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Una ricerca del prof. Salvatore Sortino ha vinto un Airc Investigator Grant 2017
Un progetto di ricerca proposto dal prof. Salvatore Sortino, ordinario di Chimica generale e inorganica al dipartimento di Scienze del Farmaco, è risultato vincitore di un Airc Investigator Grant 2017. Il titolo del progetto, di durata quinquennale, è Photocontrolled Release of Nitric Oxide as a Novel Strategy to Amplify Doxorubicin Activity in Cancer. Il progetto si avvarra’ della collaborazione delle unità di ricerca dirette dal prof. Ferdinando Nicoletti (Biometec), del prof. Stefano Puleo (dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e Tecnologie avanzate) e delle Università di Torino e di Napoli Federico II.
La Doxorubicina è uno dei chemioterapici più largamente impiegati nella lotta contro una vasta gamma di tumori. Le sue principali limitazioni in clinica sono rappresentate dall’elevata cardiotossicità e dallo sviluppo di farmaco-resistenza che influenzano in maniera rilevante la qualità della vita dei pazienti.
Il progetto di ricerca “Amplificazione dell’attività antitumorale della Doxorubicina mediante rilascio di ossido nitrico (NO) controllato dalla luce” si propone di superare tali limiti sfruttando una approccio innovativo basato su opportune combinazioni di Doxorubicina con molecole in grado di rilasciare ossido nitrico (NO) se stimolate da luce visibile, veicolate mediante nanoparticelle biodegradabili.
La luce rappresenta una sorta di “siringa ottica” che offre il vantaggio di regolare con grande accuratezza il dosaggio di NO generato, permettendo di sfruttarne il duplice ruolo come agente citotossico o come inibitore delle pompe cellulari di efflusso responsabili della farmaco-resistenza. Con una tale strategia ci si auspica pertanto di potenziare l’attività antitumorale della Doxorubicina, riducendone il massiccio dosaggio e, di conseguenza, gli effetti collaterali. Da qui il motto: “Say NO to Cancer”
Si prevede che i risultati di questo progetto forniranno nuove informazioni sull'ottimizzazione dei trattamenti terapeutici minimamente invasivi, che intrinsecamente hanno un alto potenziale di innovazione, consentendo un uso più efficiente e razionale dei chemioterapici.