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Uno studio dell’Università catanese pubblicato su "Annual Review in Nutrition”. Tra gli autori il prof. Fabio Galvano dell’Ateneo catanese e il dott. Giuseppe Grosso del “Policlinico – Vittorio Emanuele”
È stata pubblicata su "Annual Review in Nutrition” - nota rivista scientifica peer-reviewed statunitense sulla nutrizione - una ricerca sulle evidenze scientifiche relative al consumo di caffè e ai suoi effetti sulla salute umana realizzata in collaborazione tra l’Università di Catania, il centro di ricerca The Need for Nutrition Education/Innovation Programme (NNEdPRO) di Cambridge e l’Harvard School of Public Health di Boston.
Tra gli autori italiani il prof. Fabio Galvano, ordinario di Scienze tecniche dietetiche applicate dell’Università di Catania, e il dott. Giuseppe Grosso, medico epidemiologo nutrizionista dell’azienda ospedaliero-universitaria “Policlinico-Vittorio Emanuele”.
Lo studio – ripreso anche dal "Washington Post" e di cui hanno dato notizia diverse testate giornalistiche nazionali - ha riportato complessivamente una “evidenza” probabile dell’associazione tra consumo di caffè (N.B. quello che gli italiani definiscono “lungo” o “americano”; lo studio, infatti, non riporta alcun dato sull’”espresso”), e ridotto rischio di alcuni tumori tra cui mammella, colon-retto, endometrio e prostata, e ancora di patologia cardiovascolare, diabete e malattia di Parkinson. In particolar modo, dalla ricerca emerge una probabilità di riduzione di neoplasie dal 2 al 20% a seconda dei tipi, per le cardiopatie del 5% e per il Parkinson del 30%. I benefici deriverebbero dalle sostanze antinfiammatorie presenti nel caffè.
L’indagine, che prende in considerazione 127 analisi sugli effetti del caffè, sottolinea inoltre come non sia stata riscontrata evidenza di pericolo per la salute, ad eccezione del consumo di caffè in stato di gravidanza e rischio di parto pretermine/aborto per via di una eccessiva esposizione del feto alla caffeina.