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Il sito del nuovo organo ufficiale d'informazione d'ateneo è accessibile all'indirizzo www.unictmagazine.unict.it
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Lunedì scorso in aula magna lezione dell’ecologo Mulder: “Sicilia particolarmente colpita per la sua posizione geografica tra Europa e Africa”
«Quest’anno abbiamo avuto un’estate lunga e torrida, ma anche il mese di aprile più freddo degli ultimi trent’anni. Sono tutte anomalie legate al cambiamento climatico e all’aumento delle temperature medie globali che, anche da noi in Sicilia, portano ad una sensibile variazione nelle precipitazioni e a fenomeni come i violenti nubifragi e persino il Medicane, l’uragano mediterraneo, perché prima o poi tutta l’acqua evaporata durante l’estate ricade giù».
Per il prof. Christian Mulder, docente di Ecologia al dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali e delegato d’Ateneo all’ecologia e all’emergenza climatica, che lunedì scorso ha inaugurato il ciclo di incontri dal titolo "Climate Change and Transnational Crisis: a Glocal Challenge” promossi da Università di Catania e Croce rossa italiana, “la nostra Isola si trova tra due fuochi: l’area di bassa pressione dell’Europa e l’alta pressione del Mar Ionio, e questo spiega il verificarsi di eventi apparentemente tanto anomali quali inondazioni, trombe d’aria ed alluvioni”.
«Il cambiamento climatico avviene da ere geologiche ed ha reso anche possibile la nascita della vita e l’evoluzione degli organismi viventi sulla terra – ha aggiunto Mulder mostrando al pubblico presente nell’aula magna del Palazzo centrale grafici e proiezioni sugli scenari a breve e lungo termine -. Le forme di vita sono state da sempre forzate ad adattarsi a nuove condizioni ambientali e il clima è da sempre stato dinamico; sta cambiando però, in relazione alle emissioni di CO2, la rapidità con la quale il nostro clima si sta modificando. Tutto ciò comporta ricadute significative anche in ambito regionale, ingenerando vere e proprie crisi umanitarie in numerose aree del pianeta: dall’economia alle migrazioni, a causa della desertificazione e della riduzione della biodiversità, dalla scarsità di risorse all’energia, passando per la salute, perché il surriscaldamento globale e l’inquinamento atmosferico influenzano per esempio la trasmissione e la sopravvivenza del Covid-19 alterando nel contempo il sistema immunitario umano».
Il ciclo di workshop – ha ricordato in apertura la professoressa Adriana Di Stefano, docente di Diritto ddell’Unione europea e delegato d’Ateneo alle pari opportunità - rientra nel protocollo d’intesa siglato a giugno scorso dal rettore Francesco Priolo e dal presidente nazionale della Cri, Francesco Rocca ed è parte della campagna quadriennale “Effetto Terra”, promossa con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione su come i singoli comportamenti, così come quelli delle istituzioni e delle imprese, siano fondamentali per contrastare i cambiamenti climatici in atto e per arginare tutte le terribili conseguenze che questi hanno sulla vita e sulla salute delle persone, prevenendo le crisi ambientali ed umanitarie.
«Vogliamo fermamente che questa collaborazione sia sempre più densa di contenuti – ha sottolineato il rettore Priolo -, e coinvolga attraverso iniziative concrete l’intera cittadinanza oltre che la comunità accademica e i volontari della Croce rossa. Comprendere i fenomeni è fondamentale per capire cosa ciascuno di noi può fare per contrastarli. E l’Università, oltre che a sostenere iniziative di sensibilizzazione e formazione, si è attivata per bandire ben 75 dottorati di ricerca sui temi dell’innovazione e anche del ‘Green’».
«Il cambiamento climatico è un pericolo che sta già cambiando le nostre vite e necessita di un impegno immediato – ha ribadito il delegato tecnico nazionale all’innovazione, volontariato e formazione della Croce rossa italiana, Gabriele Bellocchi -. Crediamo molto in questa collaborazione con Unict e lavoriamo già per estendere la rete dei partner».
Il progetto prevede sette workshop da gennaio fino a maggio 2022 tenuti da esperti e ricercatori per incrementare la consapevolezza sul problema, attraverso una ricerca coerente delle fonti informative, e ribadire l’urgenza di un impegno collettivo per rallentare gli effetti del surriscaldamento globale. Al termine degli incontri un nucleo di studenti – adeguatamente formati dai volontari della Cri – metterà in piedi un ‘role play internazionale’ sulla falsa riga della COP26. “Quarantacinque studenti in tutto”, ha spiegato il delegato tecnico nazionale Cri per la riduzione del rischio da disastri e la resilienza, Vanessa Seren Bernardone: “simuleremo la partecipazione di 15 Stati alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che saranno chiamati ad avanzare proposte e ad assumere decisioni non più rinviabili per la salvezza del pianeta”.