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Al workshop sono intervenuti esperti nazionali e internazionali. Il prof. Venerando Rapisarda: “Ad oggi molti operatori sanitari non si sottopongono al vaccino”
Promuovere le vaccinazioni negli operatori sanitari per tutelare gli utenti e i pazienti. È il messaggio che è stato lanciato stamattina, nell’aula magna della Torre Biologica dell’Università di Catania, da esperti nazionali e internazionali nel corso del “1° Etnean Occupational Medicine Workshop” dal titolo “Vaccination in healthcare workers: risk assessment, planning, strategy of intervention and legal implication”.
Ad illustrare il tema, in apertura dei lavori, il prof. Venerando Rapisarda, docente di Medicina del Lavoro che ha evidenziato “i casi di epidemia di morbillo e meningite che si sono registrati negli ultimi anni, e in particolar modo nel 2017, che hanno indotto il Ministero della Salute a emanare circolari specifiche per gli operatori sanitari e anche le vaccinazioni”. “Un tema conosciuto, già obbligo di legge sul testo unico Salute e sicurezza, alla luce del fatto che ad oggi molti operatori sanitari non si sottopongono a vaccinazioni dimenticandosi che, oltre all’immunità di gregge, è fondamentale il ruolo degli operatori sanitari nei confronti dell’utente che deve essere invogliato a sottoporsi a vaccinazione” ha aggiunto il prof. Rapisarda prima della lettura magistrale della prof.ssa Helena Maltezou, direttore del Department at Hellenic Centre for Disease Control and Prevention.
Sul tema anche il direttore generale dell’azienda ospedaliero-universitaria “Policlinico-Vittorio Emanuele”, dott. Salvatore Paolo Cantaro, è intervenuto evidenziando “la necessità di integrare le diverse discipline scientifiche e la comunicazione tra i professionisti del settore per dare risalto alle esigenze cliniche e anche all’aggiornamento della formazione”.
Per quanto riguarda gli aspetti clinico-epidemiologici, la prof.ssa Antonella Agodi dell’Università di Catania ha sottolineato che “la vaccinazione degli operatori sanitari è di particolare importanza non solo per la protezione a livello individuale, ma soprattutto per interrompere la trasmissione dell’infezione ai soggetti non vaccinati e in particolar modo ai pazienti in situazione di suscettibilità con eventuali conseguenze più gravi”. Esigenze su cui gli igienisti e i medici del lavoro si sono confrontati dando vita alla “Carta di Pisa delle vaccinazioni negli operatori sanitari”. “Un documento allestito su scala nazionale dai rappresentanti delle Società italiane di Igiene e di Medicina del lavoro che hanno lavorato per promuovere la vaccinazione negli operatori sanitari – ha spiegato il prof. Pier Luigi Lopalco dell’Università di Pisa -. La vaccinazione nell’operatore sanitario rappresenta ad oggi un punto dolente del Sistema sanitario nazionale perché da un lato esistono resistenze di molti operatori sanitari e dall’altro resistente dal punto di vista culturale perché la vaccinazione viene vista dagli operatori come mezzo di protezione individuale e non di protezione del paziente. Questo concetto non è ben saldo”.
“Proprio la Carta di Pisa – ha aggiunto il prof. Lopalco - prevede pochi punti programmatici con cui sono definite azioni per promuovere la vaccinazione nell’operatore sanitario e anche promuovere atti legislativi a sostegno dei punti programmatici come la definizione di un obbligo di vaccinazione contro, ad esempio, il morbillo, parotite e rosolia e per alcune categorie di operatori sanitari perché è assurdo che oggi ci siano epidemie di morbillo nelle strutture sanitarie”.
Sugli aspetti di medicina legale e del lavoro la prof.ssa Chiara Costa dell’Università di Messina ha sottolineato che “a seguito delle Politiche europee sulle vaccinazioni e agli indirizzi sulla salute previsti dalle normative italiane, l’apporto delle linee guida internazionali e nazionali sono fondamentali per l’applicazione da parte dei medici competenti della normativa vigente tenendo presente le indicazioni tecniche degli specialisti in malattie infettive”.