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A Scienze politiche un incontro sul laboratorio nato dalla collaborazione tra il cdl magistrale in "Internazionalizzazione delle relazioni commerciali" e Confcommercio Catania
Università e imprese insieme per creare nuove figure professionali che possano spendersi in un mercato del lavoro sempre più esigente, cioè alla ricerca di professionisti sempre più specializzati. Quindi, da una parte, un corso di laurea che formi i giovani secondo le richieste del mercato e, dall'altra, gli imprenditori che offrano la possibilità di svolgere un tirocinio operativo in azienda e, nei casi più rosei, l'assunzione. Questo è Interlab, un laboratorio per l'internazionalizzazione delle imprese nato dalla collaborazione tra la Confcommercio Catania e l'Università di Catania, con il corso di laurea magistrale in "Internazionalizzazione delle relazioni commerciali", nel dipartimento di Scienze politiche e sociali.
Si è svolto venerdì scorso un incontro, nell'aula magna di Palazzo Pedagaggi, a Catania, per far il punto della situazione. A fare gli onori di casa, il professore Antonio D'Agata, presidente del cdl magistrale in "Internazionalizzazione delle relazioni commerciali", che ha sottolineato come questo corso di studi abbia l'obiettivo di formare giovani che possano trovare con maggiore facilità accesso al mercato del lavoro, formando figure professionali mancanti, richieste dalle imprese che vogliono ampliare il loro raggio d'azione oltre i confini del territorio italiano. A prendere la parola Riccardo Galimberti, presidente di Confcommercio, provincia di Catania, Imprese per l'Italia: "Bisogna dare speranza agli studenti, puntando sui prodotti di qualità che abbiamo nella nostra Terra e sul turismo, cercando di fare rete per ottenere il massimo dei risultati". Anche il professore Dario Pettinato, docente di International Trade and Private International Law, ha spiegato alla platea l'obiettivo perseguito da questo laboratorio, dove i due protagonisti principali sono le imprese, da una parte, e gli studenti e neolaureati, dall'altra. La cooperazione tra questi due soggetti può condurre al raggiungimento di importanti obiettivi, come - ad esempio - il miglioramento della competitività delle aziende a livello internazionale, proprio grazie al contributo qualificato di nuove figure professionali, come l'addetto all'export o alle relazioni commerciali con l'estero. Peraltro, nella fase del laboratorio Interlab, l'azienda non ha alcun onere economico a suo carico, ma l'auspicio è che, una volta finito il tirocinio, scatti l'assunzione.
Nuova speranza per questi giovani che molte volte vanno a studiare all'estero per trovare maggiori opportunità di lavoro. Su questo ha esordito il vicepresidente della Confcommercio Catania, Domenico Coco: "Questo è un corso di laurea prestigiosissimo che offre l'opportunità di non depauperare il nostro territorio da intelligenze, necessarie per lo sviluppo della Sicilia". Un corso all'avanguardia con materie che vengono studiate in inglese, con diverse attività collaterali che non sono obbligatorie, così come ha spiegato la professoressa Grazia Santangelo, docente di International business e titolare della cattedra Jean Monnet Internatinal Business for European Union.
Grande lavoro è stato fatto dalle due studentesse, Neyla Ayari e Roberta Corridore, che, nel corso di uno stage di tre mesi, hanno realizzato un piano di internazionalizzazione per l'azienda Inalme srl, operando un'analisi attenta dell'azienda rapportata al mercato spagnolo sugli integratori alimentari ed elaborando una strategia di marketing con diverse opzioni, con la puntuale valutazione di pro e contra delle scelte. Molto soddisfatto l'imprenditore Fabio Impellizzeri, amministratore unico dell'azienda, che ha aperto tutte le porte dei suoi uffici per aiutare nel loro lavoro le giovani studentesse, facendole tra l'altro partecipare anche ad una delicata trattativa e relativa chiusura.
Insomma, Interlab, come ha detto Dario Amadeo, consulente di International Business Development, è una parola magica, intesa nelle sue diverse possibili accezioni, perché è diretta e risponde in pieno alle attuali esigenze dei due partner e - ciò che più conta - del mercato. Talvolta però è l'imprenditore che è di ostacolo allo sviluppo della sua stessa azienda: con una mentalità imprenditoriale più aperta e dinamica, attenta alla valorizzazione delle risorse umane ed alle tendenze espresse dal mercato, l'impresa siciliana potrebbe giocare un ruolo non di secondo piano anche a livello internazionale.