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Lo sviluppo sostenibile della Città Metropolitana di Catania

A Scienze politiche un incontro promosso da "ILAb - laboratori dell'ingegno"

16 Novembre 2018
Giuseppe Melchiorri

Sviluppo della tecnologia e sue applicazioni in ambito culturale, mobilità sostenibile, gestione industriale ed efficace dei rifiuti, miglioramento del decoro urbano e dell’efficienza energetica. Questi alcuni input provenienti dai relatori intervenuti al convegno “Strategie per l’efficienza e il decoro: un modello sostenibile per la Città metropolitana di Catania”, promosso da "ILAb - laboratori dell'ingegno" e da “Mobius Formazione”, con il patrocinio dell'Università di Catania e della Città metropolitana di Catania, che si è tenuto questa mattina nell’aula magna del dipartimento di Scienze politiche e sociali.

Ad aprire l’incontro, coordinato dal presidente Ilab Gaetano Fede, sono stati l’assessore alla Cultura del Comune di Catania Barbara Mirabella, il direttore del Dsps Giuseppe Vecchio, il presidente del Collegio provinciale Geometri e Geometri laureati di Catania Paolo Nicolosi e l’amministratore di Mobius Formazione Vincenzo La Manna.

“La tematica della sostenibilità - ha esordito il prof. Vecchio - riguarda da vicino il nostro dipartimento e i suoi campi di ricerca, in quanto si tratta di una problematica che nasce dalla consapevolezza della cittadino. Per avere una città più sostenibile è fondamentale, infattim educare il cittadino. Pensiamo, ad esempio, alla mobilità: educando il cittadino a usufruire del mezzo pubblico si decongestiona il traffico e la mobilità diventa più sostenibile”.

“La città metropolitana di Catania – ha evidenziato l’organizzatore Gaetano Fede - rappresenta una polarizzazione urbana e demografica tra le più importanti del Meridione. Tuttavia la stessa area risulta caratterizzata da particolari rischi naturali e ambientali, da una diffusa marginalità economica e sociale, dal degrado edilizio e dalla carenza di servizi; se a questi fattori si aggiunge una significativa riduzione del PIL procapite degli ultimi anni e l’elevato tasso di disoccupazione, in particolare giovanile, il complessivo disagio (economico e sociale) è sotto gli occhi di tutti”.

“Nonostante le innumerevoli attrattive dell’area metropolitana catanese – ha continuato Fede - , il livello di degrado e la drammatica insufficienza in cui versano i servizi essenziali non permettono un’adeguata e normale fruizione delle bellezze del nostro territorio. Sono però presenti risorse umane, conoscenza, pensieri e idee, in grado di produrre soluzioni percorribili e prospettive reali di riequilibrio socio-economico, di promozione territoriale e di sviluppo economico-occupazionale. In quest’ottica oggi cercheremo di contestualizzare alcune tra le principali criticità e delineare possibili indirizzi strategici per la città di Catania, con il presupposto di volere fortemente contribuire allo sviluppo dell’intera area metropolitana”.

E infatti, la sintesi degli interventi e le idee emerse sono state offerte all’amministrazione cittadina per una valutazione critica e costruttiva delle stesse, per la programmazione di interventi percorribili e per la definizione di prospettive reali di riequilibrio socio-economico, promozione territoriale e sviluppo economico-occupazionale.

Per l’Università di Catania sono intervenuti i docenti di Ingegneria Paolo La Greca, ordinario di Urbanistica nel dipartimento di Ingegneria civile e Architettura (Dicar), Giuseppe Inturri, delegato alla Mobilità aziendale dell’Ateneo e Giuseppe Mancini, ricercatore di Impianti chimici nel dipartimento di Ingegneria elettrica, elettronica e informatica (Dieei).

Il tema del governo del territorio è l’argomento affrontato dal prof. La Greca nel corso del suo intervento “Una tematica che si confronta con una doppia realtà – ha spiegato il docente -: da una parte la necessità di pianificare la città fisica all’interno della cintura daziaria, dall’altra l’urgenza di governare in maniera moderna la grande città metropolitana che ne costituisce il sistema di hinterland. Per governare una realtà complessa come la nostra è indispensabile una concezione nuova che possa portare ad una concertazione precisa, anche grazie al recepimento da parte della Regione Siciliana della Legge Del Rio, allo scopo di avviare una stagione di pianificazione attenta alla mitigazione dei rischi urbani e territoriali come quello sismico o quello idrogeologico”.

Sulla questione mobilità sostenibile è poi intervenuto il prof. Inturri  il quale ha evidenziato come “molte delle previsioni del Piano Generale del Traffico Urbano di Catania del 2013, seppur non  attuate, presentano ancor oggi un forte potenziale per determinare i cambiamenti radicali di gestione e di comportamento di cui la città ha bisogno. La sfida della sostenibilità si vince nelle città. I trasporti sono responsabili di numerosi impatti: congestione, inquinamento atmosferico ed acustico, consumo di energia, emissione di gas serra, incidenti, esclusione sociale, occupazione del suolo. Le strategie per una mobilità sostenibile si basano su una decisa integrazione deli strumenti della pianificazione urbanistica, della pianificazione dei trasporti e dell’innovazione tecnologica”.

“In questo senso – ha continuato il docente catanese - rilevante è stato il contributo dell’Università nelle politiche di mobility management, soprattutto per il miglioramento dell’accessibilità alle sedi universitarie con il trasporto pubblico”. Basti ricordare i recenti accordi con l’amministrazione comunale, l’Amt e la Fce per la sottoscrizione di abbonamenti a tariffe agevolate per i dipendenti dell’Ateneo e per l’utilizzo a titolo gratuito dei trasporti pubblici cittadini da parte degli studenti: un’iniziativa che avrà innegabili ricadute positive anche per il traffico urbano.

Il prof. Mancini si è poi soffermato sulla gestione industriale dei rifiuti in un’ottica di recupero di materia ed energia, sottolineando che essa “deve essere ambientalmente ma anche economicamente sostenibile. Deve essere attuabile per tempistica, risorse disponibili e condizioni di partenza locali. Non può prescindere dalla chiusura dell’intera filiera che tenga conto, responsabilmente, anche di tutti gli scarti generati nel processo”. “Oggi – ha continuato il docente - l’unica parola d’ordine è economia circolare; ma il grosso rischio è che se ne abusi a vantaggio di soluzioni teoricamente ideali ma praticamente incomplete che perdono di vista la sostenibilità complessiva. In Sicilia si sono fatti importanti passi nell’ultimo anno contro lo storico disinteresse degli abitanti verso la raccolta differenziata con il raggiungimento di livelli molto incoraggianti, specie nei piccoli centri. Ma come in ogni produzione industriale sostenibile, non tenere conto della qualità del prodotto derivante dalla raccolta e non pensare per tempo alla gestione degli scarti derivanti dalla sua raffinazione per l’immissione sul mercato, comporta una soluzione a metà che non ci farà uscire dall’emergenza; perché metà emergenza è sempre emergenza”. “È quindi necessario – ha concluso Mancini - un modello basato sulla simbiosi industriale a 360° che consente l’effettiva chiusura del ciclo attraverso soluzioni industrialmente provate la cui integrazione costituisce una semplice ma efficacissima innovazione a portata di mano per la migliore gestione dei rifiuti nella nostra regione”.

Sono intervenuti anche l’assessore alla Cultura del Comune di Catania Barbara Mirabella con una relazione su “Cultura e tecnologia: la città a portata di smartphone”; l’architetto Maurizio Mannanici (“Decoro urbano: estetica, funzionalità, godimento e tutela degli spazi pubblici”); l’imprenditore  Gianluca Costanzo (“Efficienza energetica nella Pa: strategie e strumenti”) e l’amministratore Dusty Rossella Pezzino De Geronimo (“Gestione efficace dei RSU in città: una sfida possibile”).