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L'assassinio di Valentina non passi invano. Togliamo i ragazzi dalla strada

Lettera aperta del Coordinamento Iniziative e Monitoraggio Pnrr

2 Agosto 2022

Sulla base delle prime indagini, ad uccidere Valentina Giunta, 32 anni, è stato il figlio quindicenne. Il delitto è maturato in un contesto di gravi tensioni determinate dalla volontà della giovane donna di rifarsi una vita lontano da Catania e dal marito da anni in prigione. A questo progetto il ragazzo si opponeva strenuamente. Ancora una volta ad essere massacrata è una donna e le sue aspirazioni di libertà e di autonomia. Ma stavolta a colpire non è né il fidanzato, né il marito ma il figlio, trasformatosi in una sorta di giustiziere dell' "onore" del padre e della famiglia.

Non sappiamo in quali abissi di solitudine e incomprensioni sia maturato un così atroce delitto. Ma una cosa sappiamo bene: questo terribile assassinio è avvenuto in quella enorme periferia nel centro della città che è San Cristoforo, da quarant'anni epicentro del disagio e della criminalità minorile. Sappiamo anche che questo assassinio, per quanto anomalo ed efferato, non nasce dal nulla ma si inserisce in un preciso contesto: i quartieri criminogeni che abbiamo realizzato e abbandonato. Catania è una delle capitali della dispersione scolastica e della criminalità minorile, in grado di contendere a suon di rapine, scippi, spaccio e omicidi il primato nazionale a Palermo, a Roma e a Napoli. La  nostra città è ormai da tempo un trattato di sociologia criminale a cielo aperto.

Sono almeno 250 mila i cittadini della provincia di Catania che vivono in povertà assoluta o relativa, circa un quarto della popolazione complessiva: 60-70 mila famiglie. I minori pagano il prezzo più alto. Povertà economica e povertà educativa si tengono per mano e crescono l'una sull'altra, tanto da diventare un destino già scritto per migliaia di ragazzi “condannati” a divenire preda delle organizzazioni criminali.  

In  questa ultima fase qualcosa di significativo è avvenuto. Merito soprattutto del presidente del Tribunale per i minorenni, Roberto Di Bella, e della prefetta Maria Carmela Librizzi. A partire dal loro insediamento, dispersione scolastica e devianza minorile sono diventati temi significativi dell'agenda cittadina. Insieme hanno realizzato l'"Osservatorio provinciale sulla devianza minorile" che vede impegnate istituzioni e associazioni. Un ulteriore punto di forza è rappresentato dall’Arcivescovo di Catania, monsignor Renna, da sempre sensibile ai temi sociali che, non a caso, ha scelto come primo atto del suo apostolato la visita ai minori ristretti nell'Istituto di rieducazione e pena di Bicocca. Va sottolineata la qualità dell'azione condotta dall'Istituto Penale per Minorenni (IPM) di Bicocca e  il grande lavoro svolto dall'Ufficio di Servizio Sociale per i minorenni (USSM). L'Università di Catania, da qualche mese, attraverso un importante intesa con l'USSM,  accoglie ragazzi a rischio presso l'orto botanico consentendo loro di svolgere un tirocinio formativo. Soprattutto vi è la straordinaria  presenza di associazioni e parrocchie che svolgono una funzione pubblica insostituibile nelle aree di maggiore sofferenza della città. Senza di loro, senza la loro testimonianza, senza la loro presenza i nostri quartieri popolari rischierebbero di collassare.

Ma l'onda che ci investe è troppo grande e travolgente per essere affrontata con le forze oggi in campo. Nonostante l'impegno e le positive iniziative appena ricordate la città nella condizione in cui versa non può farcela, non possiamo farcela. Con la conseguenza che migliaia di giovani, oggi, sono condannati a morte civile.

Dobbiamo prenderne atto e ripartire da questa semplice e al tempo stesso tragica considerazione. È urgente e necessaria una svolta che deve riguardare innanzitutto le istituzioni di governo del territorio. Non è possibile tollerare oltre l'irresponsabile inerzia del Comune che non riesce nemmeno a partecipare ai bandi per la costruzione di nuove scuole, per l’attivazione delle mense, per l’apertura di nuovi  asili nido, disperdendo risorse preziose derivanti dal Pnrr e dai fondi ordinari europei.

Occorre togliere i ragazzi dalla strada, sottrarli alla criminalità, offrire loro nuovi sguardi e concrete opportunità di vita. Avviamo con decisione la realizzazione delle comunità educanti: alleanze tra scuola, istituzioni, associazioni, parrocchie, Università e famiglie che insieme si facciano carico della crescita e della formazione dei più giovani. Occorrono nuovi asili nido. Abbiamo bisogno di scuole a tempo pieno. Oggi solo l'8% degli studenti catanesi ne gode. Un record negativo e indegno di una grande città. L'obiettivo minimo da raggiungere nel prossimo biennio deve riguardare il 30% degli studenti, con priorità assoluta per quelli che vivono nei   quartieri popolari. Vi è la necessità di rivedere profondamente il meccanismo di funzionamento dei Centri di Aggregazione Territoriali, finanziati dal Comune con i voucher, che somigliano troppo a luoghi di segregazione dei più fragili. Abbiamo bisogno di più educatori, meglio formati.

Dobbiamo lavorare tutti affinché l'assassinio di Valentina, con l'enorme carico di dolore e di violenza che porta con sé, non sia accaduto invano. Abbiamo il dovere di guardare la drammatica realtà che è dinanzi a noi e provare a cambiarla.. Le dimensioni assunte dalla criminalità minorile e dalla povertà educativa, che ne è il presupposto, non riguardano una parte della città, ma la investono tutta e per intero. Minano alla radice la tenuta stessa del tessuto sociale e la sua coesione.  Occorrono risposte all'altezza, uno straordinario sforzo delle energie migliori della città. Non domani ma a partire da oggi stesso.

Coordinamento iniziative e Monitoraggio Pnrr