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Il tema è stato al centro del convegno internazionale “Viaggiare nel Mediterraneo” organizzato dal Dipartimento di Scienze della formazione dell'Università di Catania
La Sicilia, ieri come oggi, ma ovviamente anche in futuro, crocevia di popoli e idee oltre che di esperienze, conoscenze, aspettative e desideri.
A dimostrarlo i numerosi documenti e resoconti, oltre alle storie di viaggi, che sono stati illustrati e approfonditi da studiosi provenienti da diversi atenei italiani e stranieri, nel corso della tre giorni del convegno internazionale “Viaggiare nel Mediterraneo fra antico e moderno” organizzato al Palazzo Ingrassia del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Catania.
«I relatori hanno affrontato con rigore di metodo e approfondito uso delle fonti storiche una tematica antichissima eppure sempre molto attuale: il viaggio, inteso e declinato nelle sue molteplici sfumature semantiche, ossia ricerca di una patria, sete di potere, brama di guadagno, desiderio di conoscenza, anelito religioso, in una tensione senza fine, affascinante e rischiosa al tempo stesso, lungo itinerari terresti e rotte marittime, attraverso il bacino del Mediterraneo, l’Europa settentrionale, il Nordafrica e il Vicino Oriente» hanno spiegato le docenti del comitato organizzatore Mela Albana, Gaetano Arena, Elena Frasca, Cinzia Recca e Cristina Soraci del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Catania diretto dalla prof.ssa Loredana Cardullo.
Alla vastità geografica del tema ha fatto riscontro l’ampiezza cronologica: i relatori hanno affrontato il tema del viaggio dall’antichità greca (le terre immaginarie dei Beati, la tragedia di Euripide) e romana (condottieri e capi di Stato come Gaio Giulio Cesare e Ottaviano Augusto, l’illustre medico Galeno, ma anche donne di varia estrazione sociale e trasportatori di grano) all’età medievale (gli ospiti di strutture assistenziali ecclesiastiche, il missionario Villibaldo, gli uomini imbarcati sulle galee genovesi), dall’epoca moderna (i protagonisti di racconti di viaggio francesi, l’architetto James Byers, il nobile Carlo Gastone della Torre di Rezzonico, il giacobino James Watt junior, il diplomatico Giambattista Casti, la viaggiatrice Ellis Cornelia Knight, i devoti dei diari di viaggiatori in Sicilia, i predicatori Redentoristi) a quella contemporanea (i turisti ‘di massa’ nel secondo dopoguerra, i ‘rifugiati’ nell’area del Calatino).
«Uomini e donne viaggiavano per gli scopi più diversi, dalla necessità di fuga al semplice diletto, per finalità culturali o per intenti espansionistici, per necessità terapeutiche o per esigenze familiari – spiegano i docenti Mela Albana, Gaetano Arena, Elena Frasca, Cinzia Recca e Cristina Soraci -. Intellettuali, politici, mercanti, religiosi, pellegrini e pellegrine, ‘turisti’, ma anche gente comune, uomini di fatica, poveri, malati, ‘migranti’ percorrevano e percorrono ancora oggi in lungo e in largo il Mar Mediterraneo, spesso passando per la Sicilia».
Una terra che, anche per la posizione geografica, ricopre ancora oggi un ruolo centrale per i popoli del Mediterraneo, e non solo, così come nei secoli scorsi, oltre a continuare a costituire oggetto di studio del passato e ad offrire spunti di riflessione sul futuro.
Nella foto organizzatori e alcuni tra i partecipanti al convegno