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La storiografia giuridica e i suoi generi letterari

A Giurisprudenza il convegno nazionale della Società italiana di Storia del Diritto

10 Novembre 2017
Giuseppe Melchiorri

“L’insegnamento delle discipline storico-giuridiche ha un ruolo vitale nella formazione del giurista. La storia sarebbe un affare noioso, se si riducesse a mera antiquaria, essa piuttosto è una delle condizioni irrinunciabili per vivere con spirito critico il nostro tempo storico. La storicità del diritto e le forme di trasmissione del sapere giuridico sono per questo alla base dell’incontro odierno”. Con queste parole il prof. Francesco Migliorino, ordinario di Storia del Diritto medievale e moderno nel dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Catania ha riassunto le tematiche del convegno nazionale della Società italiana di Storia del Diritto (Sisd) ​“I generi letterari della storiografia giuridica: la produzione didattica negli ultimi due secoli”, inaugurato oggi pomeriggio a Villa Cerami.

È la prima volta che la Sisd – composta da studiosi del diritto romano e dei diritti antichi e della storia del diritto medievale e moderno per dare impulso alla ricerca storico-giuridica - promuove il suo congresso nazionale a Catania, grazie all’organizzazione dei docenti di Giurisprudenza Orazio Licandro, Sara Longo, Francesco Migliorino, Francesco Milazzo, Giuseppe Speciale, Salvatore Cristaldi, Rosalba Sorice, Ernesto De Cristofaro, Eleonora Nicosia, Patrizia Sciuto, Maria Sole Testuzza.

“In questi tre giorni – ha affermato ancora Migliorino – intendiamo tematizzare la variegata produzione didattica di due secoli particolarmente ricchi di opere come manuali, trattati, corsi e prolusioni che hanno influito sul diritto contemporaneo e sulle grandi correnti della storiografia giuridica europea. La secolare storia delle università europee è stata connotata dal vitale intreccio di didattica e ricerca. Tra la riva sinistra della Senna, con Pietro Abelardo, e Bologna, con Irnerio, nel sec. XII viene alla vita in Europa un tipo sociologico nuovo, l’intellettuale moderno, che anno dopo anno trasmette ai suoi scolari quel che egli stesso va apprendendo applicandosi nello studio dei libri sacri e di quelli legali. Per dirla con le parole del fondatore dell’Università di Berlino Wilhelm von Humboldt: «Il cammino della scienza è evidentemente più rapido e vivace in una università, che viene continuamente messa sossopra da un gran numero di ingegni, per di più forti, giovani e robusti». Da allora sono passati diversi secoli, ma il ruolo che un ateneo allo stesso tempo antico e moderno come il nostro deve sostenere non cambia: formare studenti eccellenti che possano diventare gli intellettuali del domani”.

L’incontro è stato aperto dagli indirizzi di saluto del rettore Francesco Basile, del direttore del dipartimento di Giurisprudenza Roberto Pennisi, del presidente Sisd Andrea Lovato e del presidente della Corte di Appello di Catania Giuseppe Meliadò.

“Molto spesso mi trovo a inaugurare iniziative di questo dipartimento -ha affermato il rettore Basile-, a dimostrazione di quanto fervida sia l’attività dei docenti e di quanto sia meritato l’inserimento di Giurisprudenza di Catania nella graduatoria nazionale dei dipartimenti di eccellenza recentemente elaborata dall’Anvur. In particolare, questo convegno è molto interessante. Lo studio della storia è fondamentale per comprendere il nostro presente e il nostro futuro. Per dirla con Walter Benjamin, il passato non è un ‘morto possesso’, ma una fonte vitale e inesauribile di possibilità. La storia del diritto è materia particolarmente complessa, soprattutto in una terra come la Sicilia che ha avuto l’influsso di diverse dominazioni”. “Ben vengano -ha concluso il rettore- eventi come questo che sono utili a formare ed educare i nostri studenti e ad abituarli all’amore per lo studio e la ricerca”.

“Le scuole di Storia del Diritto del nostro dipartimento -ha evidenziato il prof. Pennisi- sono sempre state una colonna portante della nostra organizzazione, sia da un punto di vista didattico, sia dal punto di vista della ricerca. I docenti di questa disciplina hanno sempre lavorato magistralmente per formare le figure di giuristi colti, studenti che si impadroniscano di metodi prima ancora che di nozioni”.

“Di questo approccio formativo - ha concluso il docente -si sente oggi fortemente il bisogno. Nell’immaginario collettivo il giurista si sta trasformando in una sorta di tecnico un po’ asfittico. L’immagine che deriva dai media è quella di un ‘azzeccagarbugli’ e non stupisce che gli studenti si disamorino di questa professione, come dimostra il calo di iscritti che colpisce gli atenei di tutta Italia”.

Dopo gli indirizzi di saluto si sono tenute le prime sessioni di lavoro, presiedute dal prof. Giovanni Nicosia (Università di Catania) sulla produzione didattica dalla restaurazione alla metà del Novecento con gli interventi di Leo Peppe (Università Roma Tre), Elisa Mongiano (Università di Torino), Luigi Garofalo (Università di Padova) e Gigliola Di Renzo Villata (Università di Milano).

I lavori proseguiranno anche venerdì 10 novembre alle 10, nell’aula magna del Palazzo Centrale dell'Università, con una sessione presieduta dal prof. Francesco Migliorino. Interverranno Aldo Schiavone (“L’occasione perduta. La didattica romanistica del secondo Novecento”), Dario Luongo (“Il problema dell’ordine giuridico nella storiografia del secondo Novecento”), Nicola Palazzolo (“Il futuro è digitale? I manuali romanistici del XXI secolo fra tradizione e innovazione) e Carlos Petit (Manuali liquidi? Testi per l’insegnamento ai tempi di internet”).  Alle 15.30, i lavori si sposteranno nell’auditorium Concetto Marchesi del Palazzo della Cultura: moderati da Arrigo Diego Manfredini, interverranno Francesco Macario (“L’evoluzione del genere istituzionale nella manualistica per l’insegnamento del diritto privato”) e Antonio Ruggeri (“La materia costituzionale, i modi della sua trattazione manualistica, i segni lasciati dal contesto politico-istituzionale sull’una e sugli altri”. A seguire, Andrea Lovato e Marco Miletti tracceranno una breve storia della Sisd.

La chiusura del congresso è prevista per sabato 11 novembre alle 9, con l’ultima sessione nel Refettorio piccolo della Biblioteca Ursino Recupero. Interverranno, moderati da Armando De Martino, Antonio Palma (“Le linee di evoluzione della disciplina normativa in tema di valutazione universitaria”) e Floriana Colao (“Valutare la qualità della ricerca. Un’esperienza da Gev”). A seguire l’assemblea dei soci della Sisd.

Sempre fino a sabato sarà visitabile all'Archivio storico d’Ateneo (Palazzo centrale dell’Università) la mostra "Le carte e la storia del diritto a Catania" che esibisce, attraverso una selezione dei molti documenti conservati nell’Archivio, una galleria di alcuni illustri professori che hanno insegnato nella Facoltà giuridica catanese dalla fine dell’Ottocento fin oltre la metà del Novecento.