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Il dottorando, che ha ricevuto il premio all’University of Oxford, ha sviluppato un processo innovativo per sintetizzare un nanoibrido polimero-grafene avente proprietà antibatteriche
«Quando sono partito per Oxford ero scettico. Uno studente del profondo Sud-Europa che va a competere con i migliori studenti provenienti da università rinomate come Oxford, Sorbona di Parigi o Grenoble potrebbe non avere molte chance e, invece, ho visto che il mio bagaglio culturale e scientifico mi permetteva di confrontarmi egregiamente con gli altri finalisti. Tuttavia, è stato davvero sorprendente sentire pronunciare il mio nome dalla giuria di esperti indipendenti per essere premiato con il “Best Solution Award”, promosso dall’EIT Health Traslational Fellowship Program al College St’Anne dell’University of Oxford». Angelo Nicosia, dottorando in Scienze dei Materiali e Nanotecnologie del dipartimento di Scienze chimiche dell’Università di Catania, stenta ancora a credere che la sua idea imprenditoriale – il progetto di ricerca dal titolo “Nano-HyGPS: A nano defence against bacterial contaminations” sviluppato all’interno del Laboratorio Polimeri dell’ateneo catanese sotto la supervisione del prof. Placido Mineo – abbia sbaragliato la più quotata concorrenza. E ribadisce che si tratta del «primo premio internazionale, con l’orgoglio maggiore di aver vinto con un progetto totalmente sviluppato a Catania» rimarcando la “marca” etnea del prodotto.
La ricerca è stata illustrata dal giovane dottorando nel corso dell’evento EIT Health Translational Fellowship Program - dal 5 al 16 agosto al College St’Anne – dopo una preselezione tra i migliori candidati delle università partner del programma pan-europeo (Karolinska Institute di Stoccolma, l’Università della Sorbonne di Parigi, l’Università di Coimbra, l’Università di Grenoble, la Oxford University, l’Università di Koln, l’Università di Leiden) e non solo.
In quella occasione, il 27enne originario di Caltanissetta si è confrontato con gli altri finalisti grazie al training di una settimana tenuto da esperti di istituzioni europee operanti nel settore delle innovazioni bio-mediche, finalizzato a sviluppare e perfezionare un progetto di business basato sulla personale ricerca scientifica. A conclusione dell’attività formativa, i candidati hanno esposto la loro idea scientifico-imprenditoriale ad una giuria internazionale – composta da Cristiana Costa (Instituto Pedro Nunes), Sandra Teixeira (Glintt), Ivo Ramos (ATOS Spain), Pauline de Graaf (Leiden University Medical Center), Jerzy Pieczykolan (Celon Pharma Ltd), Anne Miller (University of Oxford), Arlette Ocafrain (Essilor International), Paul Anglim (BioInnovate Ireland) – che ha visto alla fine premiato il lavoro del dott. Nicosia: un’idea imprenditoriale che prevede lo sviluppo di un processo innovativo per sintetizzare un nano-ibrido polimero-grafene avente proprietà antibatteriche che potrebbe essere impiegato in una nuova generazione di dispositivi biomedicali, più sicuri per l’uomo e più eco-sostenibili.
«Il progetto nasce dalla necessità di sostituire una sostanza organica clorurata comunemente utilizzata per rendere le superfici antimicrobiche – spiega Nicosia -. Questa sostanza, nel tempo, ha dimostrato di essere un interferente endocrino che può provocare malformazioni e si accumula negli organismi viventi. È stato dimostrato, inoltre, che il suo utilizzo prolungato può rendere i batteri resistenti alle sostanze antibatteriche. La “pericolosità” di questa sostanza è tale da essere bandita dalla Food and Drug Administration, da cui la necessità della sua sostituzione. Al fine di ovviare a questo problema, nasce il progetto di ricerca, proposto nel contesto EIT Health, che consiste nello sviluppo di un sistema nanotecnologico applicabile su numerose superfici polimeriche, capace di garantire proprietà antibatteriche senza sviluppo di farmaco-resistenza nei batteri e di effetti collaterali sugli organismi viventi».
«I dettagli del progetto non sono rivelabili, per ragioni di proprietà intellettuale e futuri brevetti, tuttavia, posso dire che il processo messo a punto durante il mio lavoro di ricerca è innovativo per il metodo di produzione del sistema nanotecnologico e per il campo di applicazione dello stesso – aggiunge il giovane nisseno -. I passi successivi saranno la sottomissione a brevetto del mio prodotto, che ho chiamato NanoHyGPS, e lo scale-up industriale per la successiva produzione e relativi test di dispositivi biomedicali di prova. In particolare, per le sue peculiarità, il sistema si presta bene per essere adoperato nella produzione di fili di sutura, garze ed altri dispositivi medici. Al fine di continuare l’impegno scientifico, diventa per me fondamentale reperire fondi anche tramite la ricerca di fondi pubblici o di partner industriali. A questo proposito può essere utile l’evento del network EIT che si terrà nel mese di novembre a Lisbona, a cui sono stato recentemente invitato per presentare il progetto con cui ho vinto il “Best Solution Award” ad Oxford».
Sul suo futuro il dottorando ha già le idee ben chiare: «Nel breve termine cercherò di concludere al meglio il dottorato di ricerca in Scienza dei materiali e nanotecnologie per poi impegnarmi sul prosieguo della carriera nel campo della ricerca scientifica – racconta il dott. Nicosia -. Ottenere il dottorato di ricerca in Sicilia, specialmente a Catania, è per me un onore e un orgoglio. Dopo aver acquisito la laurea magistrale ho avuto la possibilità di andare a continuare la mia formazione scientifica all’estero, in quanto mi sono state offerte due posizioni di dottorato in due prestigiosi Istituti di ricerca olandesi. Ma nel contempo ho vinto anche il concorso per accedere ai corsi di dottorato a Catania. E proprio l’opportunità di non contribuire alla cosiddetta “fuga dei cervelli” mi ha spinto a scegliere la città etnea».
«Oggi posso dire che girare l’Europa tra eventi e convegni, descrivere i lavori che conduciamo nella nostra Università e mostrare al mondo di cosa siamo capaci, è motivo di orgoglio – spiega l’allievo del prof. Mineo -. Nel futuro mi piacerebbe continuare ad essere un ricercatore nella mia Sicilia, muovendomi anche all’estero per accrescere il mio bagaglio culturale e scientifico e, possibilmente, creare un network europeo di collaborazioni, mantenendo tuttavia delle radici ben solide».
Il tutto frutto della formazione catanese che ha “indirizzato” la carriera del giovane dottorando. «La mia formazione scientifica è tutta catanese – sottolinea -, si è sviluppata all’interno del dipartimento di Scienze chimiche e in particolar modo nel Laboratorio Polimeri diretto dal prof. Placido Mineo, dove ho scelto di sviluppare la tesi magistrale, è nata la mia passione per la ricerca scientifica: utilizzare le proprie conoscenze ed anche un po' di fantasia per risolvere le problematiche che ogni giorno la ricerca scientifica ti pone è stato di grande motivazione e mi ha fatto capire cosa avrei voluto fare “da grande” – aggiunge Angelo -. Per questo ringrazio il prof. Mineo che mi ha seguito ed incoraggiato durante la tesi e continua ad essere per me un mentore fondamentale anche durante il percorso dottorale».
Infine, un appello agli studenti delle scuole secondarie: «Sono un laureato in Chimica industriale del corso di laurea triennale e in Chimica dei Materiali del corso di laurea magistrale e posso affermare che questi corsi di studio, nel panorama universitario nazionale, sono molto utili per quanto riguarda le opportunità di lavoro sia come libero professionista, sia in campo industriale o accademico.- spiega il dott. Nicosia -. In particolare, quelli dell’ateneo catanese sono percorsi di studio di grande valenza ed organizzati in modo efficiente. L’impegno quotidiano dei nostri docenti fa sì che gli studenti possano accrescere il loro bagaglio culturale anche con esperienze all’estero e mediante contatti diretti con le industrie presenti sul territorio. Pertanto mi permetto di consigliare agli studenti che vogliono iscriversi a Catania di affrontare gli studi in maniera serena e di appassionarsi ad ogni argomento trattato durante il percorso formativo, perché ogni argomento presente nel piano di studi sarà utile per la loro futura carriera scientifica e lavorativa».