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La Sicilia ponte fra culture, popoli e religioni

In Italia oltre 150 mila sbarchi da Africa e Medio Oriente nel 2015: presentato a Scienze politiche il “Dossier statistico Immigrazione”, promosso dal  Centro Studi e Ricerche Idos

17 Marzo 2017
Giuseppe Melchiorri

In Italia, nel 2015, sono sbarcati da Africa e Medio Oriente oltre 150 mila immigrati, con 84 mila richieste di asilo. Un fenomeno, quello migratorio, in continua crescita (nel 2014, a fronte di oltre 170 mila sbarchi, si sono avute circa 65 mila richieste di asilo politico) e che trova la Sicilia in prima linea. La nostra Isola, infatti, rappresenta la “porta” che introduce i migranti africani all’Europa e conferma il suo storico ruolo di ponte fra culture, popoli e religioni. E’ quanto emerge dal “Dossier statistico Immigrazione 2016”, promosso dal  Centro Studi e Ricerche Idos, in collaborazione con la rivista Confronti e l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar) e con il sostegno dei fondi 8x1000 dell’Unione delle Chiese metodiste e valdesi. Il rapporto è stato presentato oggi pomeriggio al Polo didattico Gravina, nel corso dell’incontro inaugurale del laboratorio d’Ateneo su “Migrazioni, Diritti e Confini. Strategie Europee e Dimensioni Locali”, organizzato dai dipartimenti di Scienze politiche e sociali e di Giurisprudenza dell’Università di Catania e dal Laboratorio di progettazione, sperimentazione e analisi di politiche pubbliche e servizi alle persone (Laposs), e coordinato dalle docenti Teresa Consoli e Adriana Di Stefano.

“L’obiettivo del nostro laboratorio didattico, giunto alla sua terza edizione – ha affermato la prof.ssa Di Stefano -, è offrire agli studenti dell’Ateneo una lettura interdisciplinare del fenomeno migratorio. La crescita costante del numero di migranti economici e forzati presenti sul territorio europeo, nazionale e regionale richiede una narrazione equilibrata dei processi migratori, delle ragioni e delle difficoltà che tutti gli attori stanno affrontando in questa difficile fase storica”.

“I dati descritti nel Dossier – ha poi evidenziato la prof.ssa Consoli - offrono la possibilità di un confronto scientifico e per questa ragione, ormai da dieci anni, lo presentiamo in dipartimento, invitando operatori, studiosi e semplici cittadini desiderosi di capire meglio la realtà multiforme e complessa delle migrazioni. Crediamo che sia obbligo degli atenei, soprattutto quelli della Sicilia, studiare a fondo il fenomeno migratorio".

Secondo il rapporto, la progressione di crescita dei migranti negli ultimi 15 anni mostra come su tutta la Sicilia il loro numero sia più che raddoppiato nelle province storicamente più interessate al fenomeno (Palermo, Catania, Messina, Ragusa e Trapani) e negli altri casi triplicato (Agrigento, Siracusa, Enna e Caltanissetta), incrementando di conseguenza anche l’incidenza sul totale della popolazione. Un fenomeno che trova conferma anche dagli ultimi dati, relativi al 2015.

“L’utilità di un rapporto statistico - ha affermato il presidente di Idos Ugo Melchionda - appare evidente per la comprensione di un fenomeno complesso quale quello dell’immigrazione, una realtà che in Italia è andata acquistando una dimensione crescente nel corso degli ultimi decenni”.

“Nel 2015 - ha evidenziato Melchionda – i migranti in tutto il mondo sono stati circa 244 milioni, di cui 3,2 milioni richiedlenti asilo e 16,1 milioni rifugiati. I migranti forzati (a causa di guerre, persecuzioni, conflitti politici interni, dissesti finanziari e naturali…) sono stati oltre 65 milioni. Nell’Unione Europea i cittadini stranieri rappresentano il 6,9% della popolazione, con oltre 2 milioni di rifugiati e oltre 1 milione di domande d’asilo pendenti. Tra gli Stati più attivi troviamo la Germania, con un milione di profughi accolti. Secondo dati Frontex ed Eurostat nel Mediterraneo, nel 2015, sono stati oltre 1 milione gli sbarchi. Un dato in crescita nel 2016 con oltre 106 mila sbarchi in Italia tra gennaio e agosto e che dimostra come lo slogan ‘aiutiamoli a casa loro’ non ha ricadute concrete”.

Le cronache politiche ci dicono che sul terreno dell’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati, l’idea stessa di Unione europea, come soggetto di decisioni unitarie, è entrata in crisi. Spesso l’Italia è stata lasciata sola a gestire questa emergenza, con costi economici e sociali altissimi. “Tra accoglienza, salvataggi in mare e altre necessità – ha affermato ancora Melchionda - il nostro Paese ha speso nel 2015 oltre 3,3 miliardi di euro. Per l’accoglienza dei richiedenti asilo un maggior coinvolgimento, a livello pubblico, dei Comuni e, a livello sociale, delle famiglie disponibili, potrebbe favorire una migliore gestione dei fondi, riducendo l’approccio emergenziale tipico degli oltre 3 mila centri di accoglienza straordinaria”. “Eppure – ha concluso il presidente di Idos – il bilancio previdenziale e finanziario della gestione degli immigrati in Italia è positivo. A fronte di 14,7 miliardi di euro spesi dallo Stato, gli immigrati, nel 2015 hanno versato 16,9 miliardi di euro, di cui ben 10,9 alla previdenza pubblica, di cui, tra l’altro, sono solo fruitori marginali: un saldo positivo di 2,2 miliardi di euro. Superate le difficoltà della prima accoglienza, promuovere l’inserimento sociale e lavorativo dei nuovi venuti, anche attraverso specifiche iniziative di integrazione e formazione, rappresenta quindi un investimento positivo sul lungo termine”.

Ad aprire la giornata è stato il prorettore rettore Giancarlo Magnano San Lio: "Quello delle migrazioni è un tema di grande attualità, che forse ancora non siamo in grado di comprendere pienamente. Se integrati correttamente, i migranti rappresentano una grande opportunità per il nostro territorio e l'Ateneo ha il dovere  di mettere a disposizione le proprie competenze per aiutare istituzioni e associazioni ad affrontare al meglio il fenomeno migratorio". Sono intervenuti anche Giusi Tumminelli (Centro Studi Sociali igrazioni in Sicilia), Roberto Foderà (Istituto nazionale di Statistica) e Simona La Placa (Gruppo di lavoro nazionale del Bambino migrante)