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Il ricercatore Dario Fiore tra i vincitori del Consolidator Grant dell’European Research Council

Il progetto di ricerca “PICOCRYPT” presentato dall’ex “alumno” dell’Università di Catania durerà 5 anni e potrà contare su un finanziamento di 2 milioni di euro

12 Dicembre 2020
Alfio Russo

Un prodotto del “vivaio” del Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università di Catania tra i vincitori dell’edizione 2020 dei “Consolidator Grants” dell’European Research Council (ERC).

Con il progetto “PICOCRYPT”, Dario Fiore, ex alumno dell’Ateneo catanese dove ha conseguito il dottorato in Informatica nel 2010, oggi ricercatore dell’Istituto IMDEA Software di Madrid, è stato inserito nella lista dei 327 vincitori, di cui 47 di nazionalità italiana.

I “Consolidator Grant” sono assegnati alle ricerche di frontiera realizzate dai ricercatori che vantano tra i 7 e i 12 anni di esperienza dal completamento del dottorato di ricerca e prevedono un finanziamento complessivo di 655 milioni di euro da parte del Consiglio europeo delle ricerche (Erc).

Il progetto “PICOCRYPT: Cryptography for Privacy and Integrity of Computation on Untrusted Machines” del dott. Fiore si concentra sullo studio di nuove tecniche crittografiche per migliorare la privacy e l’integrità delle computazioni che avvengono su calcolatori non fidati. Avrà una durata di 5 anni e potrà contare su un finanziamento del valore di 2 milioni di euro.

«È il primo riconoscimento per un nostro ex studente ad avere ottenuto un finanziamento ERC di questo importo – spiega il prof. Orazio Muscato, direttore del Dipartimento di Matematica e Informatica -. Ci sono tanti nostri ex allievi che occupano posizioni di responsabilità in ambito accademico e in aziende che non possono che confermare la qualità della nostra offerta formativa che va dalla laurea triennale di primo livello al  gradino  più elevato del dottore di ricerca».

Il ricercatore Dario Fiore

Il ricercatore Dario Fiore

Il progetto premiato. «L’ubiquità di Internet e fenomeni recenti come il Cloud Computing hanno indotto una sempre più diffusa tendenza a mantenere e processare i propri dati su macchine messe a disposizione da terze parti – spiega il dott. Fiore -. Questa tendenza ha molti vantaggi, ma solleva non poche preoccupazioni: come assicurarci che i risultati ottenuti da queste macchine siano corretti (integrità)? Come garantire che nessuna informazione sensibile venga indebitamente rivelata (privacy)? Attualmente queste problematiche vengono affrontate essenzialmente fidandosi dei sistemi in questione sulla base di garanzie di carattere legale, ma ciò comporta ipotizzare che tali sistemi rimangano affidabili anche quando vengono attaccati! Questa soluzione è pertanto irrealistica, come testimoniato dai numerosi incidenti di sicurezza informatica che vengono riportati con preoccupante regolarità».

«La visione del progetto Picocrypt prevede che qualunque dispositivo informatico possa delegare dati e computazioni a terze parti, senza in alcun modo mettere a rischio privacy e integrità e senza, soprattutto, doversi fidare di chi esegue tali operazioni – aggiunge il ricercatore -. La crittografia moderna offre soluzioni promettenti a questi problemi, ma la maggior parte sono limitate sia per i loro costi proibitivi, sia per la scarsa capacità di supportare applicazioni emergenti come elaborazioni di flussi di dati. L’obiettivo del progetto Picocrypt è pertanto quello di inventare nuovi protocolli crittografici che permettano di delegare operazioni a terze parti (non necessariamente fidate) in maniera sicura, conveniente nei costi e adatta alle applicazioni del futuro».