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Il rettore Francesco Basile: “Una problematica di particolare interesse che coinvolge numerosi enti istituzionali”
Una collaborazione tra le istituzioni fronteggiare la carenza di risorse idriche, in particolar modo nel settore agricolo. La proposta è stata lanciata stamattina dal rettore Francesco Basile dell’Università di Catania nel corso del convegno dal titolo “Il riuso delle acque reflue urbane in Sicilia: esperienze e prospettive” che si è tenuto nell’aula magna del Polo Bioscientifico e che ha richiamato numerosi esperti del settore chiamati ad analizzare la situazione della depurazione in Sicilia e ad approfondire la possibilità di sviluppo dei sistemi di riciclo e riuso delle acque reflue nell’Isola.
«La problematica è di particolare interesse e coinvolge numerose istituzioni – ha spiegato il prof. Francesco Basile -. Da parte nostra c’è la massima collaborazione con la Regione Siciliana con studi e ricerche finalizzate alla soluzione della problematica della carenza di risorse idriche e al riutilizzo delle acque reflue urbane in agricoltura. Proprio questo settore, che tra i differenti settori produttivi risulta quello più idroesigente con circa il 60% dei consumi idrici totali a livello nazionale e con valori maggiori in Sicilia, soffre maggiormente la carenza idrica anche in relazione ai ricorrenti periodi di siccità che si sono verificati nell’ultimo decennio e che hanno interessato tutte le regioni italiane» ha aggiunto il rettore.
Nel corso del convegno sono state presentate le indagini recenti svolte dai ricercatori del Centro Studi Economia applicata all’Ingegneria (Csei) Catania e della sezione idraulica del dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania che hanno evidenziato la possibilità di recuperare le acque reflue depurate di circa 80 impianti di trattamento nell’ambito delle aree irrigue attrezzate dei Consorzi di Bonifica della Sicilia, per un volume di acque reflue di circa 160 milioni di metri cubi per anno, che consentirebbe di soddisfare una parte del fabbisogno irriguo attualmente non soddisfatto con le risorse idriche convenzionali. L’utilizzo delle acque reflue urbane in agricoltura risulta indispensabile al fine di sopperire alla carenza di risorse idriche e costituisce, particolarmente nel Sud Italia, la strategia più efficace a breve e medio termine per soddisfare la domanda irrigua.
«Il Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania conduce da diversi anni ricerche sul riuso delle acque reflue rivolte a valutare possibilità e modalità di riutilizzo delle acque reflue mutando anche i rischi connessi a questa pratica irrigua – ha spiegato il prof. Salvatore Barbagallo alla presenza del presidente del Centro Studi Economia applicata all’Ingegneria Catania Emilio Giardina -. Ormai le tecnologie sono state affinate e quindi anche il trattamento dei reflui attraverso sistemi naturali di fitodepurazione ci consente di ottenere acque di buona qualità e siamo nelle condizioni in Sicilia di poter dire che esistono tecnologie, tecniche e conoscenze per far partire il riuso delle acque reflue. Oggi il problema è vedere come e chi deve gestire questi sistemi e con quali finanziamenti e risorse. Il “Sistema Catania” che ha registrato il contributo dell’ateneo catanese potrà essere realizzato in pochi anni se finanziato e prevede la realizzazione di impianti per utilizzare le acque reflue della città di Catania nel comprensorio del consorzio di bonifica ex Piana di catania. Occorre quindi passare dalla teoria alla pratica per dare così un contributo significativo ai fabbisogni irrigui della Sicilia orientale».
Per l’assessore regionale all’Agricoltura Edy Bandiera «il tema è molto importante e sta molto a cuore a questa amministrazione regionale visto che la Sicilia presenta un territorio semiarido e quindi la risorsa idrica è piuttosto preziosa». «Su questo tema l’assessorato regionale ha avviato contatti con l’Università di Tel Aviv in Israele, che indubbiamente è più avanti di noi nelle ricerche e nei sistemi di riuso delle acque – ha aggiunto l’assessore -. Nel mese di ottobre a Tel Aviv ci sarà un incontro alla presenza di rappresentanti dell’Ateneo di Catania che si occupano di biotecnologie per mutuare da loro esperienze, tecnologie e scienze da “inserire” nella nostra regione. Sappiamo che impianti di questo genere necessitano di risorse economiche importanti e su questo stiamo facendo leva anche sulla nuova politica agraria comunitaria. La Commissione europea in questi mesi è chiamata a fare scelte importanti su questo tema anche alla luce della linea del Bilancio europeo che prevede un impiego del 28,5% in favore della Politica agricola comunitaria. Non possiamo quindi sottovalutare il riutilizzo delle acque depurate che oggi finiscono in mare».
Alla sessione di lavoro, coordinata dal prof. Salvatore Barbagallo dell’Università di Catania, hanno preso parte politici, ricercatori e tecnici esperti del settore che hanno illustrato esperienze e prospettive del riuso agricolo delle acque reflue urbane in Sicilia, con particolare riferimento anche ai nuovi scenari nazionali ed internazionali e alla nuova proposta di normativa europea sul riuso delle acque reflue.