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Il docente, ordinario di Disegno a Palermo e a Catania, è scomparso pochi giorni fa
Venerdì scorso è venuto a mancare il professore Giuseppe Pagnano, uno dei docenti più prestigiosi che l’Ateneo catanese abbai avuto negli ultimi quarant’anni.
Nato a Catania 8 febbraio 1942, Pagnano conseguiva la laurea in Architettura a Venezia nel novembre del 1969. Dal 1975 ha insegnato “Storia dell’Architettura moderna” e “Disegno” nella Facoltà d’Ingegneria di questo ateneo. Dal 1989 ha insegnato “Disegno e Rilievo” a Palermo, dove nel 1992, ha vinto il concorso come professore di prima fascia nello stesso settore disciplinare. A Palermo è stato coordinatore del dottorato di ricerca in "Rappresentazione dell'Architettura" e direttore della scuola di Specializzazione in Architettura dei giardini e assetto del paesaggio dell'Università di Palermo dal 1995 al 1998.
Trasferitosi a Siracusa nella appena fondata Facoltà di Architettura dell’Università di Catania ha continuato a insegnare "Disegno" sino alla conclusione della sua carriera universitaria. Nella stesso corso di Architettura ha anche insegnato “Museografia” e “Grafica e gestione digitale delle immagini”. A Siracusa Pagnano è stato Coordinatore del dottorato di ricerca in “Teoria e Storia della Rappresentazione” ed ha ricoperto la carica di direttore del dipartimento di Analisi Rappresentazione e Progetto nelle Aree del Mediterraneo e quindi di Direttore del Dipartimento Astra.
Al di là del suo curriculum ufficiale, solo la conoscenza della persona straordinaria che sul piano umano, oltre che su quello culturale, è stato Giuseppe Pagnano può dare la misura dell’immensa perdita che ci ha afflitto. Solo chi ha avuto la fortuna di averlo come docente nei corsi di "Storia dell’Architettura Moderna" e in quelli di "Disegno", chi ha avuto l’opportunità di ascoltare una delle sue conferenze oppure ha lavorato accanto a Lui nella progettazione o nei sopralluoghi in cantiere, ha avuto modo di sperimentare ed avere la misura della sua straordinaria capacità comunicativa, della chiarezza dei concetti che formulava, della lucidità delle sue osservazioni, dell’intelligenza con cui comprendeva le cose, della straordinaria capacità di ricordare, della sensibilità con cui osservava persone e cose, della gentilezza e della signorilità con cui proponeva la proprie tesi o confutava quelle degli altri, della profonda onestà intellettuale e morale con la quale indirizzava la proprie scelte, della coerenza del sue agire con i principi che formulava e, soprattutto, della modestia e del garbo con cui proponeva agli altri tutte queste sue straordinarie qualità.
Il suo insegnamento aveva puntuale riscontro nelle architetture da lui progettate e nelle consulenze. Fra di esse ricordiamo il museo di San Nicolò a Militettlo, quello più piccolo, ma non meno curato, di Santa Maria della Stelaa, gli interventi sul palazzo della Provincia ad Ortigia, il Piano Speciale per la stessa Ortigia, la copertura dei mosaici della villa di Caddedi e le consulenze per il recupero a sede universitaria dell’ex monastero di San Nicolò l’Arena in collaborazione con Giancarlo De Carlo ed accanto a Giuseppe Giarrizzo, Vito Librando e Nino Leonardi. Tutte opere di architettura nelle quali la raffinatezza delle scelte formali, il rigore compositivo e la perfezione esecutiva sono derivate dalla consapevolezza storica di cui Pagnano era in possesso come docente, dall’intelligenza delle cose, dall’onestà del mestiere e da un amore smisurato per l’Architettura.
Insieme alle architetture realizzate, al suo insegnamento che ha toccato nel profondo e segnato la coscienza di tanti ingegneri ed architetti che lo hanno avuto come docente e come esempio, Giuseppe Pagnano ci ha lasciato una serie di pubblicazioni di altissima qualità, con la consapevolezza che la pur lunga lista dei suoi scritti e comunque solo un piccolo segmento del suo vasto e profondo sapere. Il nostro, ma anche il suo rammarico negli ultimi momenti della sua esistenza, quello di non aver potuto vedere pubblicati altri studi.
Di seguito elenco solo alcune sue pubblicazioni, quelle delle quali in questo momento di grande tristezza un po’ a caso ricordo i titoli a memoria, ma quasi tutti i suoi scritti sono pietre miliari, opere esemplari, punti di riferimento per studenti e studiosi che da esse hanno attinto e continueranno sicuramente ad attingere per continuare ad apprendere quello che Giuseppe Pagnano non può più insegnare nelle aule delle scuole di Architettura e nei convegni.
Sono tutte opere di altissimo valore culturale, redatte e stampate con estrema cura anche nelle apparentemente scontate scelte grafiche.
Giuseppe Pagnano ha fondato e diretto due riviste nella redazione delle quali ha coinvolto altri studiosi: la prima, Lèmbasi, ha avuto purtroppo una vita breve, la seconda, “Ikhos. Annale di analisi grafica e Storia della Rappresentazione” ha visto, pochi giorni prima che Pagnano ci lasciasse, l’uscita del nono numero. Questa seconda rivista, la cui autorevolezza è stata riconosciuta a livello internazionale, è la prima ad occuparsi in maniera specifica della Storia della Rappresentazione, disciplina nell’ambito della Rappresentazione della quale Giuseppe Pagnano può essere considerato il fondatore.