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Sarà realizzato da un team di ricercatori degli atenei di Catania e Messina e dell’Ingv
Un software che supporti i radiologi nella valutazione della radiografia del torace a bassa qualità per il monitoraggio di pazienti Covid-19. Uno strumento che consentirà di migliorare significativamente la lettura del radiogramma da parte del radiologo.
Il progetto – denominato EX-COVID (acronimo di Pipeline for Advanced Contrast Enhancement for Enhancement effectiveness of chest X-ray for monitoring COVID-19 patients) - vede coinvolti i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e gli atenei di Messina e Catania e sarà sviluppato grazie ad un finanziamento nell’ambito della call FISR 2020 “Prima fase” lanciata dal Ministero dell’Università e della Ricerca finalizzata ad affrontare le nuove esigenze e questioni sollevate dalla diffusione del virus Sars-Cov-2 e dell’infezione Covid-19.
«Lo strumento permette l’elaborazione e la visualizzazione di immagini radiografiche ed è basato su un’evoluzione e un miglioramento prestazionale di uno strumento software già realizzato dai partner di progetto denominato PACE - Pipeline for Advanced Contrast Enhancement» spiegano il coordinatore del progetto, il dott. Massimo Chiappini della Sezione Roma 2 dell’INGV, e i responsabili del progetto per l’Università di Messina, il prof. Giovanni Finocchio del Dipartimento di Scienze Matematiche e Informatiche, Scienze Fisiche e Scienze della Terra, e per l’Università di Catania, il prof. Aurelio La Corte del Dipartimento di Ingegneria Elettrica Elettronica e Informatica.
Il progetto è frutto di una ricerca dal titolo Pipeline for Advanced Contrast Enhancement (PACE) of Chest X-ray in Evaluating COVID-19 Patients by Combining Bidimensional Empirical Mode Decomposition and Contrast Limited Adaptive Histogram Equalization pubblicata nell’ottobre scorso sulla rivista scientifica Sustainability a firma di Giulio Siracusano e Aurelio La Corte dell’Università di Catania, Michele Gaeta e Giuseppe Cicero dell’Università di Messina, Massimo Chiappini dell’Ingv e Giovanni Finocchio dell’Università di Messina e Ingv.
«Le motivazioni del progetto risiedono nel fatto che la valutazione di lesioni polmonari in pazienti Covid-19 è necessaria per il monitoraggio dell’evoluzione della malattia e della risposta a specifiche terapie – spiegano i ricercatori -. La tomografia computerizzata al torace presenta alcune problematiche: ha costi elevati ed è particolarmente rischiosa se usata frequentemente sulla stessa persona. La tomografia computerizzata, inoltre, non è sempre disponibile nei paesi più poveri o in condizioni di stress del sistema sanitario. A tutto ciò si aggiunge il fatto che se utilizzata per valutare pazienti Covid-19, dopo ogni scansione l’ambiente e il percorso del paziente devono essere decontaminati, riducendo di fatto la disponibilità del tempo macchina. La radiografia del torace, sebbene meno sensibile, può fornire una valida alternativa alla tomografia computerizzata nel monitoraggio dello stato di salute polmonare dei pazienti Covid-19 e per verificarne la risposta ai trattamenti farmacologici».
«L’utilizzo di apparecchi portatili per la radiografia del torace permette di evitare il trasporto di pazienti e il monitoraggio dei pazienti direttamente in terapia intensiva – aggiungono i ricercatori -. Tuttavia le radiografie del torace ottenute con apparecchi portatili sono di più bassa qualità in quanto soggette ad artefatti dovuti in parte ad una disomogeneità nella distribuzione della luminanza (condizioni ambientali non ideali e non controllate) e, inoltre, spesso i pazienti sono non-collaborativi in quanto gravemente malati».