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Istituito nel 1982, ha formato generazioni di studiosi catanesi. Il rettore Priolo: «Il PhD è il momento più importante del percorso formativo di un giovane e va maggiormente valorizzato»
Quarant’anni fa, nel 1982, l’Università di Catania inaugurava il primo ciclo del Dottorato di ricerca in Fisica, un corso post-laurea che nel corso del tempo ha avuto un ruolo centrale nella formazione di moltissimi ricercatori catanesi e un impatto rilevante nella crescita complessiva della Fisica ai piedi dell’Etna.
La ricorrenza è stata celebrata ieri pomeriggio al Dipartimento di Fisica e Astronomia, nella nuova aula conferenze della struttura, nel corso dell’iniziativa intitolata “Ovunque da qui, rivolti al futuro”, promossa dal prof. Nello Albergo, attuale coordinatore del dottorato. «Inizialmente – spiega il prof. Albergo (ascolta il podcast) – il corso era gestito direttamente dal Ministero, si articolava in quattro curricula – Fisica nucleare, Astrofisica, Fisica teorica e Fisica della Materia - e poteva contare su cinque borse di studio per ciclo. Adesso i percorsi si articolano in Fisica nucleare e subnucleare, Fisica teorica e tecnologie quantistiche, Fisica applicata e dei materiali, oltre alla tradizionale Astrofisica che è stata arricchita con tematiche di fisica astroparticellare e astrofisica nucleare. Grazie alle convenzioni con Infn e altri enti, inoltre, le borse sono più che raddoppiate e il collegio dei docenti si impegna costantemente per realizzare percorsi didattici sempre più innovativi e personalizzati».
E’ stata inoltre incentivata la vocazione internazionale: «Adesso c’è la possibilità di riservare delle borse a studenti laureati all’estero – aggiunge il prof. Sebastiano Albergo -, aumentano dunque i corsisti di nazionalità straniera e le co-tutele tra diversi atenei, alcune borse prevedono una permanenza minima di 3 o 6 mesi presso una sede all’estero. Ad oggi le collaborazioni dei dottorandi di fisica contemplano 52 partner, tra università ed enti di ricerca, che vanno dal Canada all’Australia, dal Sudafrica alla Finlandia».
«Quasi tutti gli attuali docenti del dipartimento hanno conseguito negli anni il dottorato in Fisica – ha ricordato, citando alcuni aneddoti, il rettore Francesco Priolo, presente alla cerimonia insieme a tanti altri volti ‘storici’ del dipartimento catanese -. Ai giovani che si apprestano a frequentarlo dico con convinzione: questo è il momento più importante e formativo della vostra carriera, potete affrontarlo concentrandovi esclusivamente su un argomento scientifico e diventare i più ferrati al mondo sul ‘vostro’ tema. Sono convinto che l’importanza di questo titolo post-laurea, il livello più alto tra quelli concessi da una università, debba essere maggiormente evidenziata attraverso una più spiccata solennità al momento del conferimento del titolo, come avviene in altri Paesi. Altrove, infatti, il PhD è un enorme valore aggiunto rispetto alla laurea, forse la chiave più efficace e prestigiosa per assumere incarichi molto qualificati anche nelle imprese pubbliche e private e non soltanto per tentare la strada della carriera universitaria o di ricerca».
A seguire sono intervenuti la direttrice del Dfa Maria Grazia Grimaldi, la direttrice della sezione etnea dell’Infn Alessia Tricomi, la direttrice dell’Osservatorio astrofisico Inaf di Catania Isabella Pagano, e il direttore dei Laboratori Nazionali del Sud-Infn Santo Gammino, prima di ascoltare la ‘lectio’ dell’ospite d’onore della giornata, il prof. Fernando Ferroni (Gran Sasso Science Institute), già presidente dell’Infn, che ha illustrato il progetto europeo del “Telescopio Einstein”, che permetterà, per la prima volta, di osservare le onde gravitazionali provenienti fin dall'epoca della radiazione cosmica di fondo e consentirà di trovare risposte a domande ancora aperte nell'ambito della cosmologia e della fisica fondamentale, realizzando osservazioni al momento impossibili.
Un momento dell'intervento del rettore Francesco Priolo