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Il sito del nuovo organo ufficiale d'informazione d'ateneo è accessibile all'indirizzo www.unictmagazine.unict.it
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Il messaggio augurale del rettore Giacomo Pignataro traccia un bilancio dell'anno che si chiude: interventi su didattica, ricerca, riorganizzazione amministrativa, reclutamento e diritto allo studio
Care studentesse e cari studenti,
colleghe e colleghi docenti,
membri del personale tecnico-amministrativo e collaboratori,
nei giorni scorsi ho incontrato il corpo docente e i rappresentanti degli studenti ed il personale tecnico-amministrativo di tutti i dipartimenti per lo scambio degli auguri e per presentare, com'è consuetudine, un bilancio dell'anno passato e di quello che ci aspetta.
Ne ho ricavato un'impressione estremamente positiva: quella di una comunità accademica che ha riacquistato il gusto di discutere liberamente, di confrontarsi e d'impegnarsi e del netto prevalere di uno stile intellettuale che non intende nascondere, truccare e abbellire ma punta all'analisi e alla soluzione dei problemi. In effetti, avrebbe poco senso concepire questi momenti di pausa e di festa come occasione per stilare una lista di buoni propositi; occorre bensì insistere su alcuni aspetti dell'indirizzo strategico dell'Ateneo e sulle azioni che promettono risultati.
Il 2015 è stato l'anno in cui abbiamo varato la riorganizzazione amministrativa. Grazie ad essa, oltre a una scrupolosa disamina delle correzioni indispensabili per garantire legalità e correttezza delle procedure, è stato possibile compiere un bel tratto di strada nella revisione del nostro sistema organizzativo e delle regole di governo. Attraverso la costituzione degli uffici amministrativi dipartimentali ci siamo dati gli strumenti per garantire autonomia e responsabilità finanziaria e gestionale di ciascun Dipartimento. Si tratta di un processo che mira soprattutto a costruire l'identità di queste strutture costitutive dell'Ateneo, finalizzate allo svolgimento delle attività didattiche e della ricerca scientifica. Dobbiamo e possiamo ancora migliorare la capacità complessiva dell'azione amministrativa, la coesione funzionale tra settori, l'affiatamento tra strutture e procedere speditamente sullo snellimento necessario delle procedure, in linea con un'idea sempre più europea, ovvero "orizzontale" ed efficiente, di pubblica amministrazione.
Un'altra delle azioni fondamentali ha riguardato la didattica, e in particolare i correttivi per contrastare il calo degli iscritti e l'aumento del numero di abbandoni, di fuoricorso e di ripetenti. Proprio un anno fa, nel dicembre 2014, abbiamo tenuto l'assemblea su "Insegnare e imparare meglio. Lo studente al centro". In quella sede iniziammo a individuare i cinque punti cardine su cui puntare per risolvere i problemi della didattica: la comunicazione, l'orientamento in entrata, l'orientamento in itinere, la progettazione e la responsabilità del docente. Grazie a questo impegno straordinario, assieme alla scelta di eliminare il numero programmato su alcuni corsi di laurea, l'università di Catania quest'anno ha fatto registrare un dato in controtendenza: una crescita delle immatricolazioni rispetto all'anno scorso di circa il 15%, con 1.200 immatricolati in più.
Ma ci sono ampi margini per fare ancor meglio, calibrando e talora ripensando la gamma dei nostri corsi di studio di primo e secondo livello per aumentare ulteriormente la nostra capacità di attrazione. Quest'anno abbiamo poi iniziato a mettere in campo delle nuove iniziative mirate che hanno riscosso un indubbio successo e che stanno contribuendo a far recuperare la reputazione che il nostro Ateneo merita: tra queste le lezioni introduttive per le matricole - Incipit/imparare meglio - che hanno visto la partecipazione di oltre duemila neo-iscritti in più punti dell'Ateneo per delle conversazioni che hanno puntato sulla crescita della motivazione e della responsabilità dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze; penso poi al progetto Mat.Ita che sta coinvolgendo decine di docenti e centinaia di ragazzi dei licei di varie province della Sicilia orientale per un sistema di verifica e miglioramento delle competenze in matematica e italiano e per un lavoro congiunto scuola-università che vogliamo rendere strutturale; mi riferisco infine al sistema del tutorato, reso possibile dalle risorse per la programmazione strategica, che sta vedendo impegnati giovani ricercatori e studenti impiegati col "Fondo giovani", a sostegno di una didattica sempre più vicina agli studenti e alle loro esigenze.
Sappiamo purtroppo che il contesto del sistema dell'alta formazione è caratterizzato da molte regole e da poca politica, cioè da un'azione di governo a livello nazionale che, a dispetto della retorica dell'eccellenza, non riesce a esprimere una visione di sistema con una deriva aggravata dall'estrema insufficienza e dalla distribuzione asimmetrica delle risorse; tale progressiva diminuzione di fondi penalizza in modo grave e per molti versi inaccettabile gli atenei meridionali e con essi le nuove leve della ricerca che costituiscono la speranza centrale per il futuro benessere materiale e culturale dei nostri territori. La ricerca è stata dunque un'altra delle azioni sulle quali abbiamo necessariamente scommesso, con l'avvio dei progetti FIR che hanno ricominciato a sostenere, dopo anni, la ricerca, di base, di gruppo e individuale, e con una difesa e talora con un recupero sensibile del sostegno ai nostri dottorati; inoltre, la prossima apertura dei laboratori della Torre biologica e del Polo tecnologico, che vogliamo diventino un modello di gestione nuova e innovativa, dovrà costituire un ponte verso le nuove generazioni di ricercatori così come verso il territorio, che deve percepire l'innovazione tecnologica come un patrimonio condiviso e fondamentale. Richiamo infine lo sforzo necessario che ci deve vedere impegnati nell'uso dei fondi UE e dei bandi regionali, che saranno una sfida dei prossimi mesi alla quale ci stiamo attrezzando.
Sul piano del reclutamento, gli anni di blocco concorsuale e di compressione del turn-over hanno di certo tarpato le legittime ambizioni e le giuste aspettative del personale docente e non docente. L'azione amministrativa di questi anni ha consentito l'immissione in ruolo di 137 Professori associati (di cui 126 interni) e l'avvio di circa quaranta procedure per i professori ordinari. Per i ricercatori, abbiamo bandito 36 procedure, soprattutto di tipo A; nel prossimo futuro ci concentreremo sui ricercatori di tipo B (mettendo insieme risorse già programmate dall'Ateneo sui propri punti organico e quelle che verranno dalla Legge di stabilità 2016), senza, comunque, trascurare altri bandi di tipo A. Infine, per il personale tecnico-amministrativo, abbiamo stabilizzato, nell'ultimo anno e mezzo, 104 unità di personale e, nel mese di gennaio, saranno attivate ulteriori procedure di stabilizzazione per altri 4,5 punti organico. Infine, contiamo di bandire nuovi concorsi, soprattutto nell'area tecnica, per circa 3,5 punti organico. In futuro sarà necessario creare un raccordo stretto tra processi di reclutamento e azioni strategiche sul piano didattico e della ricerca; un nesso questo che nel nostro ateneo non vi è sempre stato negli anni passati, contribuendo così a creare degli squilibri che è opportuno sanare, nella misura del possibile.
In questa condivisione del nostro lavoro - un lavoro fruttuoso e per il quale ringrazio tutte le colleghe e i colleghi e tutto il personale tecnico-amministrativo, permettetemi di ricordare l'azione che mi ha forse dato più orgoglio e che credo possa essere vista come una speranza per il futuro.
Mi riferisco agli oltre due milioni di euro che l'Ateneo ha recuperato e investito nelle borse di studio. In una fase regressiva, in un contesto di generale calo delle risorse per il diritto allo studio universitario costituzionalmente previsto, in un paese come il nostro che investe troppo poco per il diritto allo studio, sapere che più studenti capaci e meritevoli avranno il dovuto supporto dal loro Ateneo può essere motivo di orgoglio per tutti noi oltre che una spinta migliorare e implementare i servizi per i nostri studenti.
La nostra forza dipenderà dalla capacità di mantenere la tradizionale ricchezza dell'articolazione dei saperi e dalla rinnovata capacità di riaggregarli con una forte vocazione territoriale dell'attività di formazione, unita all'ambizione di confrontarci con le nuove frontiere della ricerca nazionale e internazionale. Questo è, da sempre, il ruolo dell'università e questo ruolo va concepito come una sfida.
Ed è proprio col forte auspicio di saper raccogliere questa sfida che rivolgo all'intera comunità accademica - studentesse e studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo - un caloroso e affettuoso augurio di un sereno Natale e di un buon inizio del nuovo anno.
Giacomo Pignataro