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La Comunità italiana di Ricerca e Innovazione incontra l’Europa

A Roma un incontro su Horizon Europe, il prossimo programma quadro dell’Unione Europea

8 Novembre 2018

Un confronto aperto su Horizon Europe, il Programma Quadro dell’UE 2021-2027. Protagonisti, la comunità italiana di Ricerca e Innovazione, da una parte, e i rappresentanti istituzionali europei e nazionali, dall’altra. Si è tenuto ieri, mercoledì 7 novembre, al MAXXI di Roma, l’evento “La Comunità italiana di Ricerca e Innovazione incontra L’Europa - Dialogo su Horizon Europe, il prossimo programma quadro dell’UE”, organizzato in collaborazione tra il MIUR, Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e APRE, Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea. La giornata s’inserisce all’interno di una serie di iniziative volte a contribuire alla definizione del futuro programma quadro in modo coerente con le attese della comunità nazionale della R&I.

L’Italia verso Horizon Europe

L’evento del MAXXI ha messo in luce una convergenza significativa tra gli attori della comunità italiana di R&I riguardo le priorità per il prossimo programma quadro: 1) Una dotazione finanziaria ambiziosa, affinché l’Europa sia all’altezza delle sfide globali del prossimo decennio; 2) Una riconsiderazione della ripartizione interna del bilancio alla luce delle eccellenze e dei punti di forza del sistema italiano della R&I; 3) una forte dimensione di sostegno alla competitività industriale, da realizzarsi attraverso il mantenimento di uno schema di finanziamento dedicato alle PMI innovative e un’opportuna attenzione alle modalità di coinvolgimento del sistema imprenditoriale nell’ambito del secondo pilastro; 4) una forte attenzione alla ricerca di frontiera di tipo collaborativo, anche attraverso il recupero di uno schema di finanziamento dedicato sul modello del programma FET di Horizon 2020; 5) la continuità degli strumenti di partenariato pubblico-privato (in particolare delle cd. JTIs - Iniziative Tecnologiche Congiunte tra UE e attori industriali), in linea con il nuovo approccio delineato dalla Commissione.

Per il sistema italiano della R&I – è quanto emerso dall’evento - il programma quadro rimane un canale fondamentale di accesso ai finanziamenti. Fare in modo che Horizon Europe sia all’altezza delle ambizioni europee in tema di R&I e, al tempo stesso, il più vicino possibile alle attese del sistema italiano di ricerca e innovazione è di enorme importanza per assicurare una partecipazione nazionale convinta ed efficace per tutta la durata del programma (2021 - 2027).

La giornata al MAXXI

La giornata è stata aperta dai saluti di Giovanna Melandri, Presidente della Fondazione MAXXI, e dagli interventi di Lorenzo Fioramonti, Vice Ministro all’Istruzione, all’Università e alla Ricerca e all’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM) e Alessandro Damiani, Presidente di APRE. «Dobbiamo fare della ricerca e dell'innovazione il volano di un nuovo modello di sviluppo»  ha evidenziato Fioramonti, che ha ribadito la necessità di compiere uno sforzo comune per immaginare il mondo del futuro. «Horizon Europe durerà per il periodo 2021-2027 e sarà un'occasione unica per realizzare una grande visione di trasformazione coraggiosa in linea con gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile e l'Agenda 2030», ha concluso il Vice Ministro. «Horizon è la nostra chiave di accesso alla scienza e all'innovazione internazionale di qualità», ha sottolineato Damiani, che ha rimarcato la rilevanza che il programma quadro riveste per l'Italia in termini di accesso ai finanziamenti e di modello possibile per i programmi nazionali di R&I.

L’evento è proseguito con una tavola rotonda dedicata ai protagonisti del negoziato legislativo. Il dibattito – moderato da Fulvio Esposito, Rappresentante italiano in ERAC - ha visto confrontarsi Jean-Eric Paquet, Direttore Generale DG Ricerca e Innovazione della Commissione Europea, che ha illustrato le principali novità contenute nella proposta della Commissione – elencando le prime possibili aree per le missioni (contrasto al tumore pediatrico; riduzione della plastica negli oceani; città a zero emissioni) e Patrizia Toia, Vice-Presidente della Commissione ITRE del Parlamento Europeo, che ha ribadito l’importanza del ruolo del Parlamento Europeo nella definizione del programma (inclusa la pianificazione strategica) e la centralità della ricerca e innovazione all’interno del prossimo bilancio pluriennale dell’UE.

La giornata è stata inoltre l’occasione per un confronto diretto ed informale tra la Commissione Europea e la comunità italiana della R&I, moderato da Marco Falzetti, direttore di APRE. Paquet ha risposto alle sollecitazioni degli stakeholders italiani sui contenuti della proposta della Commissione, spaziando dagli schemi di finanziamento dedicati alle PMI a quelli per la ricerca di frontiera collaborativa (FET), alle possibili sinergie tra programma quadro e fondi strutturali, al ruolo delle scienze umane e sociali all’interno del programma. L’evento si è chiuso con uno scambio di vedute tra alcuni dei principali protagonisti del sistema italiano della R&I (rappresentanti del mondo accademico, della ricerca e dell’industria): sono intervenuti Massimo Inguscio (Presidente CNR), Maria Cristina Messa (Leonardo Spa – Presidente Gruppo di Lavoro R&I europea di Confindustria), Cristina Leone (Rettore Università Milano Bicocca – CRUI) ed Ernesto Ciorra (Direttore Innovazione e Sostenibilità Enel)

Il contesto

La posta in gioco è alta. Horizon Europe, che prenderà ufficialmente il via il 1° gennaio 2021, fisserà le priorità politiche dell’Unione Europea in materia di Ricerca e Innovazione per il prossimo decennio, definendo inoltre i criteri secondo cui i ricercatori e gli innovatori accederanno ai fondi europei per R&I dal 2021 al 2027.

Il percorso di approvazione del successore di Horizon 2020 è in pieno svolgimento: a giugno scorso, la Commissione europea ha pubblicato la propria proposta legislativa, suggerendo di dedicare a Horizon Europe 94,1 miliardi di euro, poco più del 7% del bilancio di lungo termine 2021-2027. Il dossier è ora all’esame del Parlamento europeo e del Consiglio dell’UE, che si pronunceranno nelle prossime settimane sulla proposta della Commissione, in attesa dell’apertura nel negoziato inter-istituzionale. L’obiettivo delle istituzioni europee è definire il testo finale del programma entro la primavera del prossimo anno, prima delle elezioni di maggio 2019.

L’Italia e Horizon 2020

L’Italia è il quinto paese europeo per contributo finanziario ottenuto nei primi quattro anni di Horizon 2020 (2014-2017): è quanto emerge dallo studio appena pubblicato da APRE[1]. Nei primi quattro anni dell’attuale programma di finanziamento, l’Italia si è assicurata l’8,3% del budget assegnato dall’UE, pari a circa 2,4 miliardi di euro in progetti tra il 2014 e il 2017 (il contributo complessivo ammonta a oltre 29 miliardi di euro). I 6.789 enti italiani, che hanno beneficiato del finanziamento, rappresentano il 9,8% del totale di quelli finanziati in Horizon2020.