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Nel Golfo di Pozzuoli il primo esperimento in Italia di tomografia sismica a riflessione ad altissima risoluzione per lo studio delle deformazioni attive al quale ha partecipato anche il prof. Carmelo Monaco
Il prof. Carmelo Monaco, del dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell'Università di Catania, ha partecipato al primo esperimento in Italia di indagine di sismica a riflessione 3D (tomografia) di altissima risoluzione basato su una metodologia innovativa recentemente sviluppata da due società leader nel settore (Geo Marine Survey Systems B.V e GeoSurveys). L'esperimneto è stato effettuato nel mese di ottobre nel Golfo di Pozzuoli, nel corso della campagna oceanografica denominata "Transect 2017", organizzata del Cnr e svolta a bordo della N/o Minerva Uno.
L'esperimento è stato progettato da ricercatori del Cnr-Iamc, delle Università di Palermo, Catania e Napoli "Federico II" e dell'Ingv-Roma1, nell'ambito di un accordo di collaborazione scientifica finalizzato allo studio della tettonica attiva nelle aree marine e costiere, per osservare un settore della risorgenza apicale della caldera associata all’eruzione del Tufo Giallo Napoletano (15.000 anni B.P.), un’area sottomarina caratterizzata da intensa deformazione attiva di origine vulcano-tettonica.
In quest’area, infatti, si sviluppa una zona con rotture di tipo fragile del fondale marino, dovuta ai fenomeni di bradisismo, la cui presenza è prevista da modelli che simulano l’evoluzione delle caldere vulcaniche risorgenti, e che i nuovi dati geofisici raccolti nel corso di questa campagna di indagini permetteranno di analizzare in estremo dettaglio.
La collaborazione tra i ricercatori è un’iniziativa nata dall’idea di utilizzare la “memoria storica” che l’ambiente marino conserva dei fenomeni tettonici e vulcanici, per integrare quelle informazioni riguardanti i processi geologici e le strutture che vengono spesso “cancellate” dall’erosione in ambiente continentale. I risultati di questa ricerca potranno aiutare gli studiosi per comprendere i meccanismi di deformazione in aree sensibili dei sistemi vulcanici.