono essere considerati in tutta la loro potenzialità".
 
La Ministra per i rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro ha sottolineato in un altro messaggio "l'importanza che riveste l'individuazione di forme di co-gestione dei costi e dei rischi tra case farmaceutiche ed enti pubblici. Si
tratta di un modello di partnership tra pubblico e privato rivolto a garantire maggiori equita' e sostenibilita' nella tutela della salute dei cittadini, rispettando i diritti collegati a risultati della ricerca farmaceutica e favorendo al contempo scelta di politica sanitaria dirette a rendere disponibili in tempi rapidi i farmaci innovativi a pazienti affetti da patologie gravi, come l'epatite C e non solo".

"L'autorizzazione e la definizione del prezzo e del regime di rimborsabilità - ha esordito il prof. Drago - è spesso un processo lungo che puoò' ritardare l'accesso dei pazienti ai nuovi farmaci. I MEAs,ovvero gli accordi finanziari o outcome-based di accesso condizionato al farmaco, sono stati implementati dalle Agenzie regolatorie per conciliare il bisogno terapeutico dei pazienti di farmaci innovativi e ad alto costo e la necessità di contenere la spesa del Sistema Sanitario Nazionale, in un contesto di risorse limite e di incertezza legata alla mancanza di informazioni conclusive sui benefici terapeutici e i costi effettivi".

"La maggior parte dei MEAs - ha proseguito Drago - sono stati negoziati per farmaci oncologici i cui costi sono cresciuti in maniera esponenziale negli ultimi anni a fronte di un vantaggio per il paziente in termini di efficacia e sicurezza non sempre dimostrabile. Non solo il nostro Paese si sta rivelando all'altezza e in grado di affrontare in maniera competitiva anche l'arrivo delle terapie avanzate, ma si pone nello scenario internazionale come esempio di pragmaticità, efficienza e capacità di adattamento al cambiamento delle strategie terapeutiche riuscendo a conservare il carattere universalistico del Sistema Sanitario Nazionale".

"Siamo di fronte a un momento particolare - ha poi affermato il presidente Scaccabarozzi -, un rinascimento della ricerca, molti nuovi farmaci stanno arrivando. Si pone, però, il problema della sostenibilità. L'Italia è un Paese
all'avanguardia visto che riesce a portare il farmaco nuovo nella casa del malato, ora però si deve fare un passo in più. E' vero che i farmaci costano di più rispetto al passato, ma è anche vero che, grazie a questi farmaci, ogni anno la spesa di gestione dei malati oncologici è diminuita di 250 milioni". "Oggi - ha concluso Scaccabarozzi - le imprese del farmaco hanno delle difficoltà economiche. Abbiamo un finanziamento della spesa farmaceutica sottostimato".