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Nell'ambito della Fiera Progetto Comfort, che si è tenuta alla Ciminiere dal 15 al 17 aprile, un convegno promosso dall'Associazione degli Ingegneri per l'Ambiente e il Territorio e dai Rotary club della città di Catania
Si è rinnovato anche quest'anno l'appuntamento alla fiera progetto Confort con il Convegno sulla gestione dei rifiuti in Sicilia organizzato dall'Associazione degli Ingegneri per l'Ambiente e il Territorio e dai Rotary club della città di Catania, una formula che mette insieme, in un unico tavolo di confronto esperti veri, dirigenti regionali, amministratori pubblici, imprenditori, ordini professionali e le persone davvero interessate, rappresentate non solo dai presenti al dibattito ma soprattutto dalle associazioni che mirano a difendere l'ambiente ed i diritti dei cittadini. Nel complesso dei due eventi, esperti del Politecnico di Milano, di quello di Torino, dell'Università di Verona ma anche dell'Università Federico II di Napoli, dell'Ateneo di Palermo e di quello di Catania hanno mostrato come in realtà in fondo vicine -la Lombardia, il Piemonte, il Veneto - sono stati gradualmente raggiunti i risultati della Germania, della Svezia e della Danimarca attraverso una formula consolidata a livello mondiale che prevede il giusto mix di recupero di materia e di energia e che ha portato, in queste regioni, la necessità di smaltimento in discarica a pochi punti percentuali. In Sicilia, ribaltando questi ottimi principi e risultati, è invece il recupero di materia che è fermo al di sotto del 5%, e anche meno, da trent'anni a questa parte.
Le responsabilità oltre ad un piano rifiuti ritenuto inadeguato e solo recentemente "corretto" sono da ricercarsi a tutti i livelli: alcuni amministratori regionali e comunali; ATO in taluni casi mal amministrati; ma anche molti comuni che ostacolato gli stessi ATO a volte fomentando i cittadini a non pagare per il servizio reso e causando buchi immensi. Tra i responsabili da includere anche chi si oppone sempre e comunque, chi denigra e schernisce invece di aiutare, e non ultimi, tutti i cittadini che pur potendo (e possono) non fanno la differenziata.
E paradossalmente proprio dai più avveduti proprietari privati di discariche, come a Catania e Agrigento, che gestendo nel rispetto della legge ed in maniera sostenibile i loro impianti evitano i ben noti disastri delle discariche pubbliche del passato e che da esperti nel campo comprendono e prevedono le serie problematiche nel continuare con questo insostenibile ricorso a nuove volumetrie di abnancamento viene la forte richiesta di un nuovo modello di gestione che porti a soluzioni alternative al conferimento unico ed indiscriminato in discarica.
Certo, solo con un lavoro collettivo e con un buon modello industriale ma soprattutto coinvolgendo il cittadino è possibile con tempi certi uscire da questo quadro da primi del novecento. Se tutti quelli che votano a favore dell'ambiente facessero bene la raccolta differenziata domani stesso arriveremmo al 30%. Poi ci vogliono gli impianti e chi li sa e li ha saputi gestire.
Al riguardo al convegno sono venute da AIAT due proposte forti: la prima - fare del 2017 l'anno siciliano della raccolta differenziata, ovviamente preparandosi, fin dal prossimo autunno, con i cittadini, le amministrazioni e le scuole in ogni piccolo e grande comune. Coinvolgendo positivamente, con un indirizzo della Regione, tutte le associazione ambientaliste, i Club service e le altre straordinarie associazioni di volontari di cui fortunatamente è pieno il nostro splendido territorio; la seconda - promuovendo sistemi integrati di gestione dei rifiuti e delle acque reflue che permettano attraverso la digestione anaerobica della frazione organica del rifiuto e dei fanghi di depurazione di sfruttare tutto il potere energetico e termico delle diverse frazioni in una perfetta simbiosi industriale tra i due processi. Il tutto correlato ad un posizionamento strategico in aree industriali e alle giuste dimensioni di scala.