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Il Di3A partecipa a un progetto di ricerca per sviluppare un modello di agricoltura sostenibile nell’area di Maputo
Sono stati presentati nei giorni scorsi a Maputo, nel corso del seminario FIAM (Fundo para a Investigação Aplicada e Multissectorial) i risultati parziali del progetto di ricerca Enhancing productivity on family farms to increase Mozambique food security, finanziato dal Programa de Cooperação Itália – Moçambique. Fundo para a Investigação Aplicada e Multissectorial (FIAM) di cui fanno parte l’University Eduardo Mondlane, Faculty of Agronomy and Forestry Engineering (UEM-FAEF) e l’Università di Catania, con il coordinamento scientifico del prof. Salvatore Cosentino del dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente.
Il progetto è finalizzato a elaborare un modello di agricoltura sostenibile nell’area di Maputo promuovendo l’ottimizzazione delle risorse idriche e il miglioramento sia della produttività delle colture che della fertilità del suolo, tramite una serie di azioni specifiche messe in atto da un team catanese, composto dai gruppi di ricerca del prof. Salvatore Cosentino della sezione di Agronomia Generale e Coltivazioni Erbacee e del prof. Andrea Baglieri della sezione di Chimica, Microbiologia e Tecnologie.
In particolare, il dottorando Andrea Corinzia e il borsista Ferdinando Fragalà, durante i periodi trascorsi in Mozambico tra maggio 2018 e dicembre 2019, hanno contribuito attivamente alla realizzazione delle prove sperimentali presso l’Azienda Agraria Sperimentale dell’Università Eduardo Mondlane di Maputo, mentre lo studente Salvatore Saporito, iscritto al corso di laurea magistrale in Scienze e Tecnologie Agrarie, ha affiancato i ricercatori nel corso delle missioni di ricerca svoltesi tra giugno e luglio e poi tra novembre e dicembre 2019.
Nel corso delle diverse missioni in Mozambico i ricercatori hanno messo in atto una serie di azioni finalizzate a superare numerose criticità che influenzano la produttività e la sostenibilità dell’agricoltura locale: l’uso di varietà colturali locali a bassa produttività, la persistenza di tecniche agricole tradizionali poco efficienti, la ridotta gestione della sostanza organica del suolo, un uso contenuto di fertilizzanti minerali, l’assenza di avvicendamenti colturali e una gestione spesso non sostenibile delle acque.
Oltre alle prove sperimentali nel Centro de Desenvolvimento Agrario del villaggio di Sabie, il progetto prevede la realizzazione di un impianto di compostaggio che, alla fine delle attività, nel 2021, sarà lasciato in uso agli agricoltori locali, coinvolti in tutte le fasi progettuali sia nella conduzione delle prove sperimentali che nella diffusione dei risultati, a testimonianza di un’attività di ricerca che contribuisce in modo concreto alla promozione di pratiche agricole sostenibili ed efficienti dal punto di vista economico nel quadro della cooperazione internazionale allo sviluppo.