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Migliaia di visitatori, grandi e piccoli, hanno scoperto le ricerche in tutti campi anche tramite giochi, dimostrazioni e video - fotogallery
Un’autentica festa della ricerca e dei suoi protagonisti, i ricercatori e i luoghi della scienza. Per una “notte” grandi e piccoli hanno invaso piazza Università per rimanere incantanti e affascinati de questo mondo, a volte ancora misterioso, e che, invece, in questi ultimi mesi ha mostrato la sua “forza” e importanza nella lotta al Covid e consentire un ritorno alla normalità.
E proprio l’innovazione, le pari opportunità, la sostenibilità, l’internazionalizzazione e, ovviamente, la ricerca sono stati i temi principali dell’edizione 2021 della “Notte Europea dei Ricercatori” con i ricercatori, nelle piazze di 16 città italiane, nel ruolo chiave di mediatori tra i cittadini e le nuove sfide del futuro: diritto alla salute, educazione di qualità, questioni climatiche e tematiche legate al gender gap.
Una maratona, quella etnea, con 150 eventi – di cui 54 online con minitalk, stand virtuali, webinar e video – realizzati negli stand espositivi, mostre e seminari, laboratori aperti e esperimenti che ha richiamato migliaia di visitatori.
Teatro della tappa etnea di Sharper Night, oltre a piazza Università, anche Palazzo Platamone, messo a disposizione dall’assessorato alla Cultura del Comune, con stand e momenti di spettacolo, sempre all’insegna della scienza e della ricerca; l’Orto Botanico con visite guidate alla scoperta della straordinaria vita delle piante; la Città della Scienza con incontri e momenti ludici per i più piccoli; il Monastero dei Benedettini dove è stato possibile ammirare il Museo della fabbrica e di Archeologia oltre a momenti ludici come l’escape room; il Palazzo centrale con il "Museo dei saperi e delle mirabilia siciliane” che ha richiamato 800 visitatori; il Palazzo Sangiuliano con la mostra temporanea con la collezione dell'artista Elsa Emmy ammirata da 500 visitatori.
«È entusiasmante vedere tanti giovani, anche piccoli, scoprire il lavoro dei ricercatori che mostrano con orgoglio le loro ricerche e le innovazioni per un futuro migliore - ha detto il rettore Francesco Priolo, alla presenza della coordinatrice della tappa catanese, la prof.ssa Alessia Tricomi - Un’occasione importante per i ricercatori del futuro che possono scoprire la ricerca in tutti i suoi campi: dalla fisica alla medicina, dalla biologia alla sociologia, e ancora intelligenza artificiale, vulcanologia, chimica, informatica, astrofisica, alimentazione, nanotecnologie, neuroscienze, robotica, ingegneria, architettura, archeologia e anche scoprire le scene del crimine con lo stand della Polizia scientifica. Il tutto con gare scientifiche e momenti ludici. Un’edizione che finalmente stiamo vivendo in presenza, un ritorno alla vita, con tanta gente in piazza per comprendere e conoscere la scienza che ci ha permesso di ritornare quasi alla normalità».
Un tema, quello della pandemia, ripreso anche dall’astronauta Luca Parmitano dell’Agenzia spaziale europea, che in collegamento da Houston, nel corso dell’evento “Ritorno al futuro” al Palazzo Platamone, ha sottolineato come «la ricerca e la scienza non si siano fermate dinanzi alla pandemia che ci ha messi in difficoltà, anzi hanno fornito risposte in tempi rapidi e nel mio campo penso ai passi in avanti compiuti in questi mesi, come i primi turisti orbitali». «In futuro voglio vedere tanti giovani ricercatori nella Stazione spaziale dell’Esa pronti a contribuire all’evoluzione dell’umanità» ha aggiunto l’astronauta.
Al Palazzo Platamone, tra le varie iniziative, anche la tavola rotonda “Beni Culturali: testimoni di civiltà per costruire il futuro” moderata dalla giornalista Antonella Gurrieri con gli interventi di Alfonsina Russo, direttrice del Parco Archeologico del Colosseo, Jonathan Prag dell’Università di Oxford, Maria Licata, delegata FAI Catania, e Donatella Aprile, soprintendente Beni culturali Catania. E anche momenti musicali grazie al gruppo Jacarànda - Piccola orchestra giovanile dell’Etna.
L’iniziativa ha preso il via alla Città della Scienza con la piantumazione di un albero di melograno in memoria di Anna Maria Ciccone, matematica e fisica, la “tigre” di Noto che nel ’44 riuscì a sventare la distruzione dell’Istituto di Fisica dell’Università di Pisa per mano dei tedeschi. Una breve cerimonia alla presenza del rettore Francesco Priolo, dell’assessore comunale Barbara Mirabella e delle docenti Alessia Tricomi, Germana Barone e Adriana Di Stefano, delegate alla Terza missione, Sistema museale d’Ateneo e alle Pari opportunità.
Non poteva mancare, infine, il tema dell’internazionalizzazione della ricerca grazie anche al progetto Eunice, nell’ambito del programma Erasmus+, che vede l’Università di Catania tra le 24 “European Universities”, finalizzato a formare una nuova generazione di europei creativi e in particolar modo all’attivazione di azioni mirate a facilitare l’inserimento degli studenti e delle studentesse nel mondo del lavoro e incentivare la loro proiezione internazionale.
Su questo aspetto il sindaco Salvo Pogliese ha evidenziato «l’eccezionale valenza formativa e culturale dell’ateneo catanese per questa città e che oggi, grazie a questa iniziativa, ha portato in piazza la ricerca in tutte le sue sfaccettature evidenziandone la sua importanza e soprattutto per affascinare i giovani, i ricercatori di domani».
L’edizione catanese della ERN anche quest’anno è stata l’Università di Catania con il Consiglio Nazionale delle Ricerche con cinque dei suoi istituti - Chimica Biomolecolare, Microelettronica e Microsistemi, Compositi e Biomateriali, Ricerca e l’Innovazione Biomedica, Scienze del Patrimonio Culturale -, con il Centro Siciliano di Fisica Nucleare e di Struttura della Materia, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare presente con i Laboratori Nazionali del Sud e con la sezione Infn Catania, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia con la sezione di Catania – Osservatorio etneo, il Comune di Catania, le associazioni Eps-Young Minds e Officine Culturali.