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Alle Ciminiere si è svolta la prima kermesse cittadina di mini-conferenze sul modello californiano diffuso in tutto il mondo
“A volte, pensiamo di poter controllare tutto, ma non è così. Arriva un big bang, la propria esplosione personale, che fa crollare le nostre certezze. E proprio allora che bisogna trasformare quell’esplosione in espansione”. E’ un big bang, come dice Martina Rogato, specialista in Corporate social responsibility (Csr) e attivista per i diritti umani. Oppure un bivio, un fallimento, una delusione, il punto di arrivo di un’introspezione. Ognuno di noi nella vita può imbattersi nella scintilla che ci spinge a ‘ricalcolare il nostro percorso’, a dispetto delle indicazioni della vocina del navigatore… "Un giorno gli amici mi chiesero se volevo andare a giocare a pallone – ammette Alberto Fontana, in arte Naska, motociclista e youtuber -. Non avevo alcuna voglia di uscire, ma dissi di sì. E da allora la mia vita è cambiata".
Di queste ‘conversioni’, o intuizioni, che sono state in grado di disegnare un nuovo itinerario o addirittura dare un nuovo senso all’esistenza, hanno parlato i sedici speaker del TEDxCatania, che si è tenuto nella giornata di sabato al centro fieristico le Ciminiere di Catania. “What if…”, “che cosa succederebbe se”: in altre parole storie di persone che, a partire da un accadimento, a volte anche apparentemente banale, hanno avuto la forza di riscrivere un percorso personale o professionale, mettendo in pratica idee che però hanno in sé anche il potenziale di cambiare la società attorno a noi e renderla un posto migliore per tutti.
Per questo, sono idee “degne di essere condivise”, come recita lo slogan del TED, il format di conferenze multidisciplinari più famoso al mondo, adottato dall’Associazione Alumni della Scuola Superiore di Catania e per la prima volta aperto alla città, con il patrocinio dalla Città metropolitana e dall’Università. Quindici minuti sul palco, di fronte a 600 spettatori e, successivamente, al pubblico sterminato dei social e di Youtube, per raccontare la propria esperienza, introdotti dai ‘cerimonieri’ Emanuele Pecora e Martina Sapone, alla guida di un agguerrito ed efficiente staff organizzativo composto da volontari, soprattutto studenti e neolaureati dell’Ateneo e della scuola di eccellenza. “Nel 2014 – ha ricordato il rettore Francesco Priolo – è stato organizzato il primo TEDx alla Scuola di villa San Saverio. Oggi è cresciuto, sulle spalle di studentesse e studenti che ripropongono a tutta la comunità questa importante occasione. E’ questo il motore culturale che vogliamo per la nostra città”. Compiaciuto e favorevolmente sorpreso il sindaco Salvo Pogliese, che con il rettore e il prorettore Vania Patanè ha anche presentato alcuni degli speaker: “I nostri giovani al Sud trovano maggiori difficoltà, ma talvolta ciò regala loro una marcia in più in termini di capacità e spirito di iniziativa”.
Si è parlato quindi di rigenerazione urbana (Delia Valastro), come di resistenza degli antibiotici (Giampaolo Pitruzzello), di ricerca della felicità (Adriano Aiello), di musei e beni culturali del terzo millennio (Luna Meli) e di lavoro 4.0 (Elisa Fazio), di hater e fake news (Roberto Lipari), di consumo eco-sostenibile delle risorse idriche (Manuela Coci) e del rapporto tra musica e biologia (Emanuele Toso), di rapporto tra energia e cibo (Giovanni Tula), di cittadinanza europea (Maria Antonia Panascì), dell’ambizioso progetto della ‘Casa di Toti’ (Muni Sigona) o della spericolata impresa di arrivare fino “a Pechino col pandino” (Giovanni Cipolla). Tutti talk brillanti, coincisi e densi ma diretti, che lasciano ‘pulci nell’orecchio’ in chi ha voluto trascorrere la giornata in interessata ‘posizione di ascolto’. “Sii tu il tuo punto fermo – sentenzia Martina Rogato -, sei l’unico investimento che non andrà mai in perdita”. “Con i sì – aggiunge Mirko Manetti, autore, formatore e improvvisatore teatrale - si va da qualche parte. Con i no non si comincia nemmeno”.
E si è parlato anche della frontiera del machine learning (Ciro Greco, linguista e fondatore di Toos.ai), ossia del tentativo di insegnare alle macchine a ragionare e operare come gli uomini. “A differenza dell’uomo – ha sottolineato Ciro, che ha aperto la rassegna del TEDxCatania – la macchina, pur con tutti i suoi algoritmi, non possiede il senso del concetto. Ma a me piacerebbe che in futuro computer e robot, oltre a risolvere processi semplici e ripetitivi, riuscissero ad affrontare giudizi complessi, come farebbe ad esempio un esperto notaio di provincia a fronte di un’eredità da distribuire in assenza di testamento. Insomma, come farebbero ancora i nostri padri”.