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Un progetto tra Sicilia e Tunisia per rimboschire la posidonia oceanica

L'iniziativa, inserita nell'ambito del programma Italia-Tunisia, punta a migliorare l'ambiente marino del Mediterraneo

17 Febbraio 2022
Alfio Russo

Favorire l'impianto di nuove azioni di rimboschimento di praterie di posidonia oceanica e realizzare barriere protettive ecocompatibili per consentirne la proliferazione. È l'obiettivo del progetto "Metodologie innovative e azioni di rafforzamento per proteggere l'ambiente mediterraneo" che sarà realizzato nell'ambito del programma Italia-Tunisia.

Un progetto che mira al miglioramento dell'ambiente marino grazie ad una partnership internazionale costituita da diversi partner: l'Arpa Sicilia, con il suo dipartimento Arpa mare (capofila del progetto), l'Institut Supérieur de Biotechnologie de Sidi Thabet, l'Università di Catania con due dipartimenti coinvolti, la Faculté des Sciences di Tunisi, la Ecole Supérieure des Ingénieurs de Medjez El Bab, la Mediterraneo Consulting e il FLAG Golfi di Castellammare e Carini.

Al Palazzo della Cultura di Modica si è svolta la presentazione delle fasi progettuali principali alla presenza dei rappresentanti dei partner, alcuni dei quali, come quelli tunisini, collegati online, e della Regione Siciliana, che sarà autorità di gestione del progetto.

«Il progetto si sviluppa nell'ambito della politica di vicinato dell'Unione Europea e si pone inoltre come progetto ponte rispetto alla nuova programmazione, nella quale la protezione ambientale è uno dei cardini strategici» ha spiegato Emanuela Valiante, coordinatrice del segretariato tecnico congiunto del Progetto Italia-Tunisia, in rappresentanza della Regione.

Sono intervenuti inoltre il direttore di Arpa divisione Mare Vincenzo Ruvolo e il coordinatore Paolo Ferlisi della Mediterraneo Consulting.

«Il progetto mira al rinforzo e al recupero dell'ambiente mediterraneo - ha spiegato Vincenzo Ruvolo - attraverso il trasferimento a paesi con habitat marino uguale al nostro di attività già realizzate in ambito europeo. Dunque con l'aiuto dei partner tunisini e dell'Università di Catania si procederà, individuate le aree adatte, al reimpianto della posidonia in situ e alla realizzazione di opere di protezione che consentano il mantenimento dell'impianto nel tempo».