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La convenzione, sottoscritta dall'Ibam-Cnr e dal Polo regionale per i siti culturali di Catania, vedrà la partecipazione anche dei giovani studenti e laureandi dell’Università di Catania per promuovere la conoscenza, fruizione e valorizzazione dell'area archeologica
Anche gli studenti e i laureandi dell'Università di Catania saranno coinvolti nelle attività multidisciplinari finalizzate alla promozione della conoscenza, fruizione e valorizzazione del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dell’Aci.
E' quanto prevede la convenzione operativa per attività di ricerca nell’area del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dell’Aci siglata nei giorni scorsi tra il Polo regionale per i siti culturali di Catania e l’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
La convenzione - autorizzata dall’Assessore regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana, Carlo Vermiglio e dal Dirigente Generale del Dipartimento regionale, Gaetano Pennino - della durata di due anni, darà l’avvio ad un importante progetto di ricerca che vedrà dialogare l’Istituto catanese del Cnr, altamente specializzato in indagini sul patrimonio culturale con una forte componente tecnologica, e il Polo regionale di Catania competente sul territorio.
L’interesse primario dell’accordo è quello di sperimentare e applicare nello straordinario contesto del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dell’Aci indagini innovative che consentano di giungere ad un sapiente processo di conoscenza di questo prezioso patrimonio culturale. Sarà, inoltre, possibile riprendere, dopo lungo tempo, gli scavi archeologici nel sito di Santa Venera al Pozzo per approfondire la conoscenza dell’area archeologica e fornire così nuovi dati per la ricostruzione delle fasi storiche dell’insediamento.
Il Parco archeologico e paesaggistico della Valle dell’Aci conserva un patrimonio unico attraverso il quale è possibile conoscere e fruire la complessità del paesaggio storico e naturalistico dell’area etnea. La presenza di siti archeologici come quello di Santa Venera al Pozzo e di strutture dal carattere storico-antropologico di grande interesse storico-antropologico ancora oggi indagate solo parzialmente, come l’antico tracciato della Via dei Mulini, offrono la base per sviluppare un sistema di valorizzazione e fruizione capace di dare nuovo slancio per lo sviluppo del territorio.
«Dal mio insediamento alla guida del Polo regionale di Catania ho avviato, facendo tesoro dell’esperienza passata alla guida del Parco di Naxos, una forte politica di integrazione e dialogo con tutte le istituzioni che operano nel territorio - dichiara Maria Costanza Lentini, direttrice del Polo regionale per i siti culturali di Catania, dal 6 luglio 2016. Con l’IBAM CNR di Catania stiamo già operando in perfetta sintonia nel progetto di gestione e valorizzazione dell’Anfiteatro le cui attività, dopo la pausa invernale, ripartiranno a breve. Credo – prosegue Maria Costanza Lentini – che il Parco archeologico delle Aci sia stato un po’ trascurato in questi anni. La potenzialità delle informazioni che esso custodisce è davvero straordinaria e la mia idea è che nel Parco abbiamo possibilità infinite di far cogliere ciò che può significare oggi valorizzare e fruire il patrimonio culturale della nostra regione. Con l’IBAM abbiamo in cantiere iniziative che vanno dallo scavo, alla formazione: vogliamo mettere su delle summer school dedicate da svolgere direttamente in situ, con studiosi esperti, organizzare conferenze, aprire, soprattutto, il parco alla città e alle scuole realizzando un percorso di visita con supporti multimediali per far conoscere, immersi nella natura, pezzi di storia di questa fascia costiera così bella altrimenti destinata a restare in ombra. Tutto coinvolgendo anche i Sindaci dei Comuni che gravitano attorno al Parco, il nostro personale che con iniziative nuove e vivaci ci aiuterà molto a raggiungere, in breve tempo, risultati importanti».
«Sono molto felice per la firma della convenzione tra l’IBAM e il Polo regionale di Catania – dichiara Daniele Malfitana, direttore dell’Istituto di ricerca catanese - per ragioni diverse, che convergono verso il riconoscimento, anzitutto, dell’importanza di contesti archeologici e paesaggistici così strategici per la Sicilia in cui sperimentare soluzioni all’avanguardia che assumendo la conoscenza come elemento di partenza, consentono di arrivare con successo alla divulgazione e alla comunicazione dei risultati della ricerca scientifica. E poi – continua Malfitana – perché al Parco delle Aci abbiamo tutti gli ingredienti propri della trasversalità dei beni culturali: dall’archeologia, al paesaggio, al museo, agli spazi per la divulgazione. Insomma un sistema variegato di elementi che può davvero consentire di assumere il Parco delle Aci come luogo ideale in cui tradurre in realizzazione pratica tutto ciò di cui oggi si parla quando si pensa a come rendere vivo il nostro patrimonio culturale. Se poi pensiamo a tutte le realtà che ruotano attorno al Parco, da Acireale in primis fino ai borghi marinari di Aci Trezza, possiamo avere un’idea di quel sistema integrato che un polo culturale dovrebbe costituire come peraltro ribadito dal recente riconoscimento da parte del MiBACT al progetto Polo Strategico Turistico Culturale “La Terra dei Giganti” coordinato dal Comune di Acireale cui l’IBAM ha contribuito anche alla stesura scientifica. A breve – conclude Malfitana - avvieremo subito le attività sul campo coordinate da Giuseppe Cacciaguerra e Antonino Mazzaglia, giovani ricercatori dell’Istituto catanese. Un vero e proprio laboratorio a cielo aperto: da scavi archeologici, a voli aerofotogrammetrici con drone, a voli aerei in collaborazione con il Nucleo tutela patrimonio culturale dell’Arma dei Carabinieri, all’analisi di foto satellitari, a rilievi laser scanner, indagini in cui tecnologie e metodologie di lavoro si mescoleranno per avviare una nuova stagione per la conoscenza, la tutela e la valorizzazione di questo contesto archeologico, naturalistico e paesaggistico, unico per straordinaria bellezza».