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Il mandorlo siciliano e pugliese: un patrimonio genetico da riscoprire e valorizzare

Lo studio del dottorando di ricerca Alexandros Mosca dell’Università di Catania su una collezione di germoplasma ex situ di mandorlo composta da 95 accessioni siciliane, pugliesi e internazionali 

27 Marzo 2021
Alfio Russo

Il mandorlo siciliano e quello pugliese, praticamente due “fratelli” a distanza. È quanto emerge da una tesi sperimentale dal titolo “Caratterizzazione genetica ed associazione fenotipo-marcatore di una collezione di mandorlo attraverso l’utilizzo di SNP array” elaborata da Alexandros Mosca, dottorando di ricerca dell’Università di Catania, che ha riguardato lo studio di una collezione di germoplasma ex situ di mandorlo composta da 95 accessioni siciliane, pugliesi e internazionali e su cui sono state condotte analisi fenotipiche, genotipiche e di associazione fenotipo-genotipo mediante GWAS - Genome-Wide Association Study. L’analisi di 939 regioni genetiche polimorfiche ha consentito sia di valutare il grado di colinearità genetica (sintenia) fra il mandorlo ed il pesco che di valutare le similarità tra le accessioni siciliane e pugliesi e quelle delle più importanti cultivar commerciali di mandorlo» spiega Alexandros Mosca.

«Le analisi fenotipiche finalizzate allo studio dei principali caratteri come le dimensioni del frutto, la resa, le proprietà antiossidanti sono state utilizzate, in combinazione con i dati genetici, per la messa a punto di analisi GWAS, volte ad individuare associazioni significative fra i fenotipi analizzati e uno o più fra le 939 regioni polimorfiche analizzate» aggiunge il dottorando in Sistemi complessi per le scienze fisiche, socio-economiche e della vita (ciclo XXXVI) della classe di dottorato interdisciplinare del Dipartimento di Fisica e Astronomia in collaborazione con il Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente dell’ateneo catanese.

«Questi ultimi risultati rappresentano un passo fondamentale per la messa a punto di piani di miglioramento genetico mirati, per esempio, alla valorizzazione delle cultivar o delle accessioni locali di una coltura arborea dalla crescente importanza economica come il mandorlo» spiega il dottorando.

Una tesi di laurea magistrale in Biotecnologie agrarie che ha permesso al dott. Mosca di conquistare il premio “Raffaele Trua” indetto dal Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell’Università della Tuscia di Viterbo, dedicato alla memoria del suo giovane studente, e finalizzato alla promozione delle conoscenze nell’ambito della filiera del mandorlo.

«Un premio che dedico al mio relatore, il prof. Mario Di Guardo della sezione di Arboricoltura e Genetica Agraria del Di3A, una figura di riferimento nel mio percorso formativo» ha aggiunto Alexandros Mosca. Un lavoro svolto in collaborazione con la prof.ssa Rosa Palmeri della sezione di Chimica, Microbiologia e Tecnologie e le dott.sse Alessandra Bonanno e Fabiola Pesce del Di3A e la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (Trento).

«Le attività legate alla tesi mi hanno permesso di approcciarmi ad alcuni aspetti della bioinformatica, disciplina destinata ad avere un impatto sempre più importante nelle scienze mediche e naturali dei prossimi anni – ha aggiunto il dottorando -. Ritengo anche che la formazione legata a questa esperienza sia stata fondamentale per il mio nuovo percorso da dottorando. Le mie attuali attività di ricerca sono supervisionate dal mio tutor, il prof. Alfredo Pulvirenti del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, e dalla mia co-tutor, la prof.ssa Vittoria Catara del Di3A e sono mirate alla conduzione di analisi bioinformatiche di metagenomica per il microbioma delle principali piante coltivate».

In foto il dottorando Alexandros Mosca. La foto di copertina è di Simonetta Ferrero