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A Scienze politiche il corso "Welcome to Europe, my Country, my City, my School" per studenti liceali provenienti da Italia, Germania e Olanda
“Essere cittadini europei significa conoscere le opportunità e le problematiche che riguardano il Vecchio Continente. E quello del fenomeno migratorio rappresenta un tema complesso e di grande attualità nell’agenda politica europea. Va affrontato con rigore e serietà e va studiato con un approccio interdisciplinare: sociale, legale e politico”. Così il rettore Francesco Basile ha accolto i circa 60 studenti che parteciperanno fino a venerdì 12 al corso intensivo sul fenomeno migratorio “Welcome to Europe, my Country, my City, my School” (Weccs Crash Course), inaugurato questa mattina nell’aula magna del dipartimento di Scienze politiche e sociali (Dsps) dell’Università di Catania. “Ben vengano iniziative come quella odierna – ha continuato il rettore – perché coinvolge giovani provenienti da diverse parti d’Europa e favorisce quindi una riflessione condivisa sulla problematica”.
Il corso è promosso dalla prof.ssa Stefania Panebianco, che insegna Scienza politica nel Dsps oltre ad essere titolare della cattedra Eumedea Jean Monnet, insieme ai docenti Carlo Colloca e Giorgia Costanzo, rispettivamente delegati alla Terza Missione e all’Orientamento nel medesimo dipartimento. Coinvolti gli studenti delle scuole secondarie superiori del liceo linguistico Principe Umberto di Catania, del Liceo Scientifico Filippo Silvestri di Portici (Napoli), del Kennemer College di Beverwijk (Paesi Bassi) e del Nicolaus-August-Otto-Schule di Diez (Germania), oltre a universitari del corso di laurea “Global Politics and Euro-Mediterranean Relations” (Glopem) del Dsps.
“Per noi – ha affermato la prof.ssa Panebianco – è davvero un onore avere l’opportunità di ospitare un corso così prestigioso. Ringrazio il prof. Ari Smit, del Kennemer College di Beverwijk che, in qualità di coordinatore del progetto Weccs, finanziato dalla Commissione Europea e finalizzato allo studio del fenomeno migratorio in Sicilia, ha chiesto al nostro dipartimento di organizzare questo evento. Il corso rappresenta un’attività sperimentale che coniuga terza missione e orientamento in una dimensione multidisciplinare e internazionale”.
Nel corso di questi tre giorni i partecipanti approfondiranno una tematica complessa come quella del fenomeno migratorio nel Mediterraneo attraverso la voce degli esperti, degli accademici e le esperienze dirette dei migranti. Il corso prevede, infatti, sessioni accademiche, focus-group e interviste mirate a migranti e richiedenti asilo. Alla fine gli studenti prepareranno un video racconto del corso Weccs che sarà proiettato nei rispettivi Paesi e reso disponibile anche online. In questo modo, potranno condividere con i coetanei delle scuole di appartenenza le informazioni acquisite in Sicilia.
Tra i temi affrontati dagli esperti quello del ruolo delle reti di criminali che stanno dietro al fenomeno migratorio, le attività svolte dalle organizzazioni internazionali sulla sponda meridionale del Mediterraneo (Libia in particolare), i corridoi umanitari. Le sessioni accademiche si occuperanno nello specifico di spiegare il fenomeno migratorio verso l’Europa, distinguendo tra migranti, richiedenti asilo e rifugiati, della costruzione del fenomeno ad opera dei media, di inclusione ed esclusione in Europa.
La giornata inaugurale ha visto la partecipazione, oltre che dei tre docenti organizzatori, Panebianco, Colloca e Costanzo, anche del direttore del Dsps Giuseppe Vecchio che ha sottolineato “il continuo e costante impegno del dipartimento nello studio del fenomeno migratorio” e della docente di Diritto internazionale Daniela Fisichella.
"I movimenti migratori in Europa e particolarmente nel bacino del Mediterraneo – ha spiegato la prof.ssa Fisichella -, pur avendo perduto i tratti numerici dell'emergenza, mantengono una regolarità che il diritto internazionale e dell'Unione europea cercano di fronteggiare con principi generali il primo e con normativa di dettaglio il secondo. Dalle prime operazioni di salvataggio fino all'attribuzione del diritto d'asilo, è evidente come solo una politica integrata di gestione delle migrazioni, condivisa da tutti gli attori coinvolti, può dare risultati efficaci".
Sono poi intervenuti per la sessione “The voice of Institutions”, la dott.ssa Simona Ragazzi (magistrato), la dott.ssa Giulia Falzoi (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni – Iom), il dott. Marco Calisto (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati – UNHCR) e la dott.ssa Marta Bernardini (progetto Mediterranean Hope). Le sessioni accademiche - in programma giovedì 11 e venerdì 12 aprile – saranno incentrate su “La voce dei rifugiati” e su “La voce dei minori non accompagnati”.