Sito non più aggiornato
Il sito del nuovo organo ufficiale d'informazione d'ateneo è accessibile all'indirizzo www.unictmagazine.unict.it
Il sito del nuovo organo ufficiale d'informazione d'ateneo è accessibile all'indirizzo www.unictmagazine.unict.it
Lo studio pubblicato sulla rivista Global and Planetary Change getta le basi per un concreto sfruttamento delle risorse geotermiche di bassa e alta entalpia
Le Isole Eolie, l’Etna e il Canale di Sicilia sono idonee per lo sfruttamento di risorse geotermiche di medio-alta entalpia.
È uno dei dati che emerge dalla nuova ricerca dal titolo “3D thermal model of Sicily (Southern Italy) and perspectives for new exploration campaigns for geothermal resources” pubblicata su “Global and Planetary Change”, la rivista scientifica al top nel ranking mondiale che focalizza l’attenzione sui processi che coinvolgono il Pianeta Terra e la loro evoluzione nel tempo.
Lo studio giunge a conclusione degli studi condotti dal dott. Giovanni Floridia nell’ambito del dottorato di ricerca in Scienze della Terra e dell’Ambiente al Dipartimento di Scienze Biologiche Geologiche e Ambientali dell’Università di Catania.
Il lavoro è stato svolto sotto la supervisione del prof. Marco Viccaro, docente di Geochimica, Vulcanologia e Risorse Geotermiche dell’Università di Catania in collaborazione con ricercatori del Department of Geosystem del German Research Centre for Geosciences di Potsdam (GFZ – Helmholtz Centre Potsdam).
“Nel lavoro è stato ricostruito il modello tridimensionale della litosfera a scala regionale e, sulla base di questo, quantificato anche il regime termico della Sicilia a varie profondità utilizzando un numero rilevante di dati geologici e geofisici – spiegano Giovanni Floridia e Marco Viccaro -. Il modello termico tridimensionale risultante dallo studio evidenzia quali sono i fattori che controllano la distribuzione del calore in superficie (a livelli crostali) e in profondità (a livelli mantellici). Sono state dunque ricavate informazioni quantitative per le zone caratterizzate da importanti anomalie termiche, associate alle aree vulcaniche attive delle Isole Eolie, l’Etna e il Canale di Sicilia, le quali risultano essere idonee per lo sfruttamento di risorse geotermiche di medio-alta entalpia”.
“Il modello suggerisce anche che la Sicilia dispone di risorse geotermiche di bassa entalpia su vasti areali, soprattutto associate a litologie carbonatiche – aggiungono i ricercatori dell’ateneo catanese -. L’insieme di questi aspetti rende la Sicilia una sorta di regione pilota per l’esplorazione geotermica e per il potenziale utilizzo sostenibile di questa risorsa energetica rinnovabile. Il flusso di lavoro molto solido su cui è fondato lo studio è, infatti, trasferibile ad altre zone geologicamente complesse del nostro Paese”.
“È molto incoraggiante giungere, dopo anni di studio, a risultati così rilevanti, in special modo se consideriamo la delicatezza del momento socio-politico che stiamo vivendo e le ripercussioni che le vicende globali stanno avendo sul mercato energetico – concludono Floridia e Viccaro -. Avere a disposizione studi del genere, al netto delle scelte politiche che verranno attuate in materia di energia nel prossimo futuro, può comunque solo accelerare la transizione verso l’utilizzo sostenibile di risorse energetiche green come il calore presente nel sottosuolo”.
In foto Giovanni Floridia