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Il sito del nuovo organo ufficiale d'informazione d'ateneo è accessibile all'indirizzo www.unictmagazine.unict.it
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Intervento del prof. Salvatore Pennisi, ordinario di Elettronica del Dipartimento di Ingegneria Elettrica Elettronica e Informatica dell’Università di Catania
Buon compleanno transistor! il 16 dicembre 1947, presso i Bell Telephone Laboratories nel New Jersey, John Bardeen e Walter Brattain diretti da William Shokley inventarono un amplificatore a semiconduttore che dimostrarono sperimentalmente il successivo 23 dicembre. Al dispositivo venne dato il nome di transistor e per questa invenzione i tre scienziati furono insigniti del premio Nobel nel 1956. Fu il primo passo verso la microelettronica moderna e la corsa vertiginosa alla miniaturizzazione caratterizzata dalla legge descritta da Gordon Moore nel 1965, lo stesso che fondò Intel: “in un circuito integrato il numero di transistor per unità di area raddoppia ogni 18 mesi circa”. Sembra impossibile, ma i 188 transistor contenuti in 1 mm2 di silicio nel 1971 (nel famoso processore Intel 4004, progettato dall’italiano Federico Faggin), oggi sono diventati più di 130 milioni (Apple M1). Per comprendere meglio la portata di questa invenzione, il transistor ha consentito di produrre apparecchiature portatili laddove, prima, i computer a valvole termoioniche occupavano interi edifici e consumavano l’energia di 60 appartamenti odierni. Se oggi possiamo usufruire della tecnologia più moderna sul palmo di una mano è grazie al transistor.
L’invenzione del transistor è stata estremamente rilevante anche per lo sviluppo economico e industriale del territorio etneo. L’Etna Valley rappresenta infatti uno dei poli della microelettronica italiana ed europea, grazie, senza dubbio, alla presenza da oltre 60 anni di STMicroelectronics e di tutto un articolato e complesso ecosistema ad essa collegato. Di questo fanno parte anche CNR e Università e tutte quelle numerose compagnie indispensabili per la fornitura dei materiali grezzi, gas, realizzazione degli impianti, dei sistemi fotolitografici e di test, che si sono inserite stabilmente nel territorio. Con uno sforzo straordinario, nella sua fabbrica integrata di componenti al Carburo di Silicio (SiC), ST riuscirà a concentrare la maggior parte della filiera di produzione a Catania: dalla generazione delle fette (wafer) alla loro lavorazione con i processi fotolitografici, ai test finali. Una fabbrica unica e prima nel suo genere che ha conquistato per questo l’attenzione della politica europea. L’Università di Catania è presente in questo processo attraverso un accordo quadro ST-UniCT finalizzato alla ricerca su tematiche di interesse comune e un Master di Secondo Livello in Power Electronics, appena inaugurato, per la formazione di alte professionalità.
I semiconduttori sono protagonisti anche di un’altra grande realtà catanese: la Gigafactory di 3SUN-Enel Group. Diventerà la più grande fabbrica di pannelli solari dell'Unione Europea (3GW l’anno), con l’obiettivo ambizioso di raggiungere livelli di efficienza energetica del 30%, tre volte i valori iniziali dei pannelli a film sottile. Inoltre, molte aziende della filiera dei semiconduttori stanno puntando su Catania (Analog Devices, Meridionale Impianti, NXP, Technoprobe) e, secondo uno studio della ManpowerGroup, Catania risulta tra le 10 “Tech Cities” d’Italia, anche per numero di start-up che si contraddistinguono per attività di giovani professionisti dell’Information & Digital Technology. Questo fermento sta favorendo la creazione di alcune migliaia di posti di lavoro, diretti e indiretti, che promettono ottime prospettive professionali. Dai recenti dati AlmaLaurea, infatti, risulta che le retribuzioni a 5 anni degli ingegneri industriali e dell’informazione sono tra le più alte in Italia.
Ci troviamo quindi di fronte a un’opportunità di crescita economica unica, che sarebbe imperdonabile sprecare, ma che anzi dovrà essere sostenuta attraverso un corretto orientamento dei giovani e una formazione attenta alle richieste del territorio. Una sfida fondamentale per l’immediato futuro, conseguenza di quel “magnifico regalo di Natale”, come commentò lo stesso Shokley, che l’umanità ha ricevuto 75 anni fa.
Il prof. Salvatore Pennisi