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Il rettore Basile: "Stimolare la creazione di percorsi diagnostici, terapeutici e sociali efficaci, soprattutto a supporto delle vittime delle violenze"
Un tema attuale e caldissimo, la violenza su donne e minori, che è ormai diventata un fenomeno sociale dalle enormi ricadute anche sul piano assistenziale e sanitario. Di questi argomenti si è parlato sabato 17 marzo nel corso del convegno dal titolo “La violenza di genere su donne e minori: aspetti medici, psicologici e giuridici” nell’aula magna della Scuola “Facoltà di Medicina”, all’Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico-Vittorio Emanuele.
L’incontro – coordinato dal prof. Antonio Cianci – è stato organizzato da Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica (FISS), Società Italiana di Contraccezione (SIC), Axada Catania e Telefono Arcobaleno, sotto l’egida della Clinica ostetrica e ginecologica del Policlinico, con l’obiettivo di affrontare la questione e tutti i suoi articolati aspetti secondo un’ottica multidisciplinare, al fine di stimolare la riflessione sull’integrazione tra la cornice medica, psicologica e giudiziaria nei casi di abuso e violenza.
“E’ un argomento che coinvolge più specialisti – ha osservato il rettore Francesco Basile – e che ci deve stimolare alla creazione di percorsi diagnostici, terapeutici e sociali efficaci, soprattutto a supporto delle vittime delle violenze, che devono poi essere aiutate a reinserirsi, riacquistando fiducia nel contesto che le circonda. Ed è certamente un bene che a questo incontro siano intervenuti molti giovani, poiché è da loro che deve imprescindibilmente partire ogni speranza di rinnovamento culturale”. Apprezzamento per gli obiettivi del convegno è giunto anche dal viceprefetto di Catania Domenico Fichera e dal direttore generale del Policlinico Paolo Cantaro: “Un ospedale moderno – ha evidenziato – deve essere in grado di occuparsi anche di aspetti che non rientrano nell’ambito della propria missione principale, ossia la tutela della salute, guardando sempre più al benessere complessivo degli individui”.
Le risposte sociali a tale fenomeno sono a tutt’oggi ancora frammentarie o insufficienti – ha premesso il prof. Cianci -, per questa ragione diventa di fondamentale importanza promuovere lo sviluppo di procedure e modelli organizzativi che consentano di “andare incontro” alle vittime di violenza e predisporre percorsi efficaci di protezione e di sostegno. In quest’ottica, è stata ricordata l’esperienza del progetto “Codice Rosa”, che – secondo il docente - può costituire il primo passo di un futuro Centro antiviolenza del Policlinico, in previsione dell’istituzione dell’imminente apertura del Pronto soccorso.