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Calypso South, l’alta tecnologia a servizio della comunità transfrontaliera Italia-Malta

Illustrato il Sistema di reti Hf e di stazioni meteo costiere che consente di potenziare e favorire la sicurezza nel trasporto marittimo, le operazioni di soccorso nel canale siculo-maltese e gli interventi di mitigazione in caso di sversamento di idrocarburi in mare

22 Ottobre 2021
Alfio Russo

«Con il progetto “Calypso South”, realizzato in dieci anni di studi e ricerche, siamo in grado di supportare le autorità competenti nel campo delle attività di soccorso in mare e anche di individuare eventuali sversamenti di idrocarburi tutelando così le coste siciliane e maltesi. Il Sistema di reti Hf e di stazioni meteo costiere realizzato consentirà in futuro di ampliare e di potenziare altri progetti e ricerche nel Mediterraneo». Con queste parole Aldo Drago (project leader), Giuseppe Ciraolo dell’Università di Palermo (Sicilian focal point) e Rosario Sinatra dell’Università di Catania (responsabile scientifico per Unict) hanno concluso i lavori del meeting finale di Calypso South, il progetto finanziato dalla Presidenza della Regione Siciliana nell’ambito del programma di cooperazione transfrontaliera Interreg V-A Italia-Malta.

«La rete del sistema permanente ed operativa, avviata nel 2012, è costituita da sette antenne HF collocate sulla costa siciliana (Pozzallo, Marina di Ragusa e Licata) e sulle coste a nord e a sud di Malta (Ta’ Barkat, Ta’ Sopu, Ta’ Cenc e Ghar Lapsi) permette la misura delle correnti marine superficiali e delle onde del mare a scala oraria – hanno aggiunto i docenti Giuseppe Ciraolo e Rosario Sinatra -. Il progetto trae vantaggio dagli sviluppi di “Calypso” e “Calypso Follow On” e consente di implementare gli strumenti di monitoraggio e offrire nuovi servizi a supporto delle autorità competenti nelle operazioni di sicurezza marittima, ricerca e soccorso in mare e di difesa dall’inquinamento».

«Grazie al sistema gli enti preposti come l’Armed Forces of Malta, Transport Malta, le Protezioni civili, la Guardia costiera e la Marina Militare italiana e gli stakeholders potranno migliorare le loro azioni in termini di sicurezza della navigazione e ridurre i tempi d’intervento limitando le aree di ricerca e i tempi di intervento in caso di sversamento di sostanze inquinanti come gli idrocarburi, e anche in caso di soccorso internazionale in mare» ha aggiunto Fulvio Capodici dell’Università di Palermo.

«Il sistema di monitoraggio prevede anche l’utilizzo di una sofisticata rete di 11 stazioni meteorologiche già installate sul territorio italiano e maltese» hanno aggiunto Alessio Langiu dell’Ias-Cnr di Capo Granitola insieme con Salvatore Campanella e Vincenzo Ruvolo di Arpa Sicilia.

«I dati raccolti dalle stazioni meteo, grazie alle procedure di automazione per l’esportazione dei file, vengono trasferiti al Cnr IAS di Capo Granitola e all’Università di Malta per le successive elaborazioni che sono consultabili tramite un'applicazione per dispositivi mobili e smartphone, l'app denominata KAPTAN e, recentemente, anche con un'interfaccia web-based denominata PORTO» hanno spiegato Adam Gauci e Audrey Zammit dell’Università di Malta.

In apertura dei lavori sono intervenuti il prorettore vicario dell’Università di Palermo, Livan Fratini, e la prorettrice dell’Università di Catania, Vania Patanè, che hanno sottolineato «l’importanza dei progetti di ricerca internazionali che consentono di rafforzare la sinergia tra istituzioni, enti di ricerca e stakeholders con un continuo scambio culturale e scientifico finalizzato a trovare soluzioni tecnologiche per valorizzare e tutelare aree con un importante sviluppo socio-economico del territorio».

Sulla stessa linea anche il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, e l’assessore alla Protezione civile di Ragusa, Giovanni Iacono, che hanno evidenziato «come le azioni degli enti di ricerca, diventate realtà, rappresentano un passo importante per la tutela delle coste e del mare siculo-maltese alla luce dell’imponente traffico marittimo nel canale e delle diverse problematiche già esistenti come le conseguenze dei cambiamenti climatici».

Nel corso dei lavori sono intervenuti anche l’ing. Vincenzo Infantino per Arpa Sicilia, il direttore del Cutgana dell’Università di Catania Giovanni Signorello e per la Guardia costiera Andrea Tassara (comandante dell’Ams di Messina) e Donato Zito (comandante di Pozzallo).

E ancora sulle esperienze maturate nell’ambito del progetto Arianna Orasi dell’Ispra Roma, Donato Marzano (presidente nazionale) e Luigi Tussellino (presidente della sezione di Pozzallo) della Lega navale italiana e Giuseppe Schembari per la Protezione civile di Ragusa.

In chiusura anche Mevric Zammit (Transport Malta) e Peter Paul Coleiro (Civil Protection Department Malta) e Marco Sambataro, coordinatore del Segretariato congiunto del Programma Interreg V-A Italia-Malta.

Il progetto Calypso South è realizzato da un partenariato costituito da University of Malta (ente capofila), Università di Palermo (Polo Universitario di Trapani), Transport Malta, Civil Protection Malta, Università di Catania, Arpa Sicilia e Cnr IAS di Capo Granitola.