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Donne e Scienza: prospettive di genere per un futuro sostenibile della ricerca e dell’innovazione

Intervento della prof.ssa Adriana Di Stefano, delegata UniCt alle Pari Opportunità, sulla Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza

11 Febbraio 2022
Adriana Di Stefano

L’11 febbraio è una data importante nel calendario civile UniCt delle politiche per le Pari Opportunità, dedicata alla Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza. L’occasione è sollecitata, com’è noto, dall’iniziativa promossa dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite che, con una risoluzione del 22 dicembre 2015, ha istituito l’International Day of Women and Girls in Science, con l’obiettivo di sensibilizzare, in collaborazione con le agenzie specializzate (tra queste, segnaliamo in particolare il contributo dell’UNESCO) e con gli attori interessati a tutti i livelli, l’opinione pubblica internazionale sull’empowerment delle donne e delle ragazze nelle carriere scientifiche.

Il presupposto di partenza è la persistenza di un significativo gender gap, variamente monitorato in tutti i paesi, relativo alla presenza femminile nella ricerca e nei percorsi di formazione e carriera di interesse scientifico: tra gli altri, il Rapporto She figures 2021 (Publications Office of the EU (europa.eu), di recente pubblicazione, è una fonte interessante di dati e indicatori di genere nel settore della ricerca e dell'innovazione. Esso traccia su basi statistiche percorsi di disparità di genere a partire dal conseguimento del titolo di dottorato di ricerca.  Rilevando come al deciso aumento delle donne laureate e in possesso di un titolo di dottorato di ricerca non corrisponde un aumento di donne ricercatrici, soprattutto nelle aree di interesse scientifico.

La campagna di sensibilizzazione e informazione globale #womeninscienceday, richiamata dal controverso binomio women and science, è il segno di un impegno trasversale della comunità internazionale su un tema cruciale per lo sviluppo e la crescita sostenibile di società, territori e istituzioni di ricerca, in una prospettiva rispettosa dell’uguaglianza e dei diritti umani, del contrasto alle discriminazioni e agli stereotipi di genere. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite includono non a caso tra le priorità trasversali dell’Agenda 2030 (Obiettivo 5) il raggiungimento dell’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e ragazze.

In pillole, i dati confermano che se le donne rappresentano nel panorama europeo in media più del 40% circa del personale accademico, esse costituiscono solo un quarto dei docenti ordinari.

Ancora, le percentuali di ricercatrici assegnatarie di research grant sono decisamente inferiori di quelle relative ai loro colleghi uomini. E i minori tassi di accesso alle posizioni di carriera incidono negativamente sulle diverse condizioni di lavoro.

Troppe donne sperimentano percorsi di ricerca più brevi o interrotti (per abbandoni in fasi diverse della carriera, c.d. leaky pipeline) e meno remunerati della popolazione maschile, meglio rappresentata nelle riviste scientifiche di alto profilo e decisamente più presente in ruoli apicali e direttivi (il glass ceiling effect impedisce alle donne di assumere posizioni decisionali). Tra i fattori che influiscono sull’andamento delle carriere rilevano fortemente la qualità e la sicurezza degli ambienti di lavoro, pregiudizi e stereotipi di genere su competenze e attitudini, la distribuzione del lavoro familiare. Divari di genere emergono anche nel numero di pubblicazioni e invenzioni in relazione diretta con l’anzianità di carriera.

Il nodo dello squilibrio di genere nella ricerca risale poi ai percorsi educativi, universitari e professionali ove persistono forme di segregazione orizzontale, specialmente nei settori scientifici tradizionalmente male-dominated e con una significativa diversità di dati in relazione alle diverse aree disciplinari.

Se è vero in termini generali che nel settore della formazione superiore la presenza femminile appare significativa, essa è in ogni caso sotto-rappresentata negli ambiti delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e più ampiamente nei settori dell’innovazione tecnologica legati alla quarta rivoluzione industriale: qui le donne restano in buona parte sottorappresentate nelle stime delle giovani professionalità disponibili all’ingresso immediato nel mercato del lavoro (è il caso, ad esempio, dei percorsi di studio in computer science and informatics, o agli sviluppi professionalizzanti legati all’intelligenza artificiale nei più diversi contesti).

I trend della formazione accademica e della ricerca in ambito scientifico registrano miglioramenti, assestamenti e storie di successo (così le più recenti rilevazioni mostrano un sostanziale equilibrio di genere nei dottorati di ricerca  e un graduale aumento nel numero di donne che ricoprono le più alte posizioni accademiche), ma la questione resta aperta e le politiche per le pari opportunità nella ricerca e nell’accesso alle carriere un cantiere aperto di idee, azioni positive, criticità irrisolte.  È da segnalare, peraltro, che, al di là della conoscenza dei dati statistici su squilibri di genere nella scienza, le politiche sulle pari opportunità sono talora sottovalutate o non considerate decisive dalle giovani ricercatrici, più attente ai riscontri del merito delle carriere sulla base di processi di valutazione oggettivi. Più in generale, persistono difficoltà, anche da parte femminile, ad accettare (e fare i conti con) l’idea di una prospettiva di genere nella scienza.

La mostra "Forze della Natura" alla Città della Scienza

La mostra "Forze della Natura" alla Città della Scienza

L’Unione europea e il Consiglio d’Europa nel contesto regionale allargato del nostro continente, impegnano strumenti e risorse per la promozione della presenza e della partecipazione femminile nei contesti della ricerca e nelle carriere STEM (insieme delle discipline scientifico-tecnologiche, science, technology, engineering and mathematics).

Basti qui ricordare la Strategia dell’UE per la parità di genere 2020-2025  e il nuovo piano d'azione dell'UE sulla parità di genere e l'emancipazione femminile nell'azione esterna per il periodo 2021-2025 volto ad accelerare i progressi nell'emancipazione delle donne e delle ragazze e a salvaguardare i risultati conseguiti nei 25 anni successivi alla dichiarazione di Pechino. L’impegno politico della Commissione europea per le pari opportunità si è poi tradotto in atti istituzionali di orientamento,  iniziative sistematiche di intervento attivo, buone pratiche (come quella dell’ambasciatrice per le pari opportunità nella scienza, istituita in Italia e in altri stati membri dell’UE nell’intento di orientare donne e ragazze sulle opportunità e le barriere che segnano i percorsi femminili nella ricerca scientifica, così il progetto DIVA Science in a Different Voice) e, da ultimo, il deciso impulso verso una presa di consapevolezza degli enti di ricerca e degli istituti di istruzione superiore chiamati ad adottare propri Gender Equality Plan e a prendere sul serio le questioni di genere, pena l’esclusione dall’accesso benefici finanziari di Horizon Europe. Un segnale importante che ha contribuito alla sensibilizzazione continua di decisori politici, vertici e sistemi di governance delle organizzazioni di ricerca in Italia e in Europa sui mutamenti strutturali necessari per l’eliminazione delle diseguaglianze di genere.

L’ateneo di Catania ha di recente adottato un proprio Piano per l’Uguaglianza di Genere, strategia di programmazione pluriennale degli impegni assunti in materia di pari opportunità nella ricerca, nella didattica e nella terza missione. Le azioni specifiche del Piano dedicate alla promozione delle ricercatrici, al benessere organizzativo e alla conciliazione vita-lavoro, come pure all’orientamento in ingresso e in uscita mettono in cantiere nuovi interventi per contrastare squilibri e stereotipi di genere, con particolare riferimento alle aree STEM: l’obiettivo è quello di promuovere gli interventi sulle pari opportunità nel mondo scientifico e di sensibilizzare i più giovani sulla scelta di corsi di laurea scientifici all’università e sulle prospettive aperte da percorsi di carriera e ricerca in settori scientifici.

Il Coordinamento UniCt per le Pari Opportunità ha recepito nel Piano numerose iniziative già utilmente avviate in ateneo con la collaborazione attiva dei Dipartimenti, dei corsi di studio e dei centri di ricerca, del Comitato Unico di Garanzia (CUG), delle cabine di regia per la Terza Missione e la Comunicazione, del sistema museale di ateneo, del Centro orientamento, Formazione & Placement e della Scuola Superiore di Catania. Numerose le attività di informazione, sensibilizzazione e divulgazione realizzate su base nazione e locale (Sharper Night, Notte europea della Ricerca; eventi virtuali ed espositivi a Città della Scienza), le iniziative commemorative, premiali, di mentoring e sostegno finanziario anche in collaborazione con partner esterni (come Intesa San Paolo, con le Borse Stem al Femminile e il programma YEP promosso con la Fondazione Ortygia Business School; IBM Italia con il progetto NERD, Non è roba per donne; TEDx Catania e TEDxWomen), società civile (Anche la Cancellazione è violenza, Collettivo RiVoltaPagina) e associazioni studentesche; ma anche seminari, testimonianze, gruppi di discussione, laboratori. 

La cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2021/2022, in programma il 14 febbraio 2022, includerà un omaggio alle donne di scienza che hanno segnato la storia dell’emancipazione femminile nella ricerca, alla presenza della Ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa e della senatrice Elena Cattaneo, ospiti della Giornata.

Nella stagione attuale, segnata dai faticosi percorsi di ripresa e resilienza all’indomani di una crisi sanitaria e socio-economica epocale che ha colpito le donne in modo sproporzionato, i settori della ricerca e dell’innovazione rappresentano un’opportunità straordinaria di sviluppo sostenibile, solidale, inclusivo. Una sfida fondamentale per l’Europa e per l’Italia: promuovere e valorizzare la partecipazione piena delle donne nella scienza in una prospettiva sensibile alle dimensioni di genere.