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Una missione archeologica dell'Università di Catania a Cipro

Diretta dai docenti Filippo ed Elvia Giudice, la missione offre nuove importanti informazioni sulla Cipro tardoantica. La ricerca è stata oggetto di un articolo nella rivista "Archeologia Viva"

11 Gennaio 2019
Articolo tratto dalla rivista "Archeologia Viva"

Il patrimonio archeologico di Cipro si arricchisce di preziose scoperte grazie agli scavi della missione dell’Università di Catania, co-diretta da Filippo ed Elvia Giudice. A Pafos-Toumballos, nel distretto di Lefkosia (Nicosia), sono state riportate in luce due stanze di una casa risalente al periodo paleocristiano (V sec). In particolare gli archeologi hanno rinvenuto una notevole quantità di materiale tardoclassico ed ellenistico: ceramica attica smaltata nera, tazze con decorazione a palmette, maniglie di anfora marchiate e frammenti di vasi di vetro. Oltre che per il valore dell’edificio e dei manufatti rinvenuti, lo scavo a  Pafos-Toumballos è importante perché costituisce un’ulteriore prova della presenza nell’area di un santuario pagano situato al di sotto degli strati archeologici cristiani.

Un altro sito di epoca romana di straordinario interesse è quello scoperto presso il villaggio di Akaki, sempre nel distretto di Lefkosia, con resti architettonici di un edificio sviluppatosi intorno a un grande bacino in parte circondato da portici. Qui il portico meridionale conserva un lungo corridoio adornato da eccezionali mosaici, con ben sette pannelli delimitati da cornici. Quello centrale raffigura una scena di quadrighe in gara nell’Ippodromo, ognuna guidata da un auriga in piedi e accompagnata da iscrizioni scritte in greco che indicano il nome dell’auriga e quello di uno dei cavalli. Il mosaico, estremamente raffinato e databile al IV sec. d.C., presenta un eccezionale stato di conservazione. Sebbene non sia stato ancora appurato se l’edificio sia una villa privata o un luogo pubblico, la presenza di questa superficie musiva in un’area remota dell’entroterra offre nuove informazioni su Cipro in età tardoantica. Vale la pena sottolineare la rarità del tema di una corsa equestre in un pavimento a mosaico delle regioni orientali, un tema che invece ricorre nelle zone occidentali dell’Impero. Sebbene attività circensi avessero luogo anche nelle province orientali, in questa parte dell’Impero non era ancora stato ritrovato alcun riferimento iconografico inerente alle corse con i carri. Il mosaico di Akaki è, al momento, il mosaico di epoca romana con questo tema posizionato più a oriente.