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Giovedì 11 febbraio, sulla piattaforma Zoom, sarà inaugurata la conferenza internazionale Cultural Heritage Academic Interdisciplinary Network
Oltre cinquanta studiosi e professionisti provenienti da tutto il mondo (Austria, Cina, Germania, Grecia, Italia, Regno Unito, Russia, Spagna e Stati Uniti) che animeranno un dialogo interdisciplinare per riflettere su tradizioni, luoghi e comunità e per raccontare il ruolo e l’identità del patrimonio tangibile e intangibile nell’era digitale. Ma anche per sottolineare il valore performativo delle istituzioni culturali (archivi, biblioteche, siti archeologici, musei) e il potere espressivo e catartico di arti e cultura e per riconoscere i diversi impatti (sociali, sanitari, economici) del settore culturale e dei relativi sistemi di management nel raggiungimento di obiettivi di sviluppo consapevoli, inclusivi e sostenibili.
Questo il programma della conferenza “Well-Being and Cultural Heritage / Benessere e Patrimonio Culturale" che si terrà da giovedì 11 a sabato 13 febbraio online sulla piattaforma Zoom. Si tratta della prima iniziativa organizzata da "CHAIN – Cultural Heritage Interdisciplinary Academic Network”, fondato da docenti e dottorandi in "Scienze per il Patrimonio e la Produzione culturale" del dipartimento di Scienze umanistiche (Disum) dell’Università di Catania. La scelta del tema del convegno è precedente all’emergenza della crisi sanitaria legata al Covid-19, ma la pandemia ha permesso di riscoprire il patrimonio come elemento virtuoso e fondamentale per mantenere i rapporti umani saldi in tempi di distanziamento sociale. I dati dimostrano, per esempio, che la partecipazione culturale ha contribuito al benessere psicologico delle comunità.
Ad aprire i lavori, alle ore 10.45, sarà il rettore Francesco Priolo, il direttore del Disum Marina Paino, il coordinatore del dottorato in "Scienze per il Patrimonio e la Produzione culturale" Pietro Militello e il coordinatore del corso di dottorato in “Scienze dell’Interpretazione” Antonio Sichera.
Il convegno si svilupperà attraverso tre differenti tematiche di confronto; la prima giornata sarà dedicata al tema della “memoria” con l’intervento introduttivo del direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco (chair Pietro Militello) – che prevede un focus sulla memoria e la cultura materiale - e tre differenti panel: “(Hi)Stories, communities and places”, (chair Anna Mignosa - Università di Catania); “Contested, rising and safe cultural heritage” (chair Nicola Laneri - Università di Catania) e “Performative archival memories” (chair Maria Rosa De Luca - Università di Catania).
La giornata successiva sarà dedicata al tema della “percezione” con l’intervento introduttivo del docente di fotografia, cinema e televisione dell'Università di Torino Peppino Ortoleva (chair Stefania Rimini – Università di Catania) che parlerà dell’appropriazione individuale, ambientale e mediatica del patrimonio culturale. Previsti anche in questo caso tre panel: “Arts and Subjectivities” (chair Barbara Mancuso – Università di Catania), “Theatrological well-being” (chair Monica Centanni – IUAV e Università di Catania) e “Media and socio-cultural experience” (chair Filippo Stanco – Università di Catania).
La terza e ultima giornata sarà dedicata al tema “ricerca-azioni” con l’intervento di Pier Luigi Sacco, docente di Economia della cultura all’Università di Milano (chair Romilda Rizzo – Università di Catania), che contribuirà a riflettere sui fondamenti della cultura come elemento sociobiologico del welfare culturale. Sono previsti in quest’ultima giornata 5 panel: “Social impacts”; “Modelling Systems and Management” (chair Stefania Nucifora – Università di Catania), “Technologies and socio-cultural sustainability” (Simona Todaro – Università di Catania), “Communities and territories” (Salvatore Adorno – Università di Catania); “Tourism and well-being” (Salvatore Cannizzaro – Università di Catania).
Il network Chain
Il network CHAIN – sostenuto dai docenti del Dipartimento Disum Maria Rosa De Luca, Pietro Militello, Anna Mignosa, Stefania Rimini e Romilda Rizzo – prevede lo scambio di idee e progettualità tra università, centri di ricerca, imprese, associazioni, enti e professionisti del settore culturale.