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Lo studio clinico è mirato per i pazienti affetti da sclerosi multipla
In uno studio innovativo, pubblicato questa settimana sulla rivista scientifica PLOS ONE, un gruppo di esperti della Leeds Beckett University, nel Regno Unito, che collabora con l'Università di Catania, ha dimostrato che, migliorando il flusso sanguigno che scorre attraverso le vene giugulari del collo, è possibile ottenere un netto e prolungato sollievo contro il mal di testa, nei pazienti affetti da sclerosi multipla (SM).
Benché molti di noi conoscano la patologia relativa alla cefalea cronica e all’emicrania, pochi in realtà si rendono conto che l'emicrania è la terza malattia più diffusa al mondo. Su scala mondiale, infatti, circa un miliardo di persone soffre di questa malattia. Mentre la maggior parte dei malati è tormentata da attacchi di emicrania con una frequenza mensile pari a una o due volte, oltre quattro milioni di persone negli Stati Uniti ne soffrono ad un livello di cronicità quotidiana, afflitti da forti mal di testa per almeno 15 giorni al mese, i cui attacchi spesso durano dalle quattro alle 72 ore. Di conseguenza, molte vite in tutto il mondo sono segnate nonché debilitate da questa terribile condizione invalidante. Una situazione ulteriormente aggravata dal fatto che molti pazienti rispondono male alle terapie loro somministrate.
Il persistere di acuti attacchi di mal di testa diviene una questione particolarmente problematica nei pazienti affetti da sclerosi multipla, molti dei quali ne rimangono piuttosto debilitati poiché questa malattia neurologica si accompagna ad un altro sintomo abbastanza comune, il cosiddetto affaticamento cronico.
Il team di ricerca ha elaborato uno studio clinico abbastanza mirato, volto cioè a valutare l'impatto dell’angioplastica venosa con palloncino sul mal di testa e sull'affaticamento nei pazienti affetti da sclerosi multipla. Dopo aver allargato le vene giugulari interne di 286 pazienti affetti da SM, è stato riscontrato un netto miglioramento. Ma diventa ancor più significativo un tale miglioramento se inquadrato in un sistema tabellare relativo al grado di cefalea, poiché, nella maggior parte dei gruppi di pazienti, il punteggio ottenuto è stato mantenuto per tutta la durata dello studio in oggetto (ovvero per più di 3 anni). Mentre una riduzione analoga del punteggio relativo alla fatica è stata anch’essa riscontrata dopo l’angioplastica venosa nei pazienti affetti da SM, questo miglioramento iniziale è stato ritenuto significativo soltanto (dopo 3 anni) nei pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante-remittente (SMRR).
Poiché le cause dell'emicrania sono scarsamente comprensibili, molti studi precedenti hanno associato il mal di testa all'ostruzione dei canali venosi presenti nel cranio e si ritiene che l'elevata pressione esercitata all’interno delle vene cerebrali stimoli meccanicamente i recettori del dolore lungo le pareti venose, ovvero quel che comunemente viene percepito come mal di testa. È stato riscontrato che i pazienti affetti da SM possiedono seni venosi durali ingranditi, deputati cioè alla raccolta del flusso di sangue venoso nel cranio, suggerendo così la presenza di un'elevata pressione endovenosa, probabilmente a causa di un restringimento del flusso venoso attraverso le vene giugulari del collo (una condizione nota come insufficienza venosa cerebro-spinale cronica (CCSVI). Eseguendo l’angioplastica con palloncino sulle vene del collo, il team di esperti ha dimostrato di poter alleviare la pressione venosa all’interno del cranio e di poter così ridurre la gravità del mal di testa nei pazienti affetti da SM.
Clive Beggs, professore di fisiologia applicata presso la Carnegie School of Sport della Leeds Beckett University, ha affermato: "Precedenti studi hanno chiaramente dimostrato che il mal di testa è collegato ad una elevata pressione esercitata sul sistema venoso cerebrale. Migliorando il flusso sanguigno attraverso le vene giugulari, che drenano il sangue dal cervello al cuore, il gruppo di ricerca è stato in grado di ridurre la pressione esercitata all'interno delle vene cerebrali sensibili. E crediamo sia stato questo a generare una riduzione della gravità del mal di testa osservata nello studio".
Il prof. Pierfrancesco Veroux, professore di Chirurgia vascolare presso l'Università degli Studi di Catania e leader del gruppo di ricerca in questione, ha dichiarato: "I risultati raggiunti dallo studio si sono dimostrati estremamente promettenti, tanto da aprire nuovi ed ulteriori orizzonti di ricerca al fine di migliorare la qualità della vita di molti milioni di pazienti che attualmente soffrono di mal di testa senza, purtroppo per loro, trovare molto sollievo”.
"Nella sede di Catania, siamo impegnati in un continuo programma di lavoro volto alla valutazione ed al perfezionamento delle tecniche relative all’angioplastica venosa con palloncino, che ci auguriamo siano in grado di aiutare non solo i pazienti affetti da SM, ma tutti coloro che soffrono di malattie neurologiche venose. Tuttavia, c'è ancora molto materiale da studiare e vi è un’effettiva esigenza di sviluppare nuovi dispositivi clinici che possono far fronte in modo più efficace a tutte le patologie associate a un disturbo venoso".
Nonostante i risultati dello studio siano promettenti, il team di ricerca si rende conto che saranno necessari ulteriori studi per perfezionare e valutare il pieno potenziale del lavoro. Il lavoro precedentemente svolto dal team di ricerca ha dimostrato che le attuali tecniche di angioplastica venosa con palloncino sono più efficaci in alcuni pazienti che in altri. Di conseguenza, vi è un’effettiva esigenza di estendere, attraverso ulteriori ricerche, la conoscenza sui limiti dell’angioplastica venosa con palloncino e sui modi in cui la tecnica potrebbe essere essa stessa migliorata. Tuttavia, il team è fiducioso che gli incoraggianti risultati ottenuti dallo studio saranno in grado di aprire nuovi ed ulteriori orizzonti di crescita scientifica al fine di migliorare la qualità della vita dei molti milioni che attualmente soffrono di mal di testa ed emicrania con scarso sollievo.