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Per una nuova primavera delle Università

Ai Benedettini l'assemblea d'Ateneo in occasione della Giornata Crui per riaffermare il ruolo strategico della ricerca e dell'alta formazione per il futuro del Paese

22 Marzo 2016
Mariano Campo

"Gli apprezzamenti espressi da Aurore Fraix, una giovane ricercatrice bretone che ha scelto il dipartimento di Scienze del Farmaco del nostro ateneo per portare a termine delle ricerche d'avanguardia nel settore biomolecolare finanziate dall'Unione europea, sono, al di là delle solite rappresentazioni distorte e interessate, la migliore fotografia dell'università".

Il rettore Giacomo Pignataro ha scelto di aprire così, con le parole di una testimonial d'eccezione riprese da Zammù Tv, l'assemblea d'ateneo promossa nell'ambito delle iniziative della giornata "Per una nuova primavera delle Università", indetta dalla Conferenza dei rettori delle università italiane per il 21 marzo con l'obiettivo di ricordare al Paese tutto quanto strategico sia il ruolo della ricerca e dell'alta formazione e quanto, purtroppo, venga al momento mortificato in Italia.

Cifre e grafici, una slide dopo l'altra, certificano, da un lato, il valore aggiunto della laurea in termini di occupazione e remunerazione, o le ricadute virtuose per il tessuto imprenditoriale; dall'altra i livelli d'investimento pubblico ampiamente insufficienti, rispetto a Paesi cugini come Francia e Germania, per non parlare della Corea del Sud o il numero troppo basso di laureati dell'area Ocse. "Eppure - osserva Pignataro - siamo il settore della pubblica amministrazione che è stato più profondamente riformato, e che ha pagato di più i costi della crisi e subito le conseguenze dell'austerity, visti i tagli che ha subito dal 2009 ad oggi, pari a circa il 20% del finanziamento statale. E siamo anche il più valutato e vincolato".

'Sotto attacco' sono per esempio il diritto allo studio di molti giovani siciliani, non più in grado di sostenere la spesa per le tasse, a fronte della progressiva riduzione delle borse di studio ("Come spieghiamo a un nostro coetaneo francese - ha osservato lo studente Stefano Orlando, rappresentante in Senato accademico - il concetto di 'idoneo non assegnatario'?) che incide sul numero di iscritti, le remunerazioni di docenti e personale, tra blocchi stipendiali e mancati rinnovi contrattuali, la tenuta stessa di un sistema nel quale - ha ripetuto il rettore - si investe poco, nonostante l'alta qualità dei suoi 'prodotti' specifici.

 

"In Italia il destino dei propri figli è affidato alla sorte - ripete sbigottito il rettore -, come dimostra la quota di spesa pubblica nella formazione universitaria, pari ad un terzo di quanto viene invece impiegato in giochi e scommesse". Dal 2008 sono andate perse oltre 10 mila posizioni di ruolo solo tra quelle per docenti e ricercatori, ovvero tagli superiori al 13% del totale quando la media nel settore pubblico è stata ad oggi del 5%. E sempre meno risorse rimangono per avviare nuovi percorsi di ricerca e di alta formazione, investire in servizi e attività per gli studenti e nell'internazionalizzazione, valorizzare il contributo della struttura tecnica e amministrativa. Ma soprattutto per reclutare studiosi giovani e meritevoli, costringendo così i talenti italiani alla fuga e non richiamando stranieri.
 
Il "grido di dolore" dell'Università esige quindi una risposta politica alta e un'assunzione di responsabilità da parte di governo e Parlamento, in grado di rifinanziare il sistema ("basterebbe un miliardo di euro, quando si vuole i soldi hanno dimostrato di saperli trovare") da destinare al reclutamento straordinario di ricercatori, alla garanzia del diritto allo studio, all'edilizia universitaria. Fondi da distribuire in maniera differente, attraverso una "premialità che premia e non che punisce sulla base di impietosi confronti tra realtà che partono da diverse situazioni iniziali" e una burocrazia meno assillante.

Gli interventi che si sono susseguiti - tra questi quelli dei professori Santo Di Nuovo, Francesco Priolo, Filippo Drago, Gaetano Tomasello, Francesco Coniglione, o ancora dei parlamentari Basilio Catanoso, Giovanni Burtone, che insieme ai deputati regionali Giancarlo Cancelleri, Concetta Raia, Dino Fiorenza, ai deputati nazionali Giuseppe Berretta, Luisa Albanella e Andrea Vecchio, e al parlamentare europeo Salvo Pogliese hanno accolto l'invito del rettore a partecipare all'assemblea - hanno posto l'accento su aspetti specifici, non mancando di rilevare anche delle criticità, quali "il modello attualmente perseguito di finanziare strutture di ricerca essenzialmente private con fondi pubblici (Coniglione) come avviene per l'Iit di Genova o come si vuole fare per Human Technopole, nella sede che ha ospitato l'Expo di Milano, lasciando a secco il resto del sistema dell'istruzione pubblica".

"Proviamo a invertire la tendenza descritta da questi dati, che sono un pugno nello stomaco per tutti noi", ha rilanciato l'assessore regionale alla Formazione Bruno Marziano, annunciando interventi a sostegno dei dottorati di ricerca e delle specializzazioni mediche, della Scuola Superiore di Catania e di spin off universitarie, e un "grande bando di sostegno al diritto allo studio a tutti i livelli, dalle elementari all'università", attraverso un impiego finalmente virtuoso dei milioni che vengono dall'Europa. "Il retaggio secondo cui la cultura non sia un settore essenziale è purtroppo ancora molto forte da noi- ha concluso Marziano -, ma mi impegno a perseguire un'assidua interlocuzione con le quattro università siciliane e di raccogliere le loro esigenze".

 

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