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Vulcanologia, svelati su Nature i tempi di attivazione delle recenti eruzioni dell’Etna

Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica, è coordinato dal prof. Marco Viccaro del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell'Università di Catania

9 Gennaio 2018
Alfio Russo

Una ricerca dell’Università di Catania ha portato alla definizione delle tempistiche con cui si innescano le recenti eruzioni esplosive del vulcano Etna.

Lo studio è basato sull’elaborazione di dati micro-analitici ottenuti tramite microsonda ionica al CNR-IGG di Pavia su cristalli portati alla luce dalle lave e piroclastiti emesse dall’Etna nel corso dell’attività eruttiva post-2011. Attraverso modelli avanzati di diffusione di specifici elementi in traccia contenuti all’interno dei cristalli, il gruppo di ricerca ha ricostruito non solo i tipi di processi magmatici che preludono alle recenti eruzioni parossistiche dell’Etna, ma soprattutto il tempo che separa questi processi dalla manifestazione eruttiva.

Coordinatore della ricerca, sviluppata in collaborazione con il CNR-IGG di Pavia è il prof. Marco Viccaro, docente di Geochimica e Vulcanologia presso il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Catania.

L’idea su cui si fonda questo studio nasce dall’osservazione delle fenomenologie vulcaniche che stanno caratterizzando l’Etna nel corso degli ultimi anni. Il vulcano, pur essendo definibile a “condotto aperto” e in continua attività di degassamento, è comunque capace di improvvisi risvegli ed eruzioni talvolta violente ed inusuali per vulcani del suo genere. I risultati dimostrano che il processo di attivazione, in questo tipo di manifestazioni eruttive, avviene con tempi nell’ordine di 1-2 minuti e velocità medie di risalita del magma che superano i 40 m/s.

L’importanza di questo studio nella comunità scientifica vulcanologica è molteplice, poiché consentirà sia di comprendere meglio le cinetiche con le quali operano alcuni processi magmatici in profondità prima di un’eruzione sia di avere maggior consapevolezza nella valutazione dei rischi associati alla presenza di vulcani attivi in aree densamente popolate.