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"L'Università non è solo formazione, è un luogo in cui prestiamo servizio per un futuro migliore"

È il messaggio che il rettore Francesco Priolo ha rivolto alla comunità accademica in occasione della tradizionale messa di Natale

21 Dicembre 2021
Alfio Russo

«Il Natale è sempre un momento in cui la comunità accademica fa un bilancio delle azioni compiute e al tempo stesso programma i propositi per la ripartenza e la costruzione di un futuro migliore. Per noi tutti, docenti e personale, l'Università di Catania rappresenta una vera e propria comunità nel senso più stretto della parola: viviamo la comunità non come un luogo di lavoro, bensì come il luogo in cui le diverse componenti cercano di costruire il futuro». È il messaggio che il rettore Francesco Priolo ha rivolto agli studenti, al personale tecnico-amministrativo e ai docenti a conclusione della Santa Messa di Natale per la comunità universitaria catanese che si è svolta stamattina nella Chiesa Badia di Sant'Agata.

La cerimonia è stata presieduta dall'arcivescovo di Catania, mons. Salvatore Gristina, insieme con il sac. Antonino Sapuppo, direttore dell’Ufficio pastorale universitario.

Ma il rettore, nel suo intervento, ha ricordato soprattutto i più deboli. «In questi due anni molto difficili a causa della pandemia, la nostra comunità è stata particolarmente attenta ai più deboli: penso soprattutto al lavoro svolto dai medici e dai nostri specializzandi che sono stati, e lo sono ancora oggi, in prima linea nella lotta al Covid, a questo nemico invisibile - ha detto alla presenza, tra gli altri, della prorettrice Vania Patanè e del direttore generale Giovanni La Via -.  Al tempo stesso penso ai nostri studenti più deboli e tra i nostri propositi vi è quello di continuare a mantenere questa forte spinta di vicinanza a loro utilizzando tutte le metodologie possibili. In questo contesto la tecnologia e l'innovazioni sono stati fondamentali: grazie alla didattica aumentata siamo riusciti a raggiungere tutti e potremo essere ancor più vicini a loro. L'università è principalmente servizio e il compito di tutti noi è proprio quello di fornire un servizio migliore ai più deboli».

A seguire il prof. Francesco Priolo si è soffermato anche sul ruolo etico dell'università. «Non è un luogo dove si svolge solo formazione e ricerca, ma un luogo dove si cerca di costruire un mondo più giusto per eliminare dalla nostra società le diseguaglianze, le violenze di genere e le discriminazioni - ha detto -. Siamo un luogo in cui l'accoglienza è un altro dei nostri principi fondamentali. Penso ai migranti e al popolo afgano, tra i nostri studenti ci sono tanti stranieri che, come tante al tre università, abbiamo accolto nelle nostre aule».

E, infine, un ringraziamento alla comunità ecclesiale e in particolar modo a mons. Salvatore Gristina, arcivescovo metropolita. «La collaborazione tra Ateneo e Studio teologico è fondamentale e sempre più concreta anche su temi importanti e attuali come i cambiamenti climatici e la sostenibilità - ha detto il rettore -. Collaborando insieme possiamo restituire alle future generazioni un mondo che c'è stato donato perchè, come abbiamo visto, i danni provocati dai cambiamenti climatici possono essere enormi. E un pensiero davvero commosso va alle famiglie delle vittime delle inondazioni del novembre scorso che hanno scosso la nostra città. Tanti auguri a tutti».

Parole sposate in pieno da mons. Salvatore Gristina che, nella sua omelia, ha sottolineato «l'importanza del cammino sinodale che vede le due comunità, ecclesiale e accademica, accomunate da questo percorso per la crescita di tutti noi».

Un percorso che vede al centro «tre messaggi fondamentali indicati da papa Francesco: incontrare, ascoltare e discernere» ha precisato padre Antonino Sapuppo. «Dobbiamo riuscire tutti noi a ascoltare, accogliere, insegnare e camminare insieme - ha aggiunto -. Dobbiamo essere consapevoli che il "sapere" di ognuno di noi deve essere donato agli altri perchè solo integrando i saperi di tutti noi possiamo ottenere risultati importanti»